Torna Postalmarket: provando ad andare oltre Amazon

Il periodo delle riaperture sta toccando tutte le attività, ma davvero tutte, anche quelle decedute ormai da tempo. Una di queste è Postalmarket, il celebre catalogo del secolo scorso tanto caro ai nostri nonni e genitori.

Postalmarket, nato nel 1959, rivoluzionò il modo di fare acquisti nell’Italia del boom economico, dando il via allo shopping per corrispondenza con catalogo cartaceo alla mano, dando la possibilità di comprare di tutto, dagli attrezzi da giardino all’intimo “peccaminoso” nella società di allora.

Un’innovazione improvvisa per i tempi, che conquistò tutti gli italiani facendo crescere Postalmarket sia economicamente che nell’immaginario collettivo.

Postalmarket: quando l’innovazione premia

La favola dell’acquisto per corrispondenza andò avanti per decenni, fino all’avvento di internet, che cambio drasticamente le carte in tavola. Postalmarket, allora, provò ad adeguarsi, introducendo una versione online del catalogo a cavallo del 2000, con l’obiettivo di strutturare un primordiale e-commerce italico.

Tuttavia, i progetti e gli sforzi risultano difficili, sia per l’arrivo dei colossi americani che per il minor interessi dei clienti, che hanno portato alla chiusura di Postalmarket nel 2015. Lunedì scorso, all’improvviso, Stefano Bortolussi, imprenditore proprietario del marchio Postalmarket, annuncia la ripartenza dell’azienda con un catalogo solamente online entro Natale.

Un progetto ambizioso, importante, che sicuramente merita rispetto, ma che lascia l’amaro in bocca a causa di parte delle dichiarazioni di Bortolussi: “Vogliamo diventare l’Amazon italiano”. Perché l’amaro in bocca direte voi? Perché se si parla di rinascita non si può pensare di voler diventare come qualcosa che già esiste.

Postalmarket rinasce: Amazon modello da non inseguire

Il posizionamento strategico della nuova realtà, infatti, non dovrebbe basarsi su un modello da imitare, raggiungere e forse sorpassare, ma piuttosto orientarsi verso altri lidi, magari inesplorati, per esprimere al meglio le proprie potenzialità.

Circa sessant’anni fa, Postalmarket portò in Italia una ventata d’aria fresca, non solo introducendo la vendita per corrispondenza di fattura statunitense, ma lanciando la “moda” delle copertine con star del jet-set nazionale ed internazionale.

Se prima la missione dell’impresa è stata quella di dare a tutti le stesse possibilità di acquisto a prescindere dal luogo di residenza, ora deve adattarsi ai tempi moderni. Non va inseguito il modello Amazon, terra di qualsiasi bene a qualsiasi prezzo, ma piuttosto va trovata la propria dimensione. 

Ad esempio, si potrebbe puntare alla creazione di una piattaforma che contenga beni italiani e non (ormai il Made in Italy è fuori moda), che difficilmente sarebbero posizionabili su un mercato come Amazon (dura trovarne qualcuno sia chiaro, ma non impossibile).

La buona volontà di Bortolussi è da premiare ed ammirare, ma è necessario fare un passaggio in più, provando a non guardare ai vicini di casa e competitor internazionali, creando qualcosa che sia davvero unico ed inimitabile.

 

Paride Rossi