La seconda stagione di Jessica Jones arriva su Netflix, ecco cosa ne pensiamo

In un universo in perenne espansione, come quello Marvel, le novità sono all’ordine del giorno e, mentre aspettiamo con ansia l’arrivo nelle sale di Avengers Infinity War, Netflix rilascia la seconda stagione di Jessica Jones.

L’investigatrice privata più forte del mondo torna con una serie tutta in solitaria, dopo aver fatto parte del crossover dell’anno scorso The Defenders in cui insieme a Daredevil, Iron Fist e Luke Cage ha salvato New York.

Il tono della serie è quindi quello che abbiamo conosciuto nella prima stagione uscita nel 2015, con i suoi pregi e i suoi difetti ma anche tante novità che danno nuova linfa alla storia.

Esattamente come la prima stagione, anche la seconda soffre una lentezza narrativa a tratti snervante che si trascina per tutta la prima metà stagione. È indiscutibile che una fase di assestamento fosse necessaria dal momento che tutti i personaggi principali, protagonista inclusa, vengono raccontati in maniera completamente diversa rispetto a come li abbiamo conosciuti ma il tutto si sarebbe potuto tranquillamente fare in 3-4 puntate invece che in sei.

Va da sè che a partire da metà stagione in poi il ritmo finalmente incalza e gli episodi vanno via uno dietro l’altro a meraviglia nel momento in cui il main topic della serie si sposta da quello supereroistico a quello personale. Per quanto non manchino scazzottate, intrighi e tradimenti la vera storyline principale è quella del rapporto di Jessica con due personaggi, in un triangolo della morte che lascia col fiato sospeso fino all’ultima puntata.

La seconda stagione di Jessica Jones si concentra sul passato della protagonista, esattamente come la prima, portandoci a conoscenza di fatti avvenuti in un altro momento della vita di Jessica Jones.

Parlando dei personaggi principali, come precedentemente accennato, è cambiato tutto. Malcolm e Trish si mettono in testa l’idea di dover fare i supereroi a tutti i costi: il primo che inizierà un percorso strettamente egoistico mentre la seconda uno fortemente autodistruttivo.

Jessica, invece, si trova nuovamente a fare i conti con il suo passato, un passato mostruoso che inaspettatamente torna a sconvolgerle la vita. C’è anche il tempo di conoscere il lato sentimentale della vita della protagonista che mostra, tra passato e presente, un lato di sè che sembrava non esistere. E in più scopriamo come entra in possesso del suo iconico giubbotto di pelle e da dove viene il nome “Alias Investigation”.

Per la prima volta in una serie dedicata ai Defenders invece, manca la finora sempre presente Rosario Dawson nei panni di Clair Temple.

Azzeccatissima, invece, la scelta effettuata per quanto riguarda il villain. Dopo il lavoro magistrale fatto nella prima stagione con il Killgrave di David Tennant (presente come guest star) era veramente difficile portare un antagonista degno di nota e l’assenza di un vero e proprio “nemico mortale” è forse il vero punto forte di questa seconda stagione di Jessica Jones. Perché la IGC e i suoi membri non possono essere definiti dei veri e propri nemici anche se sono loro a scatenare gli eventi di questa stagione. Adesso, in vista di una eventuale terza stagione, le ipotesi per i villain sono sostanzialmente tre: un nuovo nemico con una nuova storia da raccontare, un prosieguo della storyline di questa stagione con un “qualcosa di più grande” che salta fuori così, dal nulla, oppure un miracoloso quanto improbabile ritorno di Killgrave magari a seguito degli eventi di Avengers: Infinity War ed Avengers 4 (d’altronde siamo pur sempre nel Marvel Cinematic Universe).

Proprio della “questione universo condiviso” parliamo adesso brevemente. Le serie Netflix, ancor più di Agents of Shield, sono sempre state autonome rispetto ai film Marvel pur svolgendosi nello stesso mondo. Così come nelle prime stagioni si parlava dell’Incidente o della Battaglia in riferimento ad Avengers o si nominava il mostro verde sottointendendo che si trattasse di Hulk, con il tempo questi riferimenti sono ormai dei veri e propri dettagli che solo i veri appassionati possono cogliere (ad eccezione del riferimento a Spider Man in Iron Fist esclusivo però del doppiaggio italiano).

Viene ad esempio nominata più volte la prigione in cui vengono rinchiusi i membri del Team Cap durante Captain America: Civil War, ma se non sapete che si chiama RAFT difficilmente coglierete questo dettaglio.

Immancabile, anche in questa seconda stagione di Jessica Jones , il cameo fotografico di Stan Lee come da tradizione delle serie Netflix.

Come tutte le serie Netflix, Jessica Jones non è perfetta nemmeno nella sua seconda stagione, ma mantiene comunque i buoni standard a cui siamo abituati negli ultimi anni con gli eroi di strada di casa Marvel. Non siamo certo ai fasti delle due stagioni di Daredevil, ma nemmeno ai livelli non proprio eccellenti di Luke Cage. Diciamo che Jessica Jones si conferma la seconda miglior serie solista del sodalizio Marvel-Netflix.

È meglio della prima stagione? Be’, non c’è Killgrave, ma ci sono tante altre cose da vedere e scoprire quindi fateci sapere nei commenti cosa ne pensate di questa nuova stagione di Jessica Jones in attesa del ritorno di Luke Cage il 22 giugno.