Marvel torna su Netflix con la seconda stagione di Luke Cage

Luke Cage aveva lasciato più dubbi che certezze al termine della prima stagione, meritevole di aver messo su un’ambientazione che da sola ha trascinato la serie fino all’ultima puntata. Harlem, con le sue caratteristiche e il suo contesto, è stata l’unica nota positiva di una serie che tra villain discutibili e una trama debole è stata sicuramente la più deludente delle serie pre-Defenders.

Con la seconda stagione invece assistiamo ad un cambio di rotta notevole che, pur con qualche passo falso, porta la serie ad un livello superiore. Mike Colter interpreta un Luke Cage diverso rispetto al primo ciclo di episodi, consapevole della propria forza e del ruolo che ricopre ad Harlem. Conosciamo aspetti della sua vita che ci erano stati tenuti ben nascosti in passato come ad esempio il rapporto con suo padre (interpretato dal compianto Reg E. Cathey). Il rapporto genitore-figlio però non coinvolge solo il protagonista ma anche Mariah Dillard e anzi, sarà proprio il suo rapporto con la figlia a portarla a fare scelte che più o meno direttamente la porteranno a perdere tutto. Black Mariah è un personaggio molto più maturo e molto più odioso rispetto al passato e il suo conflitto con John McIver, alias Bushmaster, è il vero motore di una stagione che riscrive interamente le gerarchie interne alla serie.

Parlando di protagonisti, non possiamo non citare di Misty Knight. L’eroica poliziotta, già protagonista sia nella prima stagione che in The Defenders (pur se con un ruolo secondario), deve affrontare le conseguenze della battaglia con Bakuto che le ha portato via un braccio. Saranno Colleen Wing e Danny Rand a darle una mano supportandola sia moralmente che concretamente (il braccio meccanico è tanta roba) nel suo percorso di rinascita. Misty affronta un calvario che la porta a maturare molto e ad affiancare Luke nelle battaglie contro il crimine di Harlem. Adesso che l’Eroe di Harlem è diventato una sorta di sceriffo che tiene sotto controllo la criminalità del quartiere sarà proprio Misty a dover tenere pulite le strade. Il suo personaggio ha ancora molto da dire nel prosieguo della storia.

Se con la seconda stagione di Jessica Jones avevamo avuto un distacco pressoché totale dal MCU (cinematografico e televisivo) in Luke Cage 2 il concetto di universo condiviso emerge in maniera più netta. La presenza di Colleen come spalla di Misty e un intero episodio in cui Danny affianca Luke danno una collocazione precisa alla serie all’interno del microcosmo Netflix e non è escluso che alcuni fatti della serie possano avere un’appendice in Iron Fist 2, il cui rilascio è previsto per fine anno.

Non mancano inoltre un paio di riferimenti alla battaglia di New York e agli Avengers mentre sembra che nessuno dei personaggi della serie abbia risentito degli eventi di Infinity War. Da un lato la serie potrebbe essere ambientata prima della battaglia contro Thanos, o semplicemente le serie Netflix ignoreranno quanto avviene al cinema lasciando la battaglia di New York come unico e ultimo riferimento. D’altronde il distacco tra cinema e serie tv è sempre stato abbastanza palese non solo on screen, ma anche tra gli addetti ai lavori.

Il più grande difetto della serie nella prima stagione, la mancanza di un villain di spessore, viene nettamente archiviato in questa stagione. Abbiamo già parlato di Mariah Dillard ma non dimentichiamoci di Shades! L’ex braccio destro di Cottonmouth vive un’evoluzione che lo porterà a diventare una sorta di antieroe. Hernan vivendo la sua relazione con Mariah arriverà al punto di dover fare i conti con se stesso e decidere da che parte stare.

Il nuovo nemico invece, Bushmaster, è un buon personaggio. La vera villain è chiaramente la Dillard, ma il jamaicano è un antagonista necessario. D’altronde a Luke piace menare forte, e questo personaggio si presta bene al ruolo non solo per le botte nude e crude ma anche per le spettacolari coreografie che mette in scena ogni qualvolta combatte. È sicuramente una spanna sopra Diamondback, ma come gangster non vale quanto Cornell Stokes.

La seconda stagione di Luke Cage è un successo se paragonata alla prima. Non è certo la migliore del MCU ma il mix di genere, tra il comics e il gangster, la rende appetibile per molteplici motivi.

Consigliata!