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Covid, concerti e comizi politici: la rabbia del mondo della musica live

Ormai da più di un anno, come tutti ben sappiamo, il mondo della musica live è fortemente in crisi e nessuno sta facendo qualcosa affinché questo settore possa ripartire. Nei mesi scorsi vi abbiamo raccontato le innumerevoli iniziative organizzate per attirare l’attenzione su questo delicato tema. Oggi purtroppo ancora una volta siamo qui per parlare del fatto che poco se non nulla è cambiato.

Concerti no, comizi politici sì

Negli ultimi giorni la polemica è esplosa e molti personaggi del mondo dello spettacolo hanno preso una chiara posizione utilizzando i propri canali social per manifestare il proprio dissenso e rammarico. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate infatti le foto e i video di piazze gremite di gente, senza alcun distanziamento sociale per assistere ai comizi dei politici. Siamo a ridosso delle elezioni comunali e si sa che la politica scende in piazza per confrontarsi con i cittadini e accaparrarsi voti. Ma questo non deve succedere durante una pandemia mondiale senza precauzioni anti-contagio. Soprattutto se poi in contemporanea c’è un settore in ginocchio come quello della musica live.

È vero, quest’estate molti sono stati i concerti che si sono svolti in differenti città italiane nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Però altrettanti sono i tour rimandati a causa della situazione epidemiologica che non permette gli assembramenti. Ma a quanto pare questo vale solo per i concerti, perché ai comizi politici evidentemente il virus non ha interesse di partecipare.

Le richieste del settore dello spettacolo

Bauli in piazza, realtà nata quasi un anno fa per lanciare un chiaro messaggio, continua la sua lotta nel tentativo di raggiungere risultati concreti. Essendo stato ormai approvato l’obbligo di green pass, la richiesta oggi è quella di poter tornare a fare eventi live con il pieno della capienza. Se infatti il green pass è oggi lo strumento su cui la politica italiana sta facendo affidamento per evitare nuove chiusure e garantire ai cittadini una vita più normale possibile, allora perché non lo si può sfruttare anche per la musica live? La domanda ad oggi non ha ancora ricevuto risposta.

Un altro motivo di rammarico per questi lavoratori è dettato dal fatto che in molte altre nazioni, si è tornato a fare eventi live con il massimo della capienza. Perché questo non è possibile anche in Italia? L’incoerenza di questa scelta è evidente in vari ambiti, in primis nei già sopra citati comizi politici. Ma anche per esempio sui mezzi di trasporto pubblici cui si accede ormai senza alcun controllo e di fatto anche senza alcun limite. Cosa cambia tra un autobus e un concerto?

L’appello a Mario Draghi

Sulla pagina Instagram di Ultimo concerto (realtà di cui vi avevamo già parlato qui) e anche su altri profili è stato pubblicato un appello rivolto direttamente al Presidente Mario Draghi con richieste e proposte concrete. Nel post si ricorda il fatto che ormai da marzo 2020 molti sono i lavoratori del mondo dello spettacolo impossibilitati dallo svolgere la propria professione e altrettanti coloro che hanno perso il posto.

La proposta per la ripartenza del settore si basa su due punti cardine: green pass e mascherine per tutti coloro che assistono ai concerti. E questa volta è stata anche proposta una data entro cui si auspica che venga redatto un piano per la ripartenza: il 31 ottobre. Anche in questo caso l’iniziativa è sostenuta da grandi artisti della scena italiana e non solo, da enti organizzatori di eventi ed etichette discografiche. Che sia la volta buona?

Eleonora Corso