Botticelli che passione

Di Federico Frigo  per Social Up!

Che ci piaccia o meno ammetterlo, difficilmente nel mondo dell’arte si è avuto un genio che ha completamente stravolto le convenzioni o introdotto dal nulla un nuovo canone di pittura. Nell’arte infatti, ogni artista porta tanta innovazione quanto è il bagaglio di esperienza tratto da artisti e ispiratori precedenti, questo è il senso che il Victoria & Albert Museum a Londra ha voluto dare alla sua Botticelli Reimagined, ossia una mostra che intende esplorare la grande influenza di Sandro Botticelli sugli artisti del passato e sui contemporanei.

Difficile pensare a un autore più prospero per gli imitatori, considerando la semplicità dei soggetti del pittore, che hanno offerto via via materiale da cui trarre spunto per regalare una nuova interpretazione alle sue tele, per cimentarsi in una copia o in una caricatura parodica.

La mostra si presenta organizzata e suddivisa in tre parti: la prima parte è forse quella più eccentrica, dedicata al presente, a rivisitazioni dei capolavori rinascimentali da parte di Andy Warhol, Dolce & Gabbana e persino Lady Gaga, per citarne alcuni.

Accanto a rivisitazioni più o meno azzardate, si trovano vere e proprie trasposizioni nel presente, come la Venere asiatica di Yin Xin o la Venere che emerge da un mare di rifiuti del brasiliano Vik Muniz.

La seconda parte di questo particolare viaggio nel tempo è dedicata invece all’Ottocento, in particolare ai Pre-Raffaelliti che riscoprirono la grandezza e il genio di questo artista e si cimentarono in varie copie, attingendo ciascuno da un dettaglio per poi amplificarlo all’interno delle proprie opere.

Nella terza parte della mostra si giunge al Botticelli in prima persona con l’occasione di ammirare oltre 50 dipinti del maestro e della sua bottega, tra cui alcuni dipinti di Natività e altre tele a soggetto mitologico, vera cifra artistica del pittore.

Al termine del percorso si trova la Venere che conclude con efficacia il ciclo di catarsi artistica iniziato con le imitazioni ridicole, proseguito con le copie ottocentesche e terminato con le opere autografe del pittore.