Nella primavera dello scorso anno, un ricercatore universitario in Texas ha scoperto e pubblicato uno scritto inedito di Walt Whitman, il poeta della democrazia americana. A differenza di quello che si potrebbe pensare, l’autore newyorkese ebbe una carriera non semplice. La prima edizione dell’unica sua raccolta di poesie “Foglie d’erba”, pubblicata nel 1855 gli diede un modesto apprezzamento negli ambienti d’avanguardia ma non un grande successo di pubblico e ciò lo spinse a gettarsi nel giornalismo di bassa lega a New York.
L’inedito ritrovato appartiene proprio a quel periodo e si tratta di una serie settimanale in tredici parti scritta sotto falso nome nel 1858 per un giornale non molto noto chiamato New York Atlas. L’insieme di articoli intitolata “Manly Health and Training“ (“Salute virile e allenamento”) era costituito da un insieme di utili consigli per il benessere maschile; dall’alzarsi presto al mattino, al fare esercizio fisico e perfino evitare di contrarre malattie veneree dalle prostitute. Il tema della virilità atletica, ma anche lo stile intenso e selvaggio della scrittura sono presenti anche in molte sue poesie.
Autodidatta, sostenitore instancabile dei principi della democrazia e dell’uguaglianza, nemico del capitalismo, è stato forse il miglior cantore del cosiddetto “sogno americano”. Nella sua vita dovette affrontare la spaventosa esperienza della guerra civile, schierandosi dalla parte del repubblicano Lincoln dopo essere stato costretto a lasciare il partito democratico, ormai deluso. Proprio in occasione della morte del presidente che pose fine alla schiavitù americana, scrisse la celeberrima ode “O capitano! Mio capitano!” resa ancora più nota dal film “L’attimo fuggente” (Dead Poets Society), con Robin Williams. Nelle sue prose – non solo articoli ma anche abbozzi di conferenze, pagine di diario – la costante è sempre l’amara constatazione della crescente corruzione e la divaricazione tra ricchi e poveri.
Poeta dell’individuo e allo stesso tempo della collettività, nella sua vastissima raccolta, raccontò con stile profondamente realistico il mondo circostante. Innovativo e rivoluzionario, affrontò in modo esplicito e audace temi come l’eros e la morte. Ciò che lo distinse maggiormente rispetto alle precedenti generazioni furono le tecniche formali e linguistiche. Le sue poesie come “foglie” radicate nel territorio americano esprimono intensamente i sentimenti contrastanti della società odierna, dall’esaltazione della natura al miracolo del progresso industriale. Anticonformista persino nell’aspetto, con la sua folta barba e il perentorio rifiuto di indossare la cravatta, non era ben visto dai contemporanei, anche a causa della sua probabile omosessualità. Se il centenario della morte fu festeggiato in sordina nel suo paese, più forte fu il successo negli ambienti, soprattutto socialisti, europei, e venne ripreso dagli autori di riferimento della Beat Generation, come Jack Kerouac e Allen Ginsberg.