Credit: Europe Direct Firenze

Erasmus: un solo nome e mille esperienze indimenticabili

Il progetto Erasmus è un programma europeo destinato alla mobilitazione degli studenti in diverse parti d’Europa. L’obiettivo è infatti, quello di permettere ai partecipanti di svolgere un periodo di studio o tirocinio all’estero che verrà poi riconosciuto dalla propria università ufficiale.

Tra l’altro, esiste oggi, grazie alla firma di diversi accordi tra Stati e Università, la possibilità di poter svolgere un Erasmus anche fuori dall’Europa.

Esistono, quindi, tanti progetti Erasmus a seconda delle possibilità o obiettivi dello studente. Così come,  l’esperienza può essere estesa, per determinati progetti, anche al personale docente o tecnico amministrativo. Tuttavia, a prescindere da ciò,  resta il fatto che si tratti di una vera e propria avventura di vita unica per chiunque vi partecipi.

L’Erasmus sarebbe niente, quindi, senza le esperienze e i feedback di chi ne ha fatto uno, o più, e a cui piace rivivere e raccontare di quei ricordi con entusiasmo.

Prima di addentrarci nel magico mondo degli studenti Erasmus, ecco alcune curiosità.

DA DOVE NASCE IL PROGETTO ERASMUS?

Non tutti sanno che l’origine del progetto si deve a Sofia Corradi, soprannominata, appunto, “Mamma Erasmus”. La Corradi  è stata una studentessa di giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”, che nel 1957  ha deciso di conseguire un Master in legislazione universitaria comparata presso la Columbia University, negli Stati Uniti.

Quando è rientrata a Roma, purtroppo, l’università non le ha riconosciuto il Master estero e le ha chiesto di completare il regolare corso di studi, motivo per il quale affinché non si negasse mai più un’opportunità del genere ad uno studente, ha concepito l’idea dell’Erasmus.

Il nome si deve, invece, al teologo olandese Erasmo da Rotterdam, il quale viaggiò in tutta Europa con un solo scopo: comprenderne le differenti culture.

VOCE ALLE ESPERIENZE

Conoscere la storia dell’Erasmus è sempre bello, ma scoprire storie Erasmus vissute, lo è ancora di più.

Martina, 25 anni e due Erasmus alle spalle. Attualmente studia per conseguire la laurea magistrale in Direzione aziendale. Nonostante le continue voci di corridoio sull’Erasmus “che farebbe perdere tempo”, Martina è sempre andata avanti per la sua strada ripetendo addirittura due volte l’esperienza.

La prima volta in Lituania, un paese certamente lontano dal suo stile di vita. Si è goduta a pieno ogni secondo tanto che una volta tornata, dopo la laurea triennale, è ripartita subito. Questa volta per la Romania.

Mete non scontante quelle di Martina, due esperienze totalmente diverse, così come lei, che grazie all’Erasmus è tornata diversa e con più sicurezza in se stessa e nei suoi obiettivi. Ne ha fatta di strada dalla sua casa in affitto a Vilnius sino al castello del conte Dracula in Transilvania. Mille viaggi e difficoltà, una tra tutte: l’emergenza da covid-19. Eppure, nonostante tutto e tutti non si è mai arresa.

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Cluj-Napoca, Romania Credit: viator

La sua esperienza è l’emblema dell’Erasmus: momenti meravigliosi che si alternano a quelli difficili.

Si è, infatti, soli e lontani da casa. Una difficile condizione che permette di sviluppare una grande capacità: l’indipendenza. Per la prima volta si impara a cavarsela da soli, anche durante le azioni più banali. Sbalorditivamente poi, si riscopre una quantità di forza interiore che non si sapeva nemmeno di possedere.

Giorgio, 24 anni e un Erasmus a tutto gas. Nel suo Erasmus nel cuore dell’Europa, a Coimbra città portoghese, Giorgio non si è fatto davvero mancare niente. Tra viaggi per le mete più importanti del Portogallo, tra cui Porto e Lisbona, ne ha potuto conoscere la cultura, i costumi e soprattutto gli abitanti.

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Coimbra, Portogallo

Stereotipi sul portoghese che è uno spagnolo che sembra russo assolutamente smentiti. Luoghi comuni sui portoghesi totalmente rivalutati. Insomma, l’esperienza di Giorgio ci fa capire quanto l’Erasmus aiuti realmente anche in questo, ovvero smentire del tutto quello che per anni abbiamo creduto fosse realtà.

Tra una lezione presso la facoltà di Giurisprudenza, uno sguardo verso il mondo e una stampella di troppo (sì, è riuscito anche a fratturarsi un piede senza però cadere mai nella disperazione) Giorgio ha compreso a pieno lo spirito dell’Erasmus: divertimento, energia e tanta crescita.

LE RAGIONI PER PARTIRE E PER TORNARE DALL’ERASMUS

L’importante è tornare diversi, con una valigia piena di ricordi da poter rivivere con un luccichio agli occhi. L’importante è aver goduto di ogni singolo attimo, perché non torna mai indietro. L’importante, come dice Giorgio, è che l’Erasmus sia molto di più di una semplice parentesi di vita. L’importante è che sia un nuovo inizio.

Queste brevi, ma intense, esperienze testimoniano anche quelli che sono i requisiti cardine di uno studente che va in Erasmus. Ogni esperienza è diversa, non c’è un’unica retta da seguire, questo è chiaro. Le mete sono tante e piene di direzioni diverse da percorrere.

A volte ci si perde, ma anche con un piede rotto, o in piena pandemia, si troverà sempre il modo di rialzarsi. Poi si torna, si riprende la vita in mano, e nonostante la depressione post-Erasmus (di cui parleremo in seguito), tutto assumerà un valore diverso.

L’Erasmus non aiuta solo a rivalutare il nuovo che prima non si conosceva, ma anche il vecchio che avremmo voluto cambiare e che invece, dopo l’Erasmus, si comincerà ad apprezzare.

Giulia Grasso