Diplomata

“Finalmente diplomata, ma ora? Non so che fare!” Raccontalo a zio Benny

“Ciao Zio Benny,
sono Martina ho 19 anni e posso urlare al mondo che mi sono diplomata FINALMENTE!!!!
Il mio è stato un percorso molto difficile, un anno bocciata, una dislessia scoperta troppo tardi e un continuo senso di inadeguatezza. Però ce l’ho fatta finalmente dopo 6 anni e tante lacrime questo traguardo l’ho tagliato e nessuno è più felice di me. Solo che ora? I miei coetanei già progettano università e cambi città, ma io? Io non so che pesci prendere!
La mia mente è come se si fosse spenta e le strade da percorrere sono talmente tante che nessuna però riesce davvero a convincermi. E se non sarò felice della mia scelta? Quella che mi aspetta è una decisione che mi cambia la vita e non so se sono pronta per prenderla! Oddio sono davvero in ansia! Cosa devo fare?
Spero in una tua risposta
Martina”

Hola Martina e grazie per avermi scritto. Per prima cosa voglio complimentarmi con te per il tuo diploma. Non puoi immaginare i ricordi che mi hai riportato alla mente. Leggevo il tuo messaggio e nel frattempo la mia buffa testolina riccia ritornava ai tempi del liceo e alla quantità di cacchiate che ho combinato in quegli anni. Forse non dovrei ringraziarti, perché adesso mi sto dipingendo come l’anziana Rose che racconta del Titanic e del suo bellissimo Leonardo di Caprio. Il fatto che Titanic potessi andare a vederlo al cinema, non è sinonimo di vecchiaia! Che si sappia!

Torniamo a te. Martina sei giovane e diplomata. Una combo che spesso, forse troppo spesso, in Italia è sottovalutata. In questa sede, però, né io né te possiamo sistemare gli affanni della società. Ciò che invece, possiamo fare è ascoltare una canzone. L’artista è Ariete, una fantastica artista, tua coetanea e il pezzo si intitola 18 anni. C’è una strofa che fa più o meno così:
– Ho diciott’anni
Non sono come gli altri
Non cerco un università

Ma cerco di calmarmi

Ho diciott’anni
Non sono come gli altri
Ma non sai quante volte ci hanno provato a cambiarmi
Che ci posso fare
Se non faccio per voi-.

Martina gli anni delle superiori sono complessi. Ogni giorno è una scarica di adrenalina che si alterna a momenti di confusione. La maturità cade proprio nel momento in cui iniziamo a sentirci grandi da poter decidere della nostra vita, ma ancora piccoli per capire se la scelta è quella giusta. La chiamano maturità perché dovrebbe rappresentare il momento di transizione, il passaggio dall’adolescenza cazzona all’età adulta del decadimento cellulare! Ma sai cosa? Chi se ne frega!

Lo so, sarò impopolare, come sempre del resto, ma la vita è tua Martina e se non sai ancora cosa fare, prenditi del tempo per pensarci. E’ vero, ti sei diplomata ed ora le persone si aspettano che tu prenda delle decisioni sulla tua vita. Scegliere un’Università o forse optare per il mondo del lavoro o continuare con un corso professionale o molto più semplicemente, ciò di cui hai bisogno è di fermarti un momento per riflettere.

Il mondo ci spinge ad essere competitivi. Bisogna far presto, finire per iniziare un nuovo capitolo. Giovane e con esperienza così da ottenere un posto di lavoro prestigioso e dare una svolta alle vite. Una corsa che non tiene in considerazione le variabili e la necessità di moltissimi di doversi sedere a pensarci. Perché, Martina, credimi, siamo in tanti ad aver bisogno di prendersi un attimo di tempo.

Non ascoltare chi proverà a ricordarti della tua bocciatura e del tempo che hai già “perso”. Il tempo è fatto di esperienze e la tua un’esperienza! Ricorderai per sempre l’attimo in cui hai scoperto ufficialmente di essere una ripetente, il dispiacere, la paura delle reazioni, il senso di insoddisfazione. Queste sono tutte emozioni che conserverai e faranno parte di te. Non disprezzarle.

Se ora non sai che pesci pigliare, Martina cara, non prendere niente. Pensaci ancora un po’ su. Esplora, scopri e segui solo ciò che ti piace. E’ vero, alcune strade sono più utili di altre, ma a me questa canzone non è mai piaciuta. Ho sempre preferito far di testa mia e ciò che mi piaceva. Certo che ho rimpianti, ma anche questa è esperienza, è vita. Ho questa idea, per quanto gli altri possano vederci del tempo perso o in modo deplorevole giudicare le nostre scelte, io in cuor mio sono felice. Vorrei un conto in banca più corposo, ma voglio sognare e sperare che una zia in America di cui non conosco l’esistenza, tiri le cuoia e mi lasci la sua ingente eredità!

Scherzi a parte, prenditi il tuo tempo, non è strano e non è anormale e non c’entra nulla la tua dislessia scoperta tardi. Pensaci e percorri la via che la mattina ti fa alzare e dire: “Cacchio sono povera, ma mi piace davvero quello che faccio!”

Ciao diplomata e tienimi aggiornato!

Per scrivermi [email protected] o in direct @ilpuntodellaquila

Benito Dell'Aquila