Daredevil e l’imprevedibile destino delle serie Marvel – Netflix

Marvel e Netflix. Un matrimonio che peggio di così non poteva (quasi) andare come testimoniano le recenti cancellazioni di “Iron Fist” e “Luke Cage” , due delle serie di punta – almeno in partenza – del progetto posto in essere dalla Marvel in collaborazione con Netflix. Sul futuro di questi due personaggi si possono fare diverse speculazioni dal momento che potrebbero tornare in altre serie del franchise o addirittura essere messi insieme in un’unica serie che si ispiri alla saga fumettistica “Heroes for Hire”, o magari verranno eliminati dalle scene con un semplice schiocco di dita.

Futuro dubbioso anche per “Jessica Jones”, la cui terza stagione è al momento ancora prevista dato che la serie incentrata sulla più tormentata investigatrice privata di New York ha avuto un discreto successo, soprattutto grazie ad una stagione di debutto all’altezza delle aspettative.

La seconda stagione invece ha deluso molto la critica con ritmi lenti e storie inconsistenti o estremamente banalizzate. Anche una stagione già ordinata non è esente da speculazioni in un periodo in cui le produzioni Marvel sul piccolo schermo vengono chiuse all’ordine del giorno, vedasi “Inhumans” e “Agent Carter” sul network ABC, ma “Jessica Jones” merita un’altra possibilità.

La mosca bianca in questo marasma di serie sull’orlo del precipizio è “Daredevil”, serie ammiraglia del sodalizio Marvel-Netflix che, arrivata alla terza stagione, non solo continua a dimostrarsi una spanna sopra le altre ma addirittura continua a migliorare.

Il terzo ciclo di episodi è una gioia per gli occhi grazie ad interpretazioni magistrali – su tutti quella di Vincent d’Onofrio nei panni di Wilson Fisk – , un ritmo sempre elevato e una predisposizione particolare a creare empatia tra i personaggi e lo spettatore. Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi della serie, che ci permette di immedesimarci nei personaggi dandoci un punto di vista particolare, quasi in prima persona, sulle vicende che li riguardano facendoci percepire in tutto e per tutto quelle che sono sensazioni, emozioni e tormenti di eroi e malvagi. E così la tracotanza di Wilson Fisk, il passato tormentato di Karen Page e le questioni politico-familiari di Foggy Nelson sono i collanti perfetti di una storia che ha come unico vero protagonista un Matt Murdock che, dopo gli eventi della seconda stagione e soprattutto di “The Defenders”, deve ritrovare se stesso se vuole continuare a proteggere le persone che ama.

Anche i nuovi personaggi sono all’altezza della situazione, soprattutto gli agenti dell’ FBI Ray Nadeem e Ben Pointdexter, alias Bullseye. Sono entrambi personaggi controversi e se il primo contribuisce in maniera fondamentale alla caduta di Fisk, diventando a tutti gli effetti uno dei personaggi più importanti – oltre che meglio raccontati – nella serie, il secondo si inserisce a meraviglia nelle dinamiche che intercorrono tra Matt Murdock e Kingpin e probabilmente tornerà se la serie dovesse essere rinnovata per una quarta stagione.

Il rapporto tra la triade protagonista, Nelson-Murdock-Page, arriva finalmente ad un punto di non ritorno dove finalmente problemi e responsabilità vengono messe sul tavolo e discusse, argomentate e sviluppate nel corso della stagione.

Con la piattaforma proprietaria Disney sempre più vicina, il destino dei Defenders e delle serie Marvel su Netflix – Daredevil incluso – non appare più così scontato o prevedibile. Anche se forse smontare una saga costruita nel corso degli anni tra mille difficoltà sarebbe un peccato (dato che comunque molte cose buone sono state fatte), non sarebbe nemmeno troppo difficile cancellare questi eroi con un colpo di spugna, anzi… con uno schiocco di dita.