È abitudine diffusa credere che i Grandi Classici siano libri di migliaia di pagine, i cosiddetti “mappazzoni”, e in alcuni casi è davvero così: basti pensare a romanzi come Anna Karenina e Guerra e pace di Tolstoj, o ancora I Miserabili di Victor Hugo o la Divina Commedia del nostro amato connazionale Dante Alighieri. Sebbene valga la pena di impiegare il proprio tempo anche in queste letture un po’ più impegnative, non sempre i classici ne portano via così tanto. Esistono infatti libri che vi ruberanno al massimo un pomeriggio o due ma che vi lasceranno ugualmente quella sensazione di essere stati trasportati in un’altra dimensione che solo i grandi romanzi sono in grado di trasmettere.
Italiani ma non solo, d’amore, di guerra e di introspezione: ce n’è per tutti i gusti.
Dante Alighieri, Vita Nova: l’evoluzione di uno degli amori più famosi della storia della letteratura italiana, quello di Dante per Beatrice, raccontata da un mix di prosa e poesia. Vi commuoverà.
Ugo Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis: la raccolta di lettere dell’alter ego foscoliano racconta il periodo risorgimentale e le delusioni politiche senza tralasciare la componente amorosa e, più in generale, affettiva.
Jean-Paul Sartre, Porta chiusa: l’opera teatrale del noto esistenzialista francese vi porterà alle soglie dell’Inferno; un Inferno inaspettato, fatto di domande, insinuazioni, ricordi. Come lo stesso filosofo afferma: “L’inferno sono gli altri”.
Luigi Pirandello, Uno nessuno centomila: Pirandello esplora le diverse sfaccettature dell’essere umano, colto da una profonda crisi d’identità. Egli crede di essere unico, di avere una propria identità, quando in realtà è un Nessuno in mezzo agli altri; Centomila sono le sue personalità, centomila le angolazioni dalle quali è osservato. Vi immedesimerete nel povero Vitangelo Moscarda?
Ugo Tarchetti, Fosca: un romanzo a tratti macabro che esplora i meandri più oscuri della psiche umana, per chi non ha paura di confrontarsi con le proprie ombre.
Primo Levi, Se questo è un uomo: resoconto lucido ma toccante di una delle parentesi più tragiche della storia contemporanea, vissuta e raccontata in prima persona. Da leggere almeno una volta nella vita.
Fred Uhlman, L’amico ritrovato: breve racconto di una profonda amicizia che irrimediabilmente dovrà fare i conti con il destino e, soprattutto, con la Storia.
Alexandre Dumas, La signora delle camelie: Dumas figlio racconta una struggente storia d’amore ambientata nella Parigi ottocentesca. Da questo romanzo avrà origine La Traviata, una delle più famose opere liriche di Giuseppe Verdi. Vale la pena di versare qualche lacrima.
Fëdor Dostoevskij, Le notti bianche: breve racconto del romanziere russo (capace di ben altro “spessore”, vedi Delitto e castigo) che riesce nell’intento di far immedesimare il lettore nello sventurato protagonista e soprattutto permette di immergersi nell’atmosfera della Pietroburgo delle “notti bianche”, quando il sole tramonta solo alle 22.
Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe: uno dei più celebri romanzi francesi ci ricorda quanto i bambini abbiano da insegnarci, dal momento che “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Secondo la stessa definizione dell’autore è un libro per bambini, che si rivolge agli adulti.
Italo Calvino, Il Cavaliere inesistente: con la sottile ironia che lo contraddistingue Calvino racconta le vicende di Agilulfo, un cavaliere fatto soltanto del proprio onore e di un’armatura vuota. È il paradosso del cavaliere perfetto, che finisce per smarrire se stesso. Varrebbe la pena, poi, di dedicarsi anche agli altri due libri della trilogia “I nostri antenati”: Il Visconte dimezzato e Il Barone rampante.