E’ sempre trepidante l’attesa che si consuma quando il mito di Andy Warhol torna a Napoli. Per questo motivo risulta indubbio l’ottimo risultato per il vernissage interamente dedicato al suo genio. Nell’incredibile cornice della Basilica della Pietrasanta di Napoli si è conclusa la cerimonia inaugurale di una mostra che lascia intravedere un ennesimo successo targato Arthemisia. Al taglio del nastro immancabile è stata la presenza dei fautori di un evento che pone nuovamente Napoli come protagonista d’arte e cultura: Iole Siena, presidente del gruppo Arthemisia, Matteo Bellenghi, curatore della mostra, Eugenio Falcioni, tra i maggiori collezionisti di opere di Andy Warhol, Mons. Vincenzo De Gregorio, rettore della Basilica di Pietrasanta e Raffaele Iovine, presidente dell’associazione culturale della Pietrasanta.
Un’esposizione curata nel dettaglio e che stupisce passo dopo passo. Un connubio/contrasto tra la scelta della location, forte della sua storia e del suo passato, con la novità incarnata dalle opere esposte. La Basilica conserva la sua classica bellezza e si apre ad accogliere con installazioni e affascinanti trovate il futuro. I due elementi si amalgamo e generano stupore. Lì, nei punti esatti in cui si è certi di trovare ciò che concerne la religiosità del posto, spuntano elementi inattesi. Un luogo che non è semplice ospite, ma coprotagonista. Un risultato che è una “scommessa”.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 26 Settembre al 23 febbraio 2020. Ad accogliere i visitatori ci saranno oltre 200 opere selezionate. Le stesse sono inserite all’interno di un percorso acutamente confezionato per accompagnare il visitatore in una completa visione della produzione artistica di Andy Warhol. Un percorso diviso in sezioni e indotto da gradevoli installazioni led che ne specificano il contenuto. Immortali icone, ritratti, polaroid e disegni, a Napoli ritorna l’irriverente sguardo di Warhol sulla cultura Pop e come questa sia stata radicalmente stravolta nella sua canonica definizione di estetica.
Opere in esposizione
Primeggiano tra tutte le opere più famose. Il ritratto serigrafico di un mito intramontabile, Marilyn Monroe, scelto come volto della mostra, le serigrafie di Mao e il ben noto Flowers del 1964. In punto di rilievo anche le opere che Andy Warhol ha dedicato all’Italia e soprattutto a Napoli, con Vesuvius del 1985 e Last Supper. Impreziosiscono la mostra i volti che Warhol ha contribuito ad elevare a leggende della pop cultura. Accanto ai noti ritratti di Man Ray, Keith Haring, Edvard Munch, Lenin, Giorgio Armani, Liz trovano dignità e rilievo le espressioni, cariche di emotività, della serie Ladies and Gentlemen. Un momento a sé è richiamato dalla sezione di disegni, ancora poco noti e rari esempi della fase pre pop di Warhol.
Altro spazio è dedicato al legame che Warhol ha avuto con il mondo della musica. Non solo le famose cover come The Velvet Underground & Nico e Love you Live, ma anche i ritratti di Mick Jagger, Miguel Bosè, Billy Squier. Assemblaggi di chitarre, copertine e oggetti personali di fenomeni come Michael Jackson o Paul Anka, incantano e spingono la fantasia a viaggiare. Un’esposizione che induce alla scoperta e a comprendere fin dove il tocco di Warhol è riuscito a giungere, contaminando ogni campo, ogni settore. Non manca all’appello la moda, con i ritratti di Gianni Versace, Valentino, Jean Paul Gaultier e ultimi, ma non meno importanti, i celebri Self Portrait dalla parrucca color argento.
Un’esposizione che, quella “scommessa”, ha le carte in tavola per vincerla.