Le generazioni precedenti si chiederanno: chi è? E non hanno torto!
Nicolas Paolizzi, 19 anni, con oltre 500 mila followers ha attirato l’attenzione delle case editrici nazionali.
Queste, sono sempre più alla caccia disperata di giovani scrittori, con la speranza di strapparli dallo spazio immateriale dei social network e inserirli in quello materiale delle librerie.
Così, dopo un libro pubblicato autonomamente, Paolizzi pubblica con Rizzoli il romanzo “Ti avrei dato tutto”.
Nicole ha quindici anni e vive in solitudine in un piccolo paesino dell’Abruzzo insieme ad una madre che però a stento si ricorda di lei. Marco invece, di anni ne ha diciassette e vive nella capitale insieme ai suoi genitori, che invece la loro presenza la fanno sentire eccome, limitandogli libertà e spostamenti.
Si conoscono in un giorno caldo d’estate per poi ritrovarsi su Facebook. E da quel “Ciao. Posso disturbarti?” scritto da lei la loro vita cambia per sempre.
Cosa può esserci però di più sconvolgente di un amore a distanza? Cosa può dare la stessa emozione nel rivedere i suoi occhi, sfiorare le sue labbra?
Ma a separarli non sono solo 313 chilometri. Subentra la paura. La paura di Nicole di non sentirsi abbastanza: bella, buona, premurosa, dolce. Di non sentirsi abbastanza per lui.
Cominciano così bugie e scuse. E Marco si troverà dinnanzi a una scelta: perderla per sempre o salvare il loro amore.
Una storia adolescenziale di rinascita e di autocritica che il giovane autore scrive nei panni della protagonista, raccontando con coraggio e voglia di cambiamento quel periodo buio, che lui stesso ha vissuto, caratterizzato dal male giovanile del nostro tempo: l’anoressia.
Solo negli ultimi capitoli l’io narrante si sposta da Nicole a Marco, e l’autore spiega il motivo ammettendo che quando si entra in questo tunnel è difficile rendersene conto, non si è lucidi e si mente a sè stessi.
Scritto in maniera scorrevole, anche se con un linguaggio e un frasario senza pretese, risulta essere una lettura ricca per il messaggio di aiuto che vuole far passare e per la naturalezza e la presa di coscienza di chi l’ha vissuto sulla propria pelle.
L’autore ha già confermato di aver cominciato a scrivere il sequel, mentre gira voce di un ipotetico film al riguardo. Sarà vero?