A causa dei numerosi tatuaggi sulle braccia un carabiniere a Bologna rischia di essere licenziato

Non tutti apprezzano i tatuaggi, soprattutto se molto evidenti ed in vista, ma nel caso dei carabinieri contrastano con la regolarità dell’uniforme. Un carabiniere originario di Bari di 42 anni,  di servizio a Bologna in un primo momento proprio a causa dei suoi vistosi tatuaggi sugli avambracci era stato licenziato in seguito ad un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Con l’appoggio del Nuovo sindacato carabinieri il militare, aveva fatto ricorso al Tar, che gli ha dato ragione annullando la sanzione imposta,  il Tribunale amministrativo di Bologna ha infatti chiarito che la cessazione del rapporto è una punizione eccessiva, pur ammettendo che la vistosità dei tatuaggi  può costituire un illecito sul piano disciplinare. Il Tar ha infatti ammesso che l’incisione di tatuaggi “deturpanti della persone e indice di personalità abnorme” può sicuramente costituire un illecito disciplinare, in quanto in contrasto con il regolamento sulle uniformi, ma ha ritenuto esagerata la richiesta di licenziamento, non ci sono gli estremi per il venir meno del rapporto fiduciario con l’Amministrazione, bensì i presupposti per una sanzione più mite. La sentenza del Tar implica anche l’eventuale possibilità di impiegare il carabiniere in servizi che non necessitano obbligatoriamente l’utilizzo dell’uniforme a manica corta e senza nessun obbligo, ammettono che volontariamente possa decidere di rimuovere i tatuaggi  definiti dai giudici “obiettivamente deturpanti della persona”. Inoltre gli avvocati che difendono il militare precisano che la gravità della condotta è quanto meno attenuata da atti dell’Arma, dove si dice che l’applicazione di tatuaggi non è vietata, ma sconsigliata”.

Alessandra Filippello