Dagli scarti delle mele del Trentino nascono abiti e accessori in pellemela

La mela possiede proprietà benefiche ben superiori ad altre tipologie di frutta e se addirittura esiste un proverbio che lo afferma, vuol dire che il suo valore già si conosceva da molto tempo addietro, addirittura dall’epoca dei Romani.

Nonostante ciò, nell’immaginario collettivo la mela rappresenta un “frutto peccaminoso”: quello che ha spinto Eva a commettere il peccato originale condannando tutti gli uomini, dono che elegge Elena di Troia la più bella del mondo facendo scoppiare una guerra e l’inganno velenoso che fa cadere Biancaneve in un profondo sonno.

E se si sa che borse e scarpe sono le maggiori tentazioni delle donne, forse Eva aveva scambiato il pomo della discordia per una deliziosa borsa e Elena credeva che Paride le stesse regalando un paio di scarpe. Perché dico questo?

Prima borsa realizzata con la pellemela
Pellemela Bag – Credits: Pinterest

Fare moda con le mele è possibile grazie all’intuizione dell’ingegnere Alberto Volcan sviluppata da Frumat, azienda di Bolzano fondata da Hannes Parth che dal 2009 ricicla le fibre di scarto (bucce e torsoli) della lavorazione industriale delle mele del Trentino per produrre la “pellemela”, un materiale biodegradabile, impermeabile e traspirante, di consistenza e resistenza simile al cuoio. Il suo primo impiego nella moda è stato nel 2015 con la realizzazione della “Pellemela Bag” dall’azienda March di Bolzano su disegno dell’artista Carlo Busetti, che è valsa il premio “Technology and innovation” al Green Carpet Fashion Award 2018.

Interpretando la filosofia dell’economia circolare, Frumat acquista la maggior parte delle materie prime da produttori del territorio e recupera cellulosa altrimenti destinata alla termovalorizzazione, garantendo anche un ottimo effetto estetico sia su scarpe, borse, abiti che accessori.

Ecco alcune creazioni in pellemela “belle e buone”…fossi in voi non MELE farei scappare!

Scarpe in pellemela

Il primo ad aver utilizzato la pellemela per produrre scarpe è stato Nemanti, brand italiano di scarpe cruelty free,  che in occasione della Milan Fashion Week 2017 ha presentato svariati modelli in pellemela. La linea uomo spaziava dai classici mocassini alle sportive sneakers; per la donna slip-on e stivaletti accanto a décolleté e sandali.

Nel 2018 anche la collezione di calzature estive da donna D+ Khrio scommette sulla pellemela declinata in una palette di colori pastello grazie a tinture ad acqua.

Sei i modelli della collezione primavera-estate 2019 di Womsh, prodotti in Italia in uno stabilimento alimentato al 100% con energia da fonti rinnovabili. Oltre a essere realizzate con la similpelle vegana, una volta utilizzate le sneakers possono essere riportate in negozio e le suole saranno riutilizzate per fare parchi giochi e piste di atletica, grazie a una partnership con Esosport, società che raccoglie suole di scarpe usate in tutta Italia a questo scopo.

Ultima in ordine cronologica la linea di sneakers ID.EIGHT presentate lo scorso gennaio dallo stilista Dong Seon Lee e Giuliana Borzillo, product manager napoletana, fondatori della start up innovativa ID.LAB. Caratterizzate da un design casual e unisex con richiami agli anni ’90, sono realizzate da tre tipologie di simil-pelle derivanti da frutta: Pinatex, realizzata con foglie di scarto dell’ananas, Vegea, textile ricavato dalla vinaccia e pellemela. Originale e sostenibile anche il packaging, realizzato in carta riciclata e al cui interno vi è una “bomba di semi” da piantare in un vaso o lanciare in un giardino della propria città per attrarre le api.

Sneakers Tommy Hilfiger in pellemela
Credits: Tommy.com

Anche un brand del lusso come Tommy Hilfiger è caduto in tentazione e per la stagione Primavera-Estate 2020 ha presentato due modelli di sneaker la cui tomaia è realizzata per il 24% con fibre di bucce di mela lavorate dall’italiana Frumat. Progettati sia per uomini che per donne, questi primi due modelli sono disponibili in bianco e blu navy e possono essere acquistate in una selezione di negozi monomarca, sull’e-commerce e in selezionati retailer.

 

Borse in pellemela

In fatto di estetica e resistenza le borse realizzate in pellemela non hanno niente da invidiare a quelle in vero cuoio e questo lo dimostra il fatto che anche una donna dai gusti raffinati come Kate Middleton abbia molto apprezzato l’originale regalo ricevuto lo scorso 9 gennaio per il suo 38esimo compleanno.

Di cosa si tratta? Della borsa modello “Brigitte Oxymore” realizzata completamente in pellemela da Ashoka Paris, brand di moda sostenibile francese, vincitore dei Peta Fashion Awards promossi dalla nota associazione animalista.

Altrettando da “Lady” (ndr. varietà di mela ibridazione naturale tra le Golden Delicious e le Lady Williams) le handbags di Happy Genie, brand svizzero nato da un progetto della fondatrice Tanja Schenker e sviluppato in collaborazione con aziende manifatturiere italiane. Gli scarti delle mele del Trentino vengono trasformate in deliziose borse colorate, realizzate a mano tra Firenze e Varese, combinabili in moltissime varietà – come le mele, di cui ne esistono oltre 7.000! – grazie alla possibilità di cambiare la clutch interna, la patta esterna e la tracolla.

Abiti in pellemela

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Benedetti Life, brand di moda sostenibile lanciato dalla giovane stilista Matea Benedetti e dalla Graphic Designer (nonché sua migliore amica) Sasa Kladnik, ha realizzato meravigliosi abiti in pellemela minuziosamente tagliata con tecnologia laser a imitare i moderni pizzi che hanno sfilato alla Mercedes Benz Ljubjana Fashion Week e le hanno fatto guadagnare la finale del Green Carpet nel 2017.

Insomma, oltre a fare bene all’organismo e alla dieta, le mele depurano anche pianeta e dunque è così che potrebbe essere riadattato il famoso proverbio sulle proprietà benefiche delle mele se parliamo di moda: “Una mela al giorno toglie la discarica di torno”.

Quindi da ora in poi le bucce di mela sono da scartare solo se s’intende nell’accezione di “togliere la carta” da un pacco regalo contenente una di queste borse o sneakers in pellemela.

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