La brutale e spietata storia del macellaio di Cleveland

«La mia ragazza e io stavamo andando a casa dopo aver fatto una passeggiata con il nostro cane Jack; era notte e stavamo passando sotto un ponte. Ci sentivamo al sicuro perché Jack era con noi, ma dopo aver fatto i suoi bisogni lo abbiamo visto tornare da noi con qualcosa in bocca. Gli ho detto di lasciarlo andare e così lui ha fatto. Quella che cadde dalla sua bocca era una mano umana, una mano lasciata dal macellaio…»

Questa è una delle testimonianze che il giornale nazionale al tempo riportò riguardo il caso del “Macellaio di Cleveland”. “Cleveland Torso Murderer” fu il nome che venne dato ad un assassino seriale mai identificato che agì nella zona di Cleveland, in Ohio, nella prima metà del XX secolo e a cui si attribuiscono 12 omicidi.

Cleveland negli anni ’30 era una città in grande espansione e, nonostante gli effetti della Grande Depressione, la maggior parte degli abitanti viveva più che decorosamente per via del lavoro costantemente richiesto nelle industrie.

Non si sa cosa abbia spinto il “Macellaio pazzo di Kingsbury Run” (altro nome con cui fu battezzato il serial killer) ad iniziare una serie di omicidi orrendi che avevano in comune la decapitazione e la mutilazione dei corpi.

Soltanto due vittime furono identificate; le restanti 10 si dividono convenzionalmente in 6 “John Doe” e 4 “Jane Doe”. Già, al serial killer furono attribuiti ufficialmente 12 omicidi, ma come vedrete è molto probabile che ne commise molti altri. Le difficoltà nelle indagini furono moltissime, una delle quali che i corpi furono ritrovato solo dopo diversi mesi e quindi irriconoscibili; il killer inoltra sembrava colpire a casaccio, senza distinzioni tra maschi e femmine o di età . Ciò che si notò fu che la maggior parte delle vittime sembrava appartenere alle classi meno abbienti, quelle vestite più comunemente e con i chiari segni di una vita di sacrifici o di vagabondaggio.

L’assassino ha decapitato tutte le sue vittime e spesso le ha anche smembrate; in molti casi la causa di morte fu proprio la decapitazione, quindi l’arma doveva essere estremamente affilata e resistente. Molti degli uomini uccisi vennero evirati, le donne segate in due e su alcuni corpi, sia maschili che femminili, vennero trovati segni di sostanze chimiche corrosive.

Ecco questo è praticamente tutto ciò che gli investigatori e l’FBI riuscirono ad ottenere dalle loro indagini. Ma vediamo di andare un po’ più nel dettaglio.

Analogamente a Whitechapel, territorio di caccia del famoso Jack lo Squartatore, anche l’area di Kingsbury Run era un posto buio e pericoloso, alla periferia della città e metà della malavita locale che spadroneggiava ai danni della gente più povera. In quei quartieri si viveva di prostituzione, gioco d’azzardo, furti, e bettole dove si spendevano i soldi nel peggior alcool. Le autorità tendevano a star fuori dai guai e giungevano solo per recuperare i cadaveri dopo le risse: uno scenario triste e purtroppo adatto ad un serial killer.

– Vittima numero 0: Il 5 settembre 1934 venne trovata la “Signora del Lago”, così chiamata perche era un tronco femminile trovato in riva al lago Erie. Inizialmente non venne inserita nell’elenco delle vittime del serial killer (ecco perché convenzionalmente gli venne dato il numero 0), ma una volta capito il modus operandi non vi fu dubbio: si trattava della metà inferiore di un corpo femminile con le cosce ancora attaccate ma tagliate all’altezza delle ginocchia; il corpo era stato lavato e lucidato e il coroner trovò un preservante chimico sulla pelle che aveva trasformato la pelle in cuoio rosso e duro. Nei mesi successivi vennero trovati nell’area pezzi scheletrici di un corpo femminile e che probabilmente appartenevano a lei; ciò condusse in errore le autorità nello stimare la sua morte. La testa non fu mai trovata e ciò non permise di identificare la donna.

– Vittime numero 1 e 2: il 23 settembre 1935 nella zona di Jackass Hill di Kingsbury Run venne trovato il cadavere decapitato di un uomo, evirato e trattato con lo stesso composto chimico della vittima 0. Era morto da almeno 3 settimane e nemmeno lui aveva addosso documento o elementi che ne indicassero l’identità. Nel bel mezzo dell’esame del coroner, a poco più di una quindicina di metri di distanza, venne trovato un secondo cadavere nascosto in un cespuglio: il corpo era nudo a parte i calzini e si scoprì che gli era stato è drenato gran parte del sangue. C’erano segni evidenti di corde attorno ai polsi e anche lui era stato evirato. Il coroner stabilì che la causa della morte era stata la decapitazione. Di lui, poiché era morto da circa 2 o 3 giorni, si riuscirono a prendere le impronte digitali e a dargli un nome: era Edward Andrassy, ​​un 28enne noto alla polizia per un arresto per furto.

– Vittima numero 3: Il 26 gennaio 1936 nel retro di una negozio nei pressi di una fabbrica venne trovata la metà del corpo di una donna. Questa volta si trattava della parte superiore, che però era stata decapitata, sembrata e avvolta in fogli giornale come fosse un pacco. Venne trovata all’interno di due ceste per il pane. Il resto del suo corpo venne trovato circa 10 giorni dopo, tutto tranne la testa. Poiché era morta da pochi giorni le impronte digitali la identificarono come una cameriera che spesso si prostituiva lungo la 20a strada nel centro di Cleveland di nome Florence Genevieve Polillo.

– Vittima numero 4: Il 4 giugno a Kingsbury Run venne trovata la testa di un uomo sui 20 anni avvolta da un paio di pantaloni. La polizia trovò il suo corpo il giorno successivo, svuotato del sangue e scaricato davanti alla centrale di polizia. Il corpo aveva 6 tatuaggi, uno dei quali riportava i nomi Helen e Paul e un altro con le iniziali W. C. G.; inoltre indossava mutande con le iniziali J. D.M.; malgrado ciò e nonostante la sua maschera mortuaria fu esposta alla vista di migliaia di cittadini di Cleveland l’uomo non fu mai riconosciuto e venne chiamato semplicemente “Uomo Tatuato”.

– Vittima numero 5: Il 22 luglio nella zona ovest di Cleveland vennero trovati i resti di un torso decapitato maschile ai bordi di un bosco. Era morto da circa due mesi e la sua testa, così come un mucchio di vestiti insanguinati, vennero trovati nelle vicinanze. Non fu mai identificato e l’unica cosa che si ottenne fu una stima degli anni, circa 40.

– Vittima numero 6: Il 10 settembre 1936 la metà superiore del corpo di un uomo fu trovata in una via di Kingsbury Run; lo stesso giorno la polizia trovò la metà inferiore entrambe le gambe, staccate dal corpo, in una piscina vicina. L’uomo aveva circa 40 anni e la testa non fu mai trovata.

Dopo sei omicidi brutali in un anno (in realtà c’era ancora al vittima 0 da aggiungere, ma ancora non lo sapevano) la polizia non aveva né indizi né sospetti. La stampa non fu certo clemente e ridicolizzò le autorità apertamente accusandoli di incapacità; così, sotto la crescente pressione del sindaco, fu nominato come responsabile della sicurezza Eliot Ness, famoso per aver investigato ed incastrato Al Capone. Gli vennero assegnati due detective esperti a tempo pieno e gli fu dato il compito di lavorare sul caso del Macellaio di Cleveland.

Ness e i suoi detective intervistarono più di 1.500 persone e il dipartimento nel suo complesso più di 5.000. Venne anche nominato un nuovo coroner della polizia, Sam Gerber, tutto per avere personale al top dell’efficienza e acciuffare il serial killer. Ma i quattro non riuscirono a trovare il bandolo della matassa.

– Vittima numero 7: Sulla riva del lago Erie il 23 febbraio 1937 vennero trovati i resti di una donna che inizialmente vennero scambiati per le parti mancanti della “Signora del Lago” (la vittima 0); in realtà si trattava di due corpi diversi e i resti scheletrici trovati nell’area appartenevano al corpo di una seconda donna, anch’ella rimasta non identificata.

– Vittima numero 8: Il 6 giugno 1937 venne trovato un teschio umano sotto il ponte Lorain-Carnegie. Poco lontano c’era una borsa che conteneva i resti scheletrici di una donna di circa 40 anni. Inizialmente identificata come Rose Wallace, sparita di casa 10 mesi prima, e nonostante le affermazioni dei figli che erano certi fosse lei, la polizia successivamente ritrattò le dichiarazione e disse che i resti non erano identificabili.

– Vittima numero 9: Il 6 luglio venne trovata la parte superiore di un maschio 30enne nel fiume Cuyanoga; nei giorni a seguire la polizia recuperò tutto il corpo, ad eccezione della testa. L’addome era stato svuotato e il cuore strappato via.

– Vittima numero 10: L’8 aprile 1938, circa nella stessa zona del fiume, fu trovata la metà inferiore di una gamba di donna. Un mese dopo la polizia trovò due sacchi contenenti entrambe le parti del torso tagliato a metà e la maggior parte del resto di entrambe le gambe nel fiume. Per la prima volta il coroner rilevò farmaci nel corpo della vittima, probabilmente dei sedativi.

– Vittime numero 11 e 12: Il 16 agosto 1938 nella discarica del lungolago nella 9a strada est i raccoglitori di rottami trovarono il busto di una donna avvolta in una giacca di uomo e una vecchia trapunta. Le gambe e le braccia erano in una scatola e la testa era avvolta in un foglio di carta marrone. Mentre la polizia cercava le parti del corpo, trovò i resti di un secondo corpo a pochi metri di distanza: era un maschio morto da circa 9 mesi, anch’egli fatto a pezzi e avvolto nei suoi stessi vestiti.

La vittima 0 si tende ad escluderla dalla lista (resterebbero 12 morti) perché molti ritengono che l’assassino abbia cominciato ad uccidere nel 1935, deduzione dovuta al fatto che i ritrovamenti dalla vittima 1 in poi avvennero a pochi mesi l’una dall’altra. Partendo da questo bizzarro e discutibile concetto vengono escluse anche le seguenti:

– Il 1º luglio del 1936 un corpo decapitato maschile fu trovato in un vagone merci a New Castle, in Pennsylvania (fu escluso perchè non era nei pressi di Cleveland).

– Altre 3 altre vittime decapitate furono trovate in altrettanti vagoni nei pressi di McKees Rocks, sempre in Pennsylvania, il 3 maggio 1940. Erano state tutte decapitate e sventrate , ma nuovamente, essendo lontane da Cleveland, non furono attribuite allos tesso assassino.

– Diversi altri corpi decapitati furono trovati occasionalmente nelle paludi della medesima zona della Pennsylvania fin dagli anni ’20 (si parla di oltre 20 corpi), ma, come sopra, non vennero imputate al Macellaio di Cleveland.

– Infine, Robert Robertson fu trovato in un negozio al numero 2138 della Davenport Avenue di Cleveland il 22 luglio 1950. Era stato decapitato ed era morto circa due mesi prima. Poiché si reputò che l’assassino avesse terminato di uccidere nel 1938 anche lui non venne imputato allo stesso killer.

Stando alle deduzioni della polizia, perché l’assassino si fermò nel 1938?
Il 18 agosto del 1938 Ness e 35 agenti di polizia, probabilmente frustrati per i continui insuccessi nelle indagini, fecero una retata nell’intera Kingsbury Run e arrestarono 63 uomini che torchiarono per giorni alla ricerca di indizi. Su ordini di Ness le baracche dove vivevano furono date alle fiamme e loro stessi vennero minacciati di ritorsioni sulle famiglie. Quell’azione scellerata fu aspramente criticata dalla stampa, che rese pubbliche anche gran parte delle indagini effettuate e i ritrovamenti; forse quello scalpore e l’attenzione sulla vicenda convinse il serial killer a spostarsi o ad attendere che si calmassero le acque.

Il 24 agosto 1939 la polizia arrestò un muratore di 52 anni, Frank Dolezal, come possibile autore dell’omicidio di Florence Polillo, Dolezal aveva convissuto con lei per alcuni mesi, e una successiva indagine rivelò che conosceva anche le vittime Edward Andrassy e Rose Wallace.

L’uomo confessò l’omicidio di Florence Polillo, ma nella prigione della Contea di Cuyahoga fu riscontrato che aveva 6 costole rotte, ferite e profondi tagli che, a detta dei suoi amici, erano stati inflitti dallo sceriffo Martin L. O’Donnell per costringerlo a confessare. La maggior parte degli studiosi ritiene che Dolezal non fosse coinvolto negli omicidi e che abbia confessato sotto minaccia di morte. Dolezal morì improvvisamente dopo aver ritrattato la confessione e aver dichiarando di essere stato picchiato perché la rendesse. Il caso fu archiviato come suicidio in cella, ma in molti sospettano un coinvolgimento dello sceriffo e dei suoi sottoposti nella sua morte.

Infine c’era un sospetto, ancora più di Dolezal. Pare che la polizia sospettasse del dottor Francis E. Sweeney, ma non abbia mai trovato nulla a cui appellarsi per accusarlo degli omicidi. Sweeney era un veterano della prima guerra mondiale e aveva lavorato in un’unità medica che ha condotto amputazioni e operazioni sul campo.

Soffriva di gravi disturbi mentali e negli anni ’40 fu sottoposto a cure psichiatriche. Dalla clinica negli anni ’50 inviò diverse cartoline minacciose alla polizia deridendo e insultando Ness e la sua famiglia. Morì in ospedale nel 1964.

Il caso “Cleveland Torso Murderer” non venne mai risolto, non ci fu un colpevole, né si riuscirono a identificare 10 delle vittime. Venne archiviato e pare non possa essere riaperto: tutti i documenti ufficiali di polizia su questo caso sono stati persi, distrutti o rimossi.

redazione