Torneremo a viaggiare, alla scoperta dell’Isola del Giglio

Questa settimana ho deciso di portarvi in mezzo al mare. Non il solito borgo italiano, che vi abbiamo fatto scoprire durante queste settimane, con l’intento di aiutare la ripresa del turismo italiano (uno dei settori più colpiti a causa della pandemia), ma un’isola che si trova in Toscana, nel bel mezzo del Mar Mediterraneo.

Balzata alle cronache, nel 2012, a causa del naufragio della Costa Concordia, avvenuto proprio a causa dell’impatto delle nave con gli scogli delle Scole, facenti parte dell’Isola. Un’emergenza senza precedenti, che ha cambiato la vita di moltissime persone, inclusa quella dei gigliesi (circa 1.400) che abitano tutto l’anno questa stupenda Isola toscana.

Come raggiungerla

Al Giglio si arriva, ovviamente, via mare: 50 minuti di navigazione circa da Porto Santo Stefano grazie ai traghetti che collegano questo paradiso alla terra ferma. Ovviamente, si può decidere di andare con la propria imbarcazione oppure di noleggiarne una, ma è ovvio che bisogna essere marinai provetti. Altrimenti è bene affidarsi a chi è del mestiere.

Una natura decisamente Wild

Estesa per circa 21 chilometri è la seconda isola per estensione dell’Arcipelago Toscano. E’ il luogo perfetto per chi ama la natura, il mare ed il verde. Solamente il 10% dell’isola è abitato, il resto è natura incontaminata: boschi di macchia mediterranea, scogliere a picco sul mare, calette con specchi di acqua così trasparente da non aver nulla da inviare alle località più in della Polinesia o delle Maldive. Le acque del Giglio sono ricche di varie specie di pesci, spugne e geogonie. E’ per questo che è un luogo molto frequentato anche dagli amanti delle immersioni e dello snorkeling.

Porto, Castello e Campese

Quando si scende dal traghetto ci si trova, ovviamente, a “Giglio Porto“. Oltre agli attracchi dei traghetti, sono presenti le banchine per le imbarcazioni private. La passeggiata, sempre molto curata, è ricca di locali che la sera popolano di vita, di negozi di oggettistica varia e di souvenir. Il castello domina a, 405 metri sul mare, tutta l’isola. E’ costituito da un nucleo fortificato, con porta d’accesso e poderose mura che lo circondano completamente.  All’interno delle mura, nel borgo, ci si trova un luogo che sembra rimasta immutato dopo tutti questi secoli: i vicoli, le piazzette, la chiesa e le mura stesse sono state mantenute e ripristinate dai gigliesi in modo da non mutare l’aspetto di questo luogo che sembra quasi immortale.
Il Campese è una delle spiagge più “popolate” del Giglio. Un insediamento turistico di recente realizzazione che offre tutti i confort per una vacanza all’insegna del mare e del relax.

Il Giglio al Cinema e non solo

Per chi non lo sapesse, Paolo Sorrentino, vincitore nel 2014 del Premio Oscar per il miglior film in lingua straniera con il suo capolavoro “La Grande Bellezza” ha deciso di girare alcune scene del film proprio sull’isola. Luoghi spettacolari di cui Sorrentino si era innamorato  quando – arrivato al Giglio – aveva perlustrato l’isola per scegliere dove girare. Il Faro di Capel Rosso e la spiaggia dell’Arenella, sono stati tra i luoghi privilegiati dal registra italiano per portare questa bellissima isola sugli schermi di tutto il Mondo.

Prima della pellicola di Sorrentino, ricordiamo il film in Viaggio con Anita (del 1978). Girato prevalentemente a Giglio Castello, da Mario Monicelli. Tra i nomi del film anche Ennio Morricone, autore delle musiche e Pasolini, che aveva contribuito alla stesura.

C’è poi il celebre “Il sommergibile più pazzo del mondo”. Nel 1982 sbarca sul porto del Giglio una brigata di improbabili marinai guidati da BomboloEnzo Ariani e Enzo Cannavale nelle disavventure de “Il sommergibile più pazzo del mondo”, con il tentativo di riprodurre in chiave italiana la parodia dei celebri film americani in voga all’epoca come “L’aereo più pazzo del mondo”.

Il Faro di Capel Rosso, invece, che domina questa bellissima isola, lo ritroviamo nelle immagini del video clip di “Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti.

San Mimiliano e Le Cantine

Sono due degli eventi annuali più attesi dai gigliesi e non solo. Adesso in pausa a causa della pandemia da Covid-19 ci auguriamo che quest’anno si possa nuovamente festeggiare. San Mamiliano è il patrono di Giglio Castello, ed i festeggiamenti durano circa una settimana.  C’è il palio dei somari, la sagra del coniglio selvatico e (soprattutto) la quadriglia in piazza, ballata da tutti, grandi e piccoli, turisti inclusi. Chiude l’ultima serata uno spettacolo pirotecnico. È una settimana in cui l’ambrato e robusto vino ansonica, tipico del Giglio, scorre a litri.

L’ultimo weekend di settembre viene organizzata la Festa dell’Uva e delle Canitine aperte. Anche questo evento è molto seguito. In ogni angolo del suggestivo borgo di Giglio Castello si può degustare le eccellenze enogastronomiche dell’isola del Giglio e le serate vengono animate con la musica itinerante. Protagonista della festa è indubbiamente il vino tipico del Giglio, realizzato con il vitigno autoctono. In ogni cantina di Giglio Castello si può degustare piatti diversi, tutti tipici, che vanno dalla zuppa del bracconiere, alla grigliata di carne, al baccalà con le patate, al coniglio selvatico e ai formaggi toscani per chiudere con i dolci tradizionali tra i quali spicca il panficato.  Un connubio di musica, enogastronomia e tradizione che vi farà sicuramente decidere di tornare in questa bellissima isola.

 

Sharon Santarelli