Genitori, non fate troppo i genitori!

Sembra di essere alle elementari e invece questa volta siamo all’università. Vi è di certo capitato che la maestra se la sia presa con i vostri genitori perché vi siete comportati troppo da bambini. Sembrerà strano, ma i tempi sono cambiati: adesso sono i genitori che sono sgridati dal rettore.

A Milano, il rettore del Politecnico rimprovera i genitori “ficcanaso” che vogliono seguire i figli nel loro percorso accademico. Cosa c’è di male? Secondo il rettore Giovanni Azzone i genitori tendono ad aiutare troppo i figli, quasi ad ostacolarli, come se volessero sostituirsi a loro e prendere delle scelte decisive nella crescita dei figli. Avete una mamma che vi guarda ancora il libretto universitario e vuole la password della vostra mail? Ecco che cosa pensa il numero uno del POLIMI…

Cosa giustifica l’intervento del rettore del Politecnico di Milano? Il tempo degli Open Day. Molti studenti curiosi di scoprire il mondo accademico vanno all’università in treno se abitano lontano, in tram o metro se abitano nella stessa città (al massimo prendono un tassì), altri ancora potrebbero andarci a piedi, perché no! Ma tutti da soli, di propria iniziativa, disposti solo a chiedere a mamma e papà i soldi del biglietto. E se invece chiedessero ai genitori di accompagnarli? O peggio: se fossero proprio i genitori a voler accompagnare i diplomandi? Molti genitori vogliono avere un ruolo attivo nella vita dei figli anche in un momento importante come la scelta universitaria: chiedono addirittura informazioni al posto dei figli, parlano con i professori al posto loro e vogliono solo ficcanasare! Sarebbe quindi il caso che, come suggerisce non poco velatamente il rettore Giovanni Azzone, impariamo a dire ai genitori: faccio io!

Commenta il rettore: “Oggigiorno le possibilità lavorative non dipendono solo dall’ateneo frequentato o dal titolo di studio, ma anche dalle soft skills, ovvero la capacità di rapportarsi agli altri e prendere decisioni in modo autonomo”. Lasciare gli studenti liberi di scegliere la propria carriera universitaria è una grande prova di fiducia nei loro confronti da parte dei genitori. E’ infatti importante che i ragazzi riescano a capire da soli come gestire il proprio futuro professionale, senza l’incombente presenza di una madre ossessiva o di un padre ostinato. In effetti, il rettore ha ragione a dire: “Se a 19 anni c’è bisogno che la mamma venga a vedere l’università, vogliamo pretendere che a 23 si presenti con noi al colloquio di lavoro?”.

Il rettore è infatti rimasto sbigottito davanti a genitori che alle conferenze prendono il posto dei ragazzi oppure che si intrufolano nelle aule in cui si parlava dei test ad accesso programmato. Ma volete sapere cosa è peggio? Il rettore ha confessato di ricevere mail a nome dei genitori, fenomeno registrato in aumento negli ultimi anni! Ma perché tutto questo? Perché questa maniacale attenzione verso i propri figli da parte di alcuni genitori? “Credo, senza fare lo psicologo, che non è il mio mestiere, – ha commentato Giovanni Azzonne – che il fenomeno sia legato alla preoccupazione dei genitori per il futuro lavorativo dei figli. C’è da fare attenzione: per proteggerli, alla fine si rischia di ottenere il risultato opposto. E’ importante, quindi che il genitore stia dietro al figlio se vuole aiutarlo, non davanti”.

Sembra proprio che il rettore del POLIMI non apprezzi questo comportamento. In effetti, la presenza quasi pressante dei genitori non è di certo il miglior rimedio per proteggerli dai pericoli del mondo. In realtà c’è il rischio che possa accadere l’esatto contrario, ovvero che il proprio figlio possa avere paura del mondo stesso. Con questo, il professor Azzone non vuole sostenere che i genitori siano del tutto avulsi dalla partecipazione alla vita dei propri figli. Al contrario: dalle ultime parole del suo discorso si ravvisa un’importanza non indifferente della figura genitoriale nella crescita professionale del figlio. E’ quindi l’approccio che certi genitori devono cambiare: molti genitori devono imparare ad accompagnare il figlio e non a condurlo; un genitore è il carro da corsa e non il cavallo.

Voi ci siete già stati all’università! Genitori: Lasciate che i figli si divertano e prendano il treno da soli, sia il treno per l’università, sia il treno della vita. Il mondo è fatto per loro. Ed è lì che li aspetta!