Vedi Napoli e poi vivi! Itinerario (non) convenzionale per una Napoli tutta da scoprire

Una città di contrasti e contraddizioni, follemente innamorata della vita, del mare, del sole e dei sapori che danno un senso anche ad una giornata di pioggia. Lei è la più eccentrica delle regine del Sud Italia: benvenuti a Napoli!

Abbiamo preso un treno e attraversato tutto lo Stivale per ripartire alla scoperta dell’Italia dopo un lungo periodo di piazze deserte, ristoranti desolati e negozi dalla saracinesca abbassata. Un Teatro che riapre il suo sipario, pronto ad accogliere il Mondo intero.

Salite a bordo e mettetevi comodi: vi sveleremo un itinerario poco convenzionale per chi visita Napoli per la prima volta.

Regola numero 1: a Napoli è obbligatorio perdersi. Abbandona Google maps e perditi in un labirinto di vicoli e stradine. Annusa i profumi dei panni stesi al sole misto a al fritto delle sfogliatelle appena sfornate di Poppella, di caffè intenso e di salsedine, dei forni di pizza Sorbillo e del muschio secco dei presepi di San Gregorio. Compra della frutta fresca al banco di quella signora dalla traversa a fiori e sì, assaggiale quella grossa ciliegia che è a fine d’o munno, perché avrà ragione, per qualche secondo, il mondo si fermerà per assaporarla come una caramella.

Un luogo in cui invece è meglio non perdersi, ma anzi, stare ben vicini alla guida, è la visita alla Napoli Sotterranea. Una città nella città, o meglio, una città sotto la città: un labirinto di cunicoli 40 metri sotto terra attraverso cui compiere un viaggio nella storia lungo ben 2400 anni, dall’epoca greca a quella moderna.

Il rito del caffè

Dopo tanta umidità del sottosuolo napoletano, goditi una a tazzulella ‘e cafè al banco mentre il barista canticchia o fischietta tra una chiacchiera e l’altra con i suoi clienti abituali. Lascia un caffè sospeso, qui è un’ usanza comune che radici antiche e di nobile natura: lo sapevi? Lasciare o’ suspiso è un gesto che sembra risalire al periodo della Seconda Guerra Mondiale: chiunque avesse le disponibilità economiche per pagare il proprio caffè, ne aggiungeva un altro da lasciare per l’appunto “in sospeso”, per coloro che non potevano permetterselo.

Il Vesuvio

Con la carica giusta si arriva ovunque, anche fin sopra al Vesuvio. Beh, quasi. Anzi, non proprio. Per i napoletani ‘A Muntagna è il vero simbolo della città; una madre che culla e avvolge Neapolis, la ‘città nuova’, fin dai tempi antichi. Una delle tante leggende narra dell’amore della sirena Partenope per il centauro Vesuvio. Ciò avrebbe scatenato la gelosia di Zeus, che li punì trasformando lui in un vulcano e lei nella città di Napoli. Un vulcano che, ricordiamo, è ancora attivo ma dormiente, costantemente tenuto sotto controllo dall’Osservatorio Vesuviano. Non tutti sanno che ci sono ancora interi paesi arroccati proprio sulle sue pendici, i cui abitanti non hanno la minima intenzione di lasciare.

Oggi ci sono molti modi per raggiungere il cratere, sia in autonomia che con servizi privati: con CiaoFlorence è facile e comodo. Puoi partire dal centro di Napoli con un servizio di pick up e raggiungere le pendici del Vesuvio per immergerti nella macchia mediterranea ed i vigneti dalle origini antichissime. Prima di raggiungere il cratere potrai gustare le eccellenze del territorio e degustare vini dei vigneti circostanti quali il famoso Lacryma Christi e il Caprettone. La breve ma ripida scalata verso il cratere verrà ripagata dalla meravigliosa vista sul Golfo di Napoli e su Pompei ed Ercolano, circondati dal un paesaggio marziano. Camminando intorno al cratere, la polvere nera della lava solidificata vi avvolgerà, rendendo ancora più suggestiva la vista dell’enorme buco davanti a voi, largo più di 1 km.

Il Cristo Velato

Visitando Napoli in pochi giorni, sarebbe meglio evitare di andare per musei per non perdere troppo tempo e rischiare di non godersi a pieno la città; tuttavia, se avete bisogno delle emozioni forti che solo l’Arte con la A maiuscola, c’è una tappa che – oserei dire – essere veramente obbligatoria. La magia del Cristo Velato racchiuso nella magnifica Cappella di San Severo: l’opera di Giuseppe Sanmartino ricavata da un unico blocco di marmo nel 1753, avrà il potere di lasciarvi senza parole. Il Cristo riposa steso, coperto da quello che sembra un sottilissimo velo, in grado di svelare i dettagli del corpo morto con una precisione e un realismo commovente. La visita è breve e la Cappella è nel cuore della città, ma è necessario prenotare con anticipo per via del grande afflusso turistico e le piccole dimensioni della Cappella.

E al calar del sole, il lungomare sul Golfo di Napoli vi svelerà in lontananza Castel dell’Ovo; come un’appendice sulla riva del mare, l’isolotto di Megaride – oggi conosciuta semplicemente come Borgo Marinari – ospita il più antico castello della città, intriso di storie e leggende, tutte da scoprire. La costruzione di origine Normanna, domina il mare fin da tempi antichissimi. Salendo fin sopra le sue terrazze a picco sul mare, il tramonto vi incanterà come la Sirena Partenope incantò Ulisse durante la sua traversata.

Perché si chiama Castel dell’Ovo?

Sembra che proprio la bella Partenope, una volta che Ulisse riuscì a fuggire dal suo pericoloso canto, morì sull’isola deponendo un uovo. Fu il poeta Virgilio, conosciuto nella città napoletano per essere anche un grande mago, a recuperare l’uovo della sirena e  nasconderlo nei sotterranei del castello. Oggi è credenza popolare pensare che, finché l’uovo incantato non si fosse romperà, la città e il suo castello saranno al sicuro da ogni tipo di calamità.

Lucrezia Vardanega