Utensili da cucina di design che seguono i gesti

Il cibo è diventato il trend del momento e il food design la sua celebrazione, lasciamo stare però il finger-food da happy-hour, il design interviene sul cibo in altri modi. Numerosi sono gli esempi di progettisti che si sono cimentati nell’ambito cucina, basti solo pensare a quanta oggettistica rientri in questo settore, ma c’è chi facendo questo si è distinto da gli altri, è andato oltre, creando nuovi utensili che assecondassero i gesti delle persone. Tutti questi progetti sono nati dall’osservazione di abitudini o da quei piccoli movimenti involontari che ognuno di noi compie quotidianamente. Il designer è prima di ogni cosa un attento osservatore, scruta e analizza il mondo che lo circonda e da questo nasce gran parte del suo progetto, spesso il designer traduce in pratica quello che già accade.

Il primo oggetto, che è anche il più anziano, è stato ideato due maestri: Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1962 disegnano un cucchiaio speciale per la Kraft (produzione Alessi  dal1997), lo scopo è sostituire il dito con un apposita spatola capace di raccogliere i residui finali nei barattoli di maionese, marmellata e conserve varie. In PMMA disponibile in diversi colori, la forma è ottenuta seguendo il profilo interno della sezione di un barattolo standard.

Parte dal dito anche il toscano Paolo Ulian che, sviluppa una cialda in cui infilare l’indice e intingerlo nella Nutella, acquistato dalla Ferreo nel 2004, Finger Biscuit fa parte di quella categoria di progetti che lo stesso Ulian chiama “osservare comportamenti”. Partendo dalla forma del ditale la cialda si allarga fino a formare un piccolo dischetto che garantisce la pulizia del gesto.

La cioccolata è il rimedio più utilizzato per superare i momenti di tristezza, talvolta anche quelli di depressione, il cioccolato in capsule (70% di purezza con aggiunta di vitamine) diventa un farmaco, un palliativo a tutti gli effetti; questa una delle idee di Matteo Ragni per Costruttori di Dolcezze (2007).

C’è chi invece la nevrosi la esprime in altri modi, a scuola chi non si mangiava le unghie mordicchiava biro e matite, stati di agitazione esorcizzati con salivazioni abbondanti su plastica e legno. Martì Guixè inserisce la testa di una Bic o una mina di grafite in una radice di liquirizia, così magari smetti anche di fumare.

Martì Guixè

Sempre Guixè fa riaffiorare memorie dell’infanzia, in questo caso legate alla posta cartacea; leccare il francobollo era il momento più atteso quando si spedivano le cartoline in vacanza, se la colla avesse avuto un sapore, ci sarebbe nella nostra mente una “libreria di gusti” legati ad ogni singolo viaggio. Il designer racconta la Spagna con un assaggio di paella da leccare.Le piccole scampagnate finiscono sempre a “pane e salame”, in ogni regione d’Italia. Di nuovo Paolo Ulian fa del detto un fatto ed è così che nasce un coltello a doppia lama, l’una liscia per l’insaccato e l’altra seghettata per il pane; la versione comitiva del coltellino svizzero. Un progetto del 1999 per Zani & Zani, semplice nelle componenti e nell’utilizzo: l’impugnatura contiene l’alloggio per le lame  (un pezzo unico che ruota), la mano stringendo blocca la lama nascosta nel manico garantendo la stabilità dell’altra.

C’è chi invece, facendo un mestiere diverso ma seguendo lo stesso processo sovverte le abitudini legate alla tavola. Davide Scabin attraverso il suo cyber-egg porta in tavola il bisturi, attrezzo da chirurgo, per incidere una doppia camera d’aria di pellicola trasparente, adagiata su un foglio da imballaggio; un palloncino da succhiare o far esplodere in bocca, ripieno di caviale, rosso d’uovo, vodka e scalogno. Mangiare un cervello carico di sapori caldi, contrapposti alla freddezza estetica del piatto.

 

 

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