Uno studio rivela che le piante sono capaci di comunicare tra loro

Sembra che anche le piante possano “origliare” le conversazioni dei vicini, e che quello che “ascoltano” ne influenzi (bene o male, a seconda dei vicini) la crescita: è quanto emerge da un nuovo studio pubblicato a maggio del 2013 sulla rivista BMC Ecology, in base al quale le piante ricorrerebbero a segnali acustici per comunicare tra loro.

“Abbiamo dimostrato che le piante sono in grado di riconoscere se quello che gli cresce accanto sia o meno un buon vicino”, afferma Monica Gagliano, ecologa evoluzionista della University of Western Australia, tra gli autori dello studio. “E supponiamo che questa informazione sia veicolata da un segnale acustico”.

La loro scoperta induce a credere che le piante non solo possano “sentire l’odore” di sostanze chimiche e “vedere” la luce emessa dai loro vicini (modalità di comunicazione già note agli scienziati), ma che possano persino “ascoltare i suoni” emessi da altre piante. “Le piante sono organismi molto più complessi di quanto pensiamo”, afferma Gagliano.

Nel recente studio Gagliano e il collega Michael Renton hanno osservato che le piante di peperoncino in compagnia di “buoni vicini”, come ad esempio il basilico, che inibisce lo sviluppo di erbacce e parassiti, crescevano più in fretta e più sane rispetto a quelle isolate.

Incredibilmente, lo stesso risultato si è ottenuto anche dopo aver avvolto le piante in fogli di plastica nera, in modo che non potessero scambiarsi radiazioni o segnali chimici. In un modo o nell’altro le piantine di peperoncino sono riuscite comunque a individuare che tipo di piante fossero i loro vicini, e a reagire di conseguenza.

“L’ipotesi che quello che si scambino sia una vibrazione sonora è la più semplice, e forse la più intuitiva, perché i suoni si propagano molto bene attraverso numerosi mezzi”, spiega Gagliano.

Quest’ultima ricerca di Gagliano è la prosecuzione di un esperimento effettuato lo scorso anno, in cui il suo team ha mostrato che le piante di peperoncino avvertono, allo stesso modo, se si trovano invece fra “cattivi vicini”, come ad esempio il finocchio, che emette sostanze chimiche che inibiscono la crescita delle altre piante.

La lingua delle piante

Gli scienziati dichiarano che la ricerca su questa insolita forma di comunicazione tra piante è ancora ai primi stadi, e sono consapevoli che molte questioni sono ancora aperte. Per esempio, le piante comunicano intenzionalmente le une con le altre? E, se è così, parlano una “lingua delle piante” universale?

“Qualunque sia il tipo di segnale emesso, non sappiamo ancora se lo producano allo scopo effettivo di comunicare o se sia un sottoprodotto secondario di qualche attività che poi viene ‘captato’ da altre piante”, spiega Renton.

E poi rimangono altri misteri: quali strutture corporee userebbero le piante per parlarsi e ascoltarsi tra loro? E gli insetti e gli animali potrebbero forse spiare le loro conversazioni per usarle, in qualche modo, ai loro scopi?

“Non lo sappiamo”, ammette Gagliano. Ma, aggiunge, “i dati ci sono. Le piante qualcosa stanno facendo. Anche se non so spiegarlo fino in fondo, questo non significa che non accada”.

Comunque accada, Gagliano ritiene che la capacità di comunicare con i suoni sia diffusa tra le piante. “Se si tratta di un’ulteriore modalità che le piante usano per comunicare, allora mi aspetto che sia diffusa ovunque”, dice.

Gagliano pensa che i segnali acustici potrebbero essere un modo rapido e semplice, per le piante, per identificare i loro vicini e anticiparne le mosse. Comunicare invece tramite segnali chimici comporta la produzione di molecole e recettori specializzati, che risulta più costoso dal punto di vista del dispendio di risorse.

Coltivare con la musica

Richard Evans, esperto di coltivazione e di ecosistemi della University of California della città di Davis, non coinvolto nello studio, afferma che, anche se preferirebbe vedere l’esperimento ripetuto più volte, queste scoperte “sono senza dubbio affascinanti”.

“Sembra che i ricercatori abbiano provato che tra le piante esiste una modalità di comunicazione mai identificata prima”, continua Evans.

Gagliano ipotizza che indagare i segreti della comunicazione tra le piante potrebbe anche avere ricadute pratiche a nostro vantaggio. Immagina che gli agricoltori, invece di ricorrere a fertilizzanti o pesticidi, un giorno potranno usare i suoni per incoraggiare o inibire la crescita di certe piante.

“Penso che finora non abbiamo sfruttato a pieno quello che la natura ci mette a disposizione”, sostiene. “È come se ci limitassimo a una piccola cassetta degli attrezzi quando la natura ci fornisce una gamma molto più ampia di strumenti da utilizzare”.

Ma Renton, coautore dello studio, ci tiene a precisare che, comunque, “gli effetti osservati sono piuttosto piccoli”. E conclude: “Penso dovremo aspettare un pò per sapere se a un agricoltore convenga economicamente usare la musica per ottenere quel piccolo incremento nella velocità di germinazione”.

redazione