3 app inutili che vorrai avere a tutti i costi

Dai millennial agli ultra quarantenni, nessuno può farne a meno delle app da quando esistono gli smartphone che regolano ogni istante della nostra vita. C’è un’app per incontrare l’amore, per prenotare la cena, per comprare vestiti, per vendere oggetti, per cucinare, dormire, fare la doccia ecc… Da quando esistono la nostra vita è più semplice, ogni problema ha un’app che lo risolve, non ci credete?

Immaginate una riunione di famiglia e la zia pettegola che non vede l’ora di riempirvi di domande sulla vostra vita sentimentale (una piaga che tutti noi viviamo) bene a risolvere queste conversazioni imbarazzanti ci pensa Invisible Boyfriend. Per capire come funziona realmente questa applicazione una giornalista del Washington Post, Caitlin Dewey, l’ha provata per 24 ore scavando più in profondità ed entrando in contatto con il fondatore dell’app Matthew Homann. Ryan Gosling, così Caitlin ha chiamato il fidanzato invisibile, si dimostra il ragazzo perfetto, tanto che la giornalista si chiede come farà a non innamorarsi di lui, una condizione che nel regolamento è categoricamente vietata.

La vita non è tutta rose e fiori neanche quando siamo provvisti della dolce metà. Un compagno in carne e ossa, infatti, ha bisogno di un sacco di cure: il messaggio del buongiorno e frasi d’amore prima ancora che voi abbiate preso il caffè, interminabili spiegazioni su dove siete e cosa fate; ha bisogno di un appoggio morale nei momenti di difficoltà e necessita che gli rimbocchiate le coperte con il messaggio della buonanotte. Per sollevarci da tutte queste incombenze c’è Broapp, l’app che invia al partner i messaggi al posto nostro. Si inizia selezionando la modalità di comunicazione: Sms o Whatsapp. Si inserisce il numero della dolce metà e si scelgono delle frasi già preimpostate o create da noi; come ultimo step bisogna impostare gli orari e la modalità con i quali si vogliono inviare i messaggi e il gioco è fatto. Gli ideatori di Broapp non si sono fatti sfuggire nulla e sapendo che la curiosità è donna (ma spesso anche uomo) hanno munito l’applicazione di password.

Vi sentite in colpa per i sotterfugi commessi con l’app precedente? Confession salva la vostra anima rendendola di nuovo immacolata. L’app funge da confessore e ci guida annotando tutte le marachelle commesse per non cadere più nel peccato. Se Broapp ha una password potete immaginare come sia necessaria in questa applicazione per non cadere nel disonore eterno. Sì, le app ci hanno proprio salvato la vita.

Claudia Ruiz