I 5 oggetti maledetti più spaventosi del mondo

Oggetti maledetti. Questo argomento infiamma da anni internet. Esistono moltissimi siti specializzati che trattano l’argomento. All’interno di queste pagine web si annidano le storie di decine e decine di oggetti considerati maledetti. Oggetti dal passato macabro ed inquietante. Oggetti a cui sono attribuiti avvenimenti orribili e spaventosi.

Per alcuni si tratta solamente di oggetti legati ad una serie di coincidenze casuali, per altri si tratta di vere e proprie maledizioni.

In questa classifica parleremo dei 5 oggetti maledetti più spaventosi del mondo.  5 storie in cui la casualità
si mescola al paranormale, rendendo praticamente impossibile giungere a conclusioni razionali.

Numero 5 – L’uomo angosciato

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Questo quadro è in grado di suscitare alla sola vista grande malessere ed inquietudine, non solo per il soggetto raffigurato, ma anche per la storia che si nasconde dietro di esso.

Secondo quello che si sa l’artista che dipinse questo quadro soffriva di gravi disturbi mentali, tanto che utilizzò il suo stesso sangue misto alla pittura per realizzare il dipinto. Subito dopo aver completato l’opera, intitolata “L’uomo angosciato” l’artista si tolse la vita.

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Dopo una serie di vicissitudini il quadro arrivò alla famiglia Robinson. Questo inquietante dipinto rimase chiuso per più di 25 anni nella soffitta della nonna di Sean Robinson, l’attuale proprietario.

La donna affermava che la tela era una rappresentazione del Male. Raccontava che, quando aveva il quadro in casa, si udivano voci macabre e pianti provenire dalla cantina e dal soggiorno dove il quadro era appeso.

“L’uomo angosciato” venne ereditato dal nipote Sean.

Gli strani fenomeni ricominciarono in casa sua.

Sean raccontò che sua moglie sentiva spesso qualcosa accarezzarle i capelli durante la notte, suo figlio ebbe uno strano incidente che lo portò a cadere dalle scale, procurandosi seri danni fisici. Tutti potevano sentire durante la notte strane voci e macabri pianti provenire dalle scale e dal salotto.

L’uomo cercò di provare la veridicità di quello che raccontava tramite youtube. Caricò infatti molti video nei quali mostrava il quadro da vicino, ripreso durante il corso della notte.

Ciò che i video mostrano è molto inquietante. (CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/user/MrModnation )

Numero 4 – Little Bastard

“Little Bastard” è il nome con cui James Dean battezzò l’auto che lo portò alla morte il 30 settembre 1955. E’ conosciuta per essere uno degli oggetti maledetti più pericolosi del pianeta.

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Secondo la leggenda, dopo la morte di James Dean, la Porsche Spider 550 continuò a portare disgrazie ovunque andasse.

George Barris, famoso creatore di effetti cinematografici fu il primo ad acquistare la macchina dopo la morte di James. Mentre l’auto veniva rimorchiata da un camion i sostegni che la sorreggevano si ruppero. L’auto cadde e spezzò la gamba di un meccanico.
Successivamente il motore della macchina fu venduto ad un medico, pilota dilettante, che lo montò sulla sua auto da corsa.

Durante una gara il medico perse il controllo della vettura, che investì ed uccise un addetto al controllo. Il medico rimase gravemente ferito. Nello stesso periodo un altro pilota aveva montato sulla sua auto un semiasse di “Little Bastard”. Ebbe un grave incidente e rischiò di morire. Lo stesso successe al pilota che montava i copertoni della vettura di James Dean. La scocca di “Little Bastard” si trovava ancora nel deposito di Barris.

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Si racconta che un ragazzino che si intrufolò nel deposito per rubare un pezzo della vettura si tagliò con la scocca. La ferita era talmente grave che gli venne amputato il braccio danneggiato.
Successivamente la macchina fu recuperata ed utilizzata per una campagna itinerante per la guida sicura.
Al costo di 50 centesimi si poteva sedere al posto di guida, dove un cartello ricordava che l’incidente di James Dean poteva essere evitato.

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Le disgrazie però continuarono.
A Sacramento il telaio dell’auto senza alcun preavviso si staccò fracassando l’anca di un visitatore.

Il camion che trasportava la vettura ebbe un incidente. Il portellone si spalancò e “Little Bastard” cadde fuori, schiacciando la persona che guidava l’auto dietro all’auto-articolato. Una volta giunto nell’Oregon  il freno a mano del camion si ruppe ed il mezzo si schiantò contro la vetrata di un negozio.
A New Orleans “Little Bastard” si ruppe in 11 pezzi a causa del cedimento della pedana che la sorreggeva.

Gli organizzatori della mostra itinerante decisero di rispedire i resti della vettura a Los Angeles, caricandoli su un treno.
Il treno giunse a destinazione, ma “Little Bastard” no.

Era sparita durante il trasporto.

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Numero 3 – L’uomo dei ghiacci
In questa posizione della classifica si trova uno degli oggetti maledetti più famosi del pianeta, anche se non è propriamente corretto definirlo oggetto in quanto…si tratta di un cadavere.

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L’uomo dei ghiacci, conosciuto come Ötzi, la mummia del Similaun, è legato ad una serie di morti molto strana e macabra.
Alcuni esploratori, nell’anno 1991, trovarono sulle Alpi i resti di un’uomo che visse più di 5000 anni fa.

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Come per tutte le mummie l’aspetto di Ötzi era molto inquietante, ma la parte veramente macabra della storia si sviluppo solamente negli anni seguenti. Infatti tutti coloro che ebbero a che fare col corpo morirono successivamente al ritrovamento in circostanze veramente spaventose.

Rainer Henn morì a causa di un terribile incidente stradale. Sembra incredibile, ma l’incidente avvenne mentre l’uomo si stava recando in un università per fare una conferenza sulla mummia.

Durante il suo funerale si venne a sapere che un’altro degli esploratori, Dieter Warnecke, morì praticamente nello stesso momento a causa di un attacco di cuore.

Helmut Simeon, morì travolto da una valanga nella stessa zona dove venne trovata la mummia.

Altri tre esploratori morirono rispettivamente a causa di un’operazione andata male, di sclerosi laterale amiotrofica e di una valanga. La settima vittima morì per cause non identificate a casa sua, mentre scriveva un libro sulla mummia del Similaun. Infine uno di loro morì a causa di una rara malattia.

In un delle sue ultime interviste, l’uomo, affermava che la sua malattia era legata al ritrovamento della mummia. Si era convinto che Otzi portasse con se una terribile maledizione.

Ma, forse, tutto questo può tradursi solamente in una serie di orribili coincidenze.

Numero 2 – Lo specchio maledetto

La Piantagione Myrtles è stata costruita nel XVIII secolo in Louisiana.

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Come in molte altre piantagioni, al suo interno vennero commesse delle terribili atrocità ai danni delle decine di schiavi che lavoravano al suo interno. Le condizioni di vita dei lavoratori erano terribili. Le loro vite erano interamente votate al soddisfacimento del volere dei loro padroni. Soprusi e punizioni corporali erano all’ordine del giorno.

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Le persone residenti nelle vicinanze raccontavano che spesso era possibile udire le urla di terrore e dolore degli schiavi impiegati nella piantagione Myrtles.

Un’altro fatto curioso è che la piantagione fu costruita al di sopra di un terreno di sepoltura indiano.

Tutti sapevano del cimitero indiano, però a nessuno importava di dissacrare le tombe dei nativi con la costruzione della casa.

All’interno di questa piantagione nacque una vera e propria faida famigliare, mossa da motivi prettamente economici. Si racconta infatti che all’interno dell’abitazione vennero commessi una decina di omicidi.

Una volta uno dei membri della famiglia preparò un dolce che venne farcito con alcune foglie di una pianta estremamente velenosa. Il dolce finì con l’avvelenare una delle donne di casa, Sara Woodruff, ed il suo bambino nato da pochi mesi.

A causa di tutti questi orribili fatti si pensa che all’interno della piantagione fluisca una grande mole di energia negativa. La casa è divenuta famosa come una delle più infestate d’America e si racconta che i fenomeni paranormali
siano all’ordine del giorno.

Ma non finisce qui.

All’interno di questo luogo, infatti, si trova uno degli oggetti più maledetti del pianeta. Questo specchio.

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Nel corso degli anni le storie paranormali che vedono come protagonista lo specchio si sono accumulate in gran numero. Si racconta che, alcune volte, mostri un’immagine orribilmente distorta di coloro che osano specchiarsi. Altre volte si racconta che una donna ed alcuni bambini possano essere visti al suo interno. Le loro carni sono decomposte e putride, i loro occhi vitrei scrutano il malcapitato spettatore. In oltre, diverse volte, sono state viste delle impronte di mani sul vetro, grandi come quelle di un bambino.

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Lo specchio della piantagione Myrtles è certamente uno degli oggetti maledetti più spaventosi del mondo.

Numero 1 – La dea della morte
La Donna di Lemb, meglio conosciuta ai più come la Statua della Dea della Morte, è un curioso manufatto risalente al 3500 a.C scoperto a Cipro nel 1878.

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Questa statuetta era probabilmente destinata al culto di una dea anche se è solo un’ipotesi, la cosa certa è che il manufatto ricorda molto le statue della fertilità risalenti a periodi paleolitici.

Questa statua è famosa non tanto per il suo valore storico, quanto per la terrificante maledizione che sembra portarsi dietro.

Il primo proprietario della statuetta fu Lord Elphont, membro di una delle famiglie borghesi più influenti del tempo.
Sei anni dopo essere entrati in possesso della statua tutti e sette i membri della famiglia Elphont morirono in circostanze singolari e drammatiche.

La storia della maledizione della Dea della morte era appena incominciata. Il reperto passò nelle mani del signor Ivor Manucci, altro importante borghese del tempo. Quattro anni dopo l’intera famiglia di Ivor era deceduta.

La dea della morte passo a Lord Thompson-Noel. Sembra incredibile, ma quattro anni dopo l’intera famiglia dell’uomo era stata completamente sterminata da malattie incidenti ed omicidi.

Ormai Una fama sinistra era nata attorno alla statuetta. Le voci sulla maledizione della Dea della morte correvano, ma Si r Alan Biverbrook non vi diede peso quando aggiunse il reperto alla sua collezione. Ancora una volta la dea della morte pretese il suo tributo.

Le prime a morire furono le due figlie dell’uomo, seguite dalla moglie. Completamente in rovina ed impreda ad una fortissima depressione l’uomo si suicidò.
Convinti della maledizione i due figli sopravvissuti di Sir Alan Biverbrook decisero di donare la statuetta al Royal Scottish Museum di Edimburgo in Scozia, dove è tutt’oggi visibile al pubblico.

Un’ultimo fatto strano. Il gestore del museo che decise di acccogliere la statuetta nella collezione morì per un’incidente stradale a distanza di un’anno.

redazione