“Tutto chiede salvezza” è un capolavoro destinato a lasciare il segno!

“Tutto chiede salvezza” fa parte della sestina dei libri che si contenderanno il Premio Strega il 2 luglio prossimo, data in cui si conoscerà il vincitore.

Il libro scritto da Daniele Mencarelli è già “Premio Strega Giovani” e si presta a diventare uno dei libri di formazione per un giovane che vuole diventare adulto e per un adulto che vuole imparare a guardarsi e a guardare il mondo con occhi diversi.

Daniele Mencarelli, lo scrittore, si presta da anni alla prosa ma lui è nato come poeta. Almeno sin da quando dalle scuole medie ha iniziato a scrivere poesie e non si è più fermato.

Negli ultimi anni, però, il poeta e scrittore romano ha deciso di servirsi di spazi più grandi e di più parole per raccontare cosa gli tocca dentro e gli smuove l’anima.

Dopo “La casa degli sguardi” che lo ha fatto notare per la sua tempra emotiva abbastanza sviluppata, Mencarelli ha deciso di ritornare con un romanzo edito da Einaudi con un titolo tanto ad effetto quanto congeniale per destare curiosità quale appunto “Tutto chiede salvezza”.

Lo scrittore romano ha deciso di partire da sé, raccontato un suo spaccato di vita avvenuto all’età di vent’anni per poter arrivare al lettore in maniera più diretta e senza suppellettili linguistici.

Qualcuno diceva, infatti, che non c’è cosa migliore di scrivere di se stessi perché il lettore percepisce subito verità e la voglia dello scrittore di aprirsi in maniera inedita svelando segreti.

Così Daniele Mencarelli racconta di sé in “Tutto chiede salvezza” di quando a vent’anni è stato sottoposto ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio, per brevità chiamato TSO, che lo ha costretto a passare sette giorni in una Clinica psichiatrica circondato da pazienti che con il tempo sono diventati amici e persone con cui sentire in comune il dolore del mondo.

Alternando la lingua italiana con il dialetto romano, Mencarelli parla di quei sette giorni con una tale poesia, realtà e crudità che lasciano il lettore incuriosito, particolarmente coinvolto e desideroso di scoprire perché Mencarelli ha avuto bisogno di un TSO a vent’anni.

Lo scrittore romano non lascia nulla al caso e accontenta il lettore pagina dopo pagina. Spiega della sua sofferenza generata da un mondo in cui non si presta gentilezza e attenzione ai deboli e a chi sta peggio.

Spiega che l’unico suo desiderio è salvezza, definita dallo scrittore in maniera così precisa e delicata che il lettore può rimanerne estasiato.

I 7 giorni nella clinica psichiatrica sono un modo per il Menncarelli scrittore e protagonista per capire che cose semplici come fare gruppo tra esseri umani anche se diversi e la presenza di una madre preoccupata e a tratti assillanti sono in realtà cose che già racchiudono in sé salvezza, anche di fronte ad eventi tragici.

“Tutto chiede salvezza” così si consacra a diventare un evergreen della letteratura italiana, un libro di formazione come dicevamo perché attraverso le debolezze spiega come si può tornare indietro o meglio mettere punto e ripartire.

Daniele Mencarelli, inoltre, mantiene una fragilità emotiva e una padronanza delle parole che raggiungono l’anima e che caratterizzano la sua cifra stilistica.

Non perdete tempo: leggetelo!

Buona lettura!!!

Sandy Sciuto