Yves Saint Laurent

Tra arte e moda negli anni ’60: la Collezione Mondrian di Yves Saint Laurent

A cura di Benito Dell’Aquila e Valentina Brini

La linea che separa l’arte e la moda è talmente sottile da risultare impercettibile. Forme che si trasformano, sperimentazioni di tessuti e combinazioni di colori non riguardano solo la pittura, ma si estendono ovunque e la moda ne è una degna espressione. E’ come se l’arte figurativa avesse i tratti di una grande madre mentre gli artisti quelli dei suoi mille amanti. Dunque, non risulta mai scontato quando uno stilista si rifugia in seno alla propria madre. Gli effetti appaiono evidenti, si tratta di spettacolari creazioni. Prendono forma collezioni che sono un omaggio ad artisti, un trionfo dell’arte, da indossare e da sfoggiare.
Numerosi sono gli stilisti che hanno reso omaggio ai grandi nomi dell’arte ed alcune collezioni diventano scuola, canoni, dei veri e propri manifesti.

In questo primo appuntamento scopriamo come Piet Mondrian trova nuova vita sugli abiti di Yves Saint Laurent. Le opere dell’artista olandese non si collocano molto distanti dall’operato di Laurent. La sua risultante trova espressione nel neoplasticismo.

“Nella poetica neo-plastica è estetico il puro atto costruttivo: combinare una verticale e una orizzontale oppure due colori elementari è già costruzione.”

1965: Yves Saint Laurent è pronto a diventare il più grande successore che l’Alta Moda parigina abbia mai visto dopo Christian Dior. Ed è proprio così che, nel 1965, Laurent da vita ad una delle sfilate più famose e iconiche nella storia mondiale del settore moda: la Collezione Mondrian.

Ricordiamo che gli anni ’60 sono il turning point del settore moda: iniziano le contaminazioni di genere, l’alta moda di Parigi viene sostituita dalla voglia di novità tipica della capitale inglese e iniziano a vedersi le prime accorciature (e gambe femminili!).

La collezione autunno-inverno 1965 di Yves Saint Laurent è ispirata proprio ai quadri del pittore olandese Piet Mondrian e oggi è il cuore del Musée Yves Saint Laurent di Parigi.

Durante il corso della storica sfilata, Yves Saint Laurent mandò in passerella solo 26 abiti su 106 dedicati a Mondrian: una sorta di capsule collection ante litteram come oseremmo definirla oggi. Abiti dal taglio austero, ma estremamente dinamico, gonne ad A dalla forma rigorosa e allo stesso tempo sbarazzina. Una semplicità della forma unita al gusto geometrico: due caratteristiche che sembrano anticipare quello che la moda avrebbe poi riservato durante il corso dell’iconico 1968.

Si dice che questi abiti del giovane Yves, ispirati al fondatore del neoplasticismo, siano in realtà il frutto di un periodo di crisi del suo genio, durante il quale la madre gli aveva regalato una lettura proprio sul pittore Mondrian (Piet Mondrian, Sa vie, son oeuvre).

Non è dunque un caso che Laurent abbia incontrato e reso omaggio alla ricerca di Mondrian. I quadri dell’artista, imitati e spesso banalizzati, celano invece, una grande complessità che nulla hanno a che vedere con la semplicità con cui appaiono. Le linee perpendicolari e le campiture di colore geometriche di cui Mondrian diventa l’esperto, sono una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale.

La vicinanza e la sovrapposizione del concetto di arte e quello di moda sono state per Yves Saint Laurent il punto focale di tutta la sua carriera. Attraverso la Collezione Mondrian, lo stilista è riuscito a rievocare, se non attuare fisicamente, il pensiero e la visione neoplastica del noto pittore. Anche gli abiti qui assumono un valore doppio: non sono mere creazioni sartoriali, al contrario, divengono portatori di concetti. Le linee geometriche non vengono solo intese come abbellimenti di fogge ma come simboli: le linee verticali e orizzontali indicano il mondo maschile e femminile. Il loro incontro a croce simboleggia la fertilità ed il principio della vita così come l’utilizzo dei colori primari.

L’utilizzo dei colori primari all’interno delle creazioni di Mondrian sono il risultato di un lungo esperimento evolutivo. Mondrian si affida ai colori fondamentali per arrivare il più possibile alla verità, per carpirne le fondamenta. Linee e colori vengono ridotti all’essenza da cui ripartire. Un’artista che pare non avere nulla di commerciale, diventa ispiratore di moda e design.