Nella frazione di Bindo, nel comune di Cortenova vicino Lecco, si trova una villa abbandonata soprannominata “la Casa Rossa” per via del colore che un tempo ricopriva la sua facciata. Si tratta di villa De Vecchi costruita tra il 1854 e 1857 dal nobile Felice De Vecchi, famoso per aver partecipato alle Cinque Giornate di Milano.
Il nobiluomo desiderava una casa di villeggiatura ove potersi rilassare a contatto con la natura e lontano dalla vita frenetica e mondana delle grandi città. Per questo decise di far edificare una villa con un grande parco nella piccola cittadina lombarda. Si calcola che De Vecchi spese una cifra astronomica per il tempo, pari a circa 44 mila lire, per far sorgere la sua lussuosa residenza, dotata di ogni confort e lusso disponibile. Successivamente dopo la morte del nobile, la villa venne abbandonata e da quel momento cominciò a diffondersi la sinistra fama della “Casa Rossa”, che secondo i vari racconti diventò luogo di misteriose sparizioni, omicidi e riti satanici.
Si racconta che la moglie e la figlia di De Vecchi furono ritrovate cadaveri all’interno della casa e che per questo il conte impazzì e si suicidò per il dolore. Testimoni raccontano anche del fantasma di una bambina, che sarebbe stata una figlia illegittima del nobile, uccisa all’interno della villa e il cui spirito ad oggi si aggirerebbe per i corridoi abbandonati pronto a terrorizzare gli incauti visitatori. Ma si parla anche di una misteriosa melodia, come il suono di un pianoforte, udita di notte da molti passanti, nonostante l’edificio risulti totalmente abbandonato da diversi decenni, nonché dei riti satanici che furono compiuti tra le decadenti mura di casa De Vecchi.
A tal proposito il mago esoterico Aleister Crowley soggiornò diverse volte a villa De Vecchi e si narra che durante le sue visite abbia organizzato riti occulti e messe sataniche al fine di propiziarsi le forze del male. Naturalmente tutti questi racconti hanno rafforzato enormemente la sinistra fama della “Casa Rossa” che ad oggi, a buon merito, può definirsi uno dei luoghi più infestati d’Italia.