The Neon Demon, il film scandalo approda a Milano

Forse il più controverso, il più discusso, il più sfrontato ma sicuramente uno dei film più attesi all’ultima edizione del Festival di Cannes, The Neon Demon del regista danese Nicolas Winding Refn ci catapulta alla ricerca del senso della bellezza, e lo fa attraverso uno stile e una tecnica ormai consolidate dopo pellicole come Drive, Solo Dio Perdona, Valhalla Rising e Bronson dove la violenza (mai fine a sè stessa) si scontra con una moralità di fondo implicitamente raccontata attraverso gli occhi dei protagonisti.
Anche con questo ultimo lavoro, teso tra un eccesso di perversione e un’aurea sacrale che fa da cornice, il regista fa parlare le immagini, i contrasti visivi, una saturazione dei colori  capace di immergere lo spettatore in un prodotto cinematografico dove l’estetica ha la meglio sul contenuto a tratti non ben definito e sacrificato ad una composizione visiva da ammirare.

 ph: Gunther Campine/© Broad Green Pictures

Il 7/6/2016 il regista ha incontrato gli studenti della IULM di Milano insieme al regista Dario Argento, di cui è un grande cultore, e intervistato da Gianni Canova, uno dei più importanti critici cinematogrfici italiani nonchè Preside della Facoltà di Comunicazione, Relazioni Pubbliche e Pubblicità dell’Università stessa, ha tenuto la prima di una serie di Masterclass offerte dall’Ateneo, spiegando il suo percorso artistico e le tecniche cinematografiche che lo hanno reso uno dei migliori registi contemporanei.
Si è parlato di molte cose nell’Aula Magna della IULM, dell’iniziale delusione per il risultato di Solo Dio Perdona (2013) e il conforto della moglie, dell’evidente carattere introspettivo dei personaggi dei suoi film, per cosi dire atipici, e della protagonista femminile del suo ultimo lavoro, impersonata da una Elle Fanning davvero da ammirare sia in fatto di bellezza che di presenza scenica e performance attoriale.

The Neon Demon è un film che rompe gli schemi e non lascia spazio a giudizi perbenisti e moralisti, poiche è specchio di un nuovo modo di rappresentare i vizi e le ossessioni della nostra società sempre più propensa verso l’apparire, l’essere visti dagli altri in un determinato modo piuttosto che in un altro, e lo fa attraverso pugni nello stomaco,  criticando l’assoluta ricerca dell’uomo di una innocente e naturale predisposizione alla bellezza che crea violenza, odio in chi questa bellezza non la può toccare e non può esserne portatore e fa di tutto vanamente pur di raggiungerla.

Refn, regista quaranticinquenne, si pone come portavoce di un modo di fare cinema diverso rispetto a quello delle grandi major hollywoodiane, portando sul grande schermo  drammi personali legati da un istinto violento mai fine a se stesso, ma sempre conseguenza di un dramma sociale, sulla scia della grande tradizione cinematografica danese che vede spiccare, oltre a lui, un regista come Lars Von Trier e film come Il Sospetto che abbiamo visto nominato all’Oscar di fianco a La Grande Bellezza.
Qui di seguito potrete vedere come si è svolto l’incontro.