Mad in Italy – Manuale del trash italiano 1980-2020: l’ottima guida al trash

Italiani: popolo di pane, amore, fantasia e trash. Così siamo diventati. E i padri fondatori, gli scrittori e gli intellettuali, gli artisti e gli scienziati che hanno resto grande l’Italia nel mondo, possono solo fare spallucce.

Adesso ciò che incuriosisce non è solo la cultura, ma tutto è giocato sul trash.

Con questa parolina inglese che letteralmente si traduce con “spazzatura”, da anni si descrive il modo di essere indecenti, spontaneamente volgari, a dismisura no sense e ridicoli dei costumi italiani.

Il trash identifica quell’equilibrio sopra la follia (per dirla alla Vasco) grazie al quale ciò che sembra assurdo e da non crederci si trasforma in qualcosa di possibile che è talmente abnorme da diventare divertente.

Oggi il trash è l’elemento più ricercato nei programmi televisivi, sui social e anche nelle vite belle che conduciamo.

Tutto ciò che è trash piace, coinvolge, elettricizza, fa ridere e porta sempre al passo successivo ossia il bisogno di farlo conoscere agli altri condividendolo ovunque anche oltre il lecito.

Rassicurarvi, però, è essenziale. Il trash non l’abbiamo inventato noi del 2000 che viviamo tra uno spritz e uno smartphone.

Esiste già da prima che noi ce ne accorgessimo e lo rendessimo un cult, una categoria, un fenomeno onnipresente nelle nostre esigenze.

Non c’è bisogno di guardarsi indietro, basta affidarsi a “Mad in Italy. Manuale del trash italiano. 1980-2020” scritto da Gabriele Ferraresi e pubblicato a giugno 2020.

Con estrema cura e grande dovizia di particolari, Ferraresi ha realizzato una vera e propria enciclopedia del trash dal 1980 fino ai giorni nostri.

Quarantanni raccontati non dal punto di vista storico, culturale o sociale, ma solo tenendo conto della quantità di trash prodotto, di come anche il modo di fare trash si è evoluto e di quanto incida nella vita di noi comuni mortali da sempre.

Ferraresi non dimentica nulla. Passa in rassegna i momenti, gli episodi e gli eventi che hanno segnato la televisione italiana, ma anche l’immaginario popolare italiano e che imprescindibilmente oramai ci appartiene e citiamo e ricitiamo ogni volta che vi è occasione.

Dal Gabibbo ad Antonio Zequila alias Er Mutanda, da Gianfranco Funari a il Mago Otelma, dall’Uomo Gatto a Renato Pozzetto, fino ad oggi con Pamela Prati e l’inesistente Mark Caltagirone e The Lady di Lory Del Santo.

Il Manuale di Ferraresi fotografa nella sua totalità cosa sono gli italiani quando non divulgano, non sperimentano, non creano e non cantano. Racconta i quarantanni con gli occhi di chi prova il fascino per l’impossibile che si palesa e si trasforma in cult, consegnando ai posteri un valido strumento per conoscerci meglio, anche in tutte le nostre contraddizioni.

Sandy Sciuto