Le pagelle del Giro d’Italia 2019

Il Giro d’Italia 2019 si è da poco concluso e le sorprese non sono di certo mancate. Ora è tempo di bilanci. Ecco delle brevi pagelle sui protagonisti della corsa.

Carapaz: è la vera rivelazione di questa edizione. Già nella tredicesima tappa aveva ben figurato, arrivando poco dopo Landa, sul primo vero arrivo in salita, dimostrando di avere una buona gamba. Gamba che si è dimostrata essere ottima nella tappa successiva quando ha vinto la tappa (arrivo a Courmayeur) staccando i migliori, conquistando la maglia. Dalla 15 frazione ha sempre corso da protagonista e in totale controllo degli avversari dimostrando un’ottima condizione. Voto 10

Nibali: ha provato ad attaccare sul Mortirolo, ma la Maglia Rosa ha risposto presente. È riuscito a limitare i danni durante le prove a cronometro. Ha pagato l’aver marcato a uomo Roglic, durante la tredicesima e quattordicesima tappa, lasciando scappare Carapaz. Nonostante tutto ci ha sempre provato attaccando sia in salita che in discesa, come nella ventesima tappa, senza però riuscire a conquistare la Maglia Rosa. Voto 9

Roglic: sin dalla prima tappa era il favorito. Le prove contro il tempo si sono dimostrate molto favorevoli allo specialista sloveno, che è andato in calando durante l’ultima settimana. Ha pagato sicuramente l’assenza di compagni di squadra all’altezza nel momento del bisogno, come durante la tappa con l’arrivo a Ponte di Legno. Voto 7

Landa: gregario di lusso per la maglia rosa. Sempre con i migliori e a volte sembrava avere anche più gamba del capitano Carapaz. Quando la strada cominciava a salire si è dimostrato essere irresistibile. Ha pagato, a caro prezzo, la seconda cronometro, perdendo oltre tre minuti dal vincitore Roglic, due da Nibali e uno dal suo compagno Carapaz. Con l’ultima crono ha perso il podio. È mancato il successo solo sfiorato nella penultima tappa. Voto 7,5

Lopez: ha vinto la maglia bianca (dedicata al miglior giovane) nonostante la sfortuna: durante la tredicesima tappa incidente meccanico sull’ultima salita; nella penultima tappa è caduto, in salita, per colpa di uno “tifoso” troppo entusiasta. Supportato da un’ottima squadra è riuscito a ben figurare durante tutte e tre le settimane. Sicuramente è da tenere in considerazione per i prossimi grandi Giri. Voto 8 (un voto in meno per aver perso le staffe schiaffeggiando il tifoso che ha causato la sua caduta)

Yates: è il grande sconfitto. Partito per vincere il Giro non è mai stato veramente pericoloso, staccandosi spesso dai migliori appena la strada iniziava a salire. Doveva essere l’anno del riscatto dopo aver quasi conquistato il Giro lo scorso anno, ma così non è stato. Nonostante tutto termina ottavo. Voto 5

Ackermann: alla sua seconda stagione da professionista (e alla sua prima partecipazione al Giro d’Italia) conquista la maglia ciclamino, con due vittorie e salendo altre quattro volte sul podio. Ha sempre centrato il podio nelle volate, tranne nella tappa di Modena, dove è stato coinvolto in una caduta a pochi chilometri dal traguardo. Voto 9

Ciccone: un Giro d’Italia corso da protagonista. Maglia azzurra conquistata durante la prima tappa (ceduta solo per una giornata al compagno di squadra Brambilla) e sempre portata da protagonista. Spesso in fuga per conquistare punti preziosi, è riuscito anche a conquistare una delle tappe più dure (quella del Mortirolo). Voto 8,5

Sivakov: al suo primo grande giro terminato tra i professionisti. Si è sempre ben comportato indossando anche per diversi gironi la maglia bianca. Non sempre è riuscito a tenere le ruote dei migliori ma è giustificato dalla giovanissima età (classe 1997). Voto 8+

Jungels: il vincitore della maglia bianca 2016 e 2017 doveva essere l’uomo di classifica del team Deceuninck-Quick-Step, ma non è mai riuscito a tenere il passo dei migliori. Ha concluso il Giro d’Italia ad oltre un’ora dal vincitore senza mai mettersi in luce. Voto 4,5

Dumoulin: partito con i favori del pronostico, la sua corsa è terminata dopo solo cinque tappe a causa di una caduta. Senza voto

Tommaso Pirovano