Intervista Valentina Parisse: “La musica è la mia oasi nel Sahara”

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Sahara”, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Valentina Parisse, cantante e autrice della scena musicale contemporanea. Seppur giovanissima, Valentina ha collezionato in questi anni esperienze davvero uniche, tra cui una collaborazione con Renato Zero. Il nuovo brano “Sahara” è stato scritto in collaborazione con Cheope e Arale ed è incentrato sul racconto dell’estate da un punto di vista femminile. In particolare, Valentina Parisse descrive le sensazioni che si provano quando si incontra di nuovo la vecchia fiamma estiva e ci si rende conto che certi legami non tramonteranno mai. Un brano romantico e suggestivo che siamo certi ci farà ballare tutta l’estate. Per scoprire qualcosa di più su questa artista, non perdetevi questa intervista.

Chi è Valentina Parisse? Presentati brevemente a chi non ti conosce?

Nacqui…ahahah parto dalle origini. Per descrivermi in realtà è molto semplice: sono una cantante e un’autrice, scrivo canzoni per me e mi è capitato, con grandissimo piacere, di scrivere canzoni per altri, aspetto questo che mi piace molto. Amo la musica, la mia vita è fatta di musica e ha girato quasi sempre, almeno fino a dove ho ricordo, intorno alla musica.

Come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Per me è difficilissimo indicarti un momento in cui la musica non abbia fatto parte della mia vita, cosa che è molto curiosa perché io vengo da una famiglia molto umile, mio padre ferroviere, mia madre casalinga, quindi come dire non propriamente dentro quello che è diventato il mio settore. Ciò nonostante, mio papà ha sempre avuto una forte passione per la musica, collezionava e ancora colleziona vinili, e faceva le sue compilation. Ricordo che insieme ad un amico creavano i cd con i brani che preferiva. Io ho iniziato con la danza classica, ero piccolissima, non avevo neanche cinque anni. Ho smesso poi nell’adolescenza, quando le regole della danza classica hanno iniziato a starmi strette, ma nel frattempo ho sempre cantato. E mio fratello, probabilmente stremato, anche perché noi dormivano nella stessa camera in tre, ha assecondato questa mia passione attraverso amici di amici. Questa passione del canto è diventata molto seria sin da subito dato che ho iniziato a lavorare per uno studio di registrazione a Roma e da lì è partito tutto.

E quanti anni avevi?

Quattordici, frequentavo il quarto ginnasio. Da quel momento è iniziato questo amore profondo, davvero profondo, per la voce, per il suono, per la scrittura. Se potessi, io lo dico spesso ai miei amici producers, vivrei in uno studio di registrazione, che sento essere il mio posto.

Quando hai capito che poteva essere davvero la tua unica professione?

È una bellissima domanda alla quale potrei darti una risposta falsa e una vera, ma scelgo di dirti quella più vera possibile. È diventato presto un lavoro, perché sin da subito l’ho presa molto seriamente. Io andavo al liceo classico al mattino e la sera lavoravo o in studio o in teatro; sono riuscita a monetizzare sin da subito. Anche perché la mia famiglia è stata molto chiara, non c’erano altre possibilità. Ho fatto la premessa dell’onestà perché ci sono stati dei momenti in cui io sono andata a fare i lavori più assurdi dalla lavapiatti alla rappresentante di dolciumi e liquori, poi ho venduto lampadine, ho fatto la hostess, ho fatto di tutto pur di portare avanti quello che poi ad un certo punto è diventato un mestiere a tutti gli effetti.

“Sahara” è il tuo nuovo singolo estivo, come nasce questo brano? E in generale dove trovi l’ispirazione per scrivere i tuoi pezzi o anche i pezzi per gli altri artisti?

Sono due processi diversi, ma con qualche aspetto comune. Parlando di me e di “Sahara”, è una canzone nata due o tre mesi fa, perché io scrivo in continuazione, cerco sempre nuove cose e anche da un punto di vista sonoro cerco sempre qualcosa di estremamente nel tempo, nei nostri giorni. Poi devo dire anche qui la tecnologia è meravigliosa e ti consente di sperimentare. È sempre un processo in divenire. “Sahara” è nata poco fa e avevo voglia di parlare di una cosa che è successa e che sento, del fatto che soprattutto in estate capitano i “ri-incontri”, capita sempre di incontrare di nuovo qualcuno. Credo che alcune fiammelle non si spengano mai. Venditti direbbe “Gli amori fanno dei giri immensi e poi ritornano”, è vero, è verissimo e io volevo raccontarlo da un punto di vista femminile.

Scrivere per gli altri è tutta un’altra storia. Ogni persona, ogni canzone ha una storia a sé, ogni canzone che ho scritto per un altro artista ha avuto una genesi tutta sua. A volte mi arriva la musica e mi chiedono aiuto per il testo. Altre mi arriva il testo e non c’è una melodia. A volte sono io che ho qualcosa nel cassetto. Questo è successo con Renato Zero, io avevo delle canzoni che lui ha sentito, siam partiti da lì per poi invece scrivere dei brani cuciti addosso a lui.

Metaforicamente parlando, collegandomi al testo della tua canzone, ti chiedo chi è la tua oasi nel deserto del Sahara?

Ne ho tante di oasi nella mia vita. La prima, banale dirlo, ma voglio sottolinearlo, la musica, quando vedo una marea di brutture, mi rifugio sempre nella musica. poi sicuramente i miei affetti più cari, sono molto legata alla mia famiglia, in particolare alla mia mamma. Ho anche delle amiche incredibili, delle donne che mi ispirano continuamente. Cerco di custodire quelle persone che sono la mia oasi.

Cosa auguri a questa canzone? Cosa ti aspetti che succeda?

Allora ho smesso di aspettare le cose, perché soprattutto fino a qualche tempo fa vivevo tutto con molta ansia. Addirittura, c’è una foto di me e del mio ingegnere del suono mentre mettiamo insieme la nostra collezione di tranquillanti. Io cerco quindi di non aspettarmi troppo, io in quello che faccio do sempre il massimo. Del resto, quando hai una passione ti dai completamente. Mi aspetto che le persone quando la ascoltano possono dire “che bello”.

Farai qualche live durante la bella stagione?

Si, ci sono molte cose che bollono in pentola. Sono sempre in aggiornamento sui social.

Con quale artista sogni di collaborare un giorno?

In Italia mi piacerebbe da matti collaborare con Elio di Elio e le Storie Tese, io adoro l’ironia, quindi mi piacerebbe davvero tanto. mi immagino una canzone sul mondo degli uomini e delle donne quando si incontrano. Di internazionale invece con Ryan Tedder o gli Imagine Dragons.

Eleonora Corso