I robot ci ruberanno il lavoro?

Una classifica della BBC svela le professioni più a rischio dei prossimi 20 anni. A rischio da cosa? Dai robot. Lo dicono numerosi studi, tra cui quello svolto alla Oxford University secondo cui nei prossimi 20 anni circa il 35% dei lavori attuali nel Regno Unito sarà completamente automatizzato. La Oxford Martin School ha preso invece in considerazione ben 702 professioni in USA e ha affermato che entro il 2035 circa il 47% di queste (quindi quasi la metà) potrà essere sostituita da un robot.

E in Europa? A seconda del Paese, si stima dal 40% al 60% di lavoro rimpiazzati. Scompariranno mansioni impiegatizie come lo sportellista bancario, il contabile, l’amministrativo generico, la segretaria, il correttore di bozze, la cassiera, il manutentore e i semplici operai generici.

Quindi: progresso uguale disoccupazione? Forse si per alcuni mestieri, forse no per molti altri. D’altro canto è vero che la tecnologia sta portando con sé una ondata di nuovi campi di applicazione ancora del tutto oscuri a chiunque non rientri nella famosa Generazione Z. Tra questi, quelli più rinomati sembrano essere il nanomedico (medico che sfrutta le nuove nanotecnologie), l’agricoltore 4.0 capace di governare produzioni agricole automatizzate, il genetista, il personal brander, l’analista di big data e l’assistente sociale in ambito digitale. Ma queste sono solo alcune delle ipotetiche mansioni del futuro.

Di certo dobbiamo cominciare a familiarizzare con gli smart services, le famose chatbot e soprattutto i cobot (collaborative robots). Questi ultimi i più grandi fautori del rimpiazzo automatizzato dei mestieri di oggi, che solo a parlarne sembrano già “i mestieri di ieri”. La vicinanza con i robot sarà sempre più continuativa e questo avrà molto probabilmente una ripercussione anche nelle nostre case, come dice il famoso genitore di Facebook Mark Zuckerberg che ci parla di tecnologia Jarvis in Smart Home, l’intelligenza artificiale con cui è possibile parlare al telefono o al computer ed è in grado di controllare vari aspetti della casa 2.0 tra cui le luci, la temperatura, la musica e i dispositivi di sicurezza. In realtà, questo tipo di tecnologia fa già parte di alcuni aspetti della nostra vita quotidiana e per avere un “incontro avvicinato del terzo tipo” basta andare a Manchester dove una intera orchestra di cobot ha eseguito una vera e propria performance sonora. Insomma in un mondo tutto così automatizzato, non stupitevi un domani se vostro figlio tornerà a casa con una lei “di ferro”, magari sarà lei a portare lo stipendio a casa.

Non dimentichiamoci anche del cambiamento nello stile di vita lavorativo, la tecnologia ci porterà sempre meno sul posto di lavoro e sempre più nella nostra abitazione, già oggi  i colloqui di lavoro vengono fatti a distanza su Skype. I lavori da casa sarà sempre più una realtà.

Daniele La Rocca