The Batman: la recensione in anteprima del film con Robert Pattinson

The Batman, dal 03 marzo al cinema, è il nuovo adattamento cinematografico del fumetto DC, per la regia di Matt Reeves (Apes Revolution, The War il pianeta delle scimmie). In questa recensione vi raccontiamo la nostra esperienza dopo l’anteprima all’Odeon Space cinema di Milano. Partiamo col dire che The Batman è fortemente innovativo lì dove sceglie di rappresentare la storia e  le vicende del cavaliere oscuro attraverso un genere inedito: non un film action di supereroi, ma una detective story

The Batman è a tutti gli effetti un noir metropolitano e al contempo un serrato poliziesco thriller. Si tratta di una ballata malinconica (come suggerisce l‘intensa ed evocativa colonna sonora) che racconta davvero chi si nasconda dietro la maschera del vigilante, attraverso una sceneggiatura arguta e forte. È così che il confronto con l’Enigmista, la sua nemesi in questo episodio, assume per Batman l’anima di una prova esistenziale, un confronto con la propria interiorità e i propri demoni, quelli che hanno forgiato la maschera. 

Come si evince da quanto detto siamo dinnanzi ad un film d’autore, che può essere sicuramente letto come una risposta al Joker di Todd HaynesSe in quel film si approfondiva la genesi del villain, in questa pellicola si esplora la rabbia violenta, adolescenziale, e tormentata di un Batman in divenire: un orfano alla disperata ricerca dell’equilibrio sulla soglia, di un vero confine tra bene e male.

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Robert Pattinson veste così a pennello il ruolo di un Batman giovane, sofferente, cupo, alienato, ossessionato da idee di giustizia e di vendetta, ancora fuse tra loro indissolubilmente. Si tratta di un disadattato, come lo sono i suoi nemici: il Joker e soprattutto l’Enigmista, un folle imitatore del Batman, che vorrebbe epurare Gotham dai suoi mali, attraverso una Vendetta esemplare e anarchica. Il parallelismo tra i due è forte e permea l’intera pellicola. L’aberrante sadismo dell’Enigmista (un eccelso Paul Dano) tinge la pellicola di tinte nerissime, in linea con l’altro concetto essenziale del film. 

Come in Joker, in the Batman si assiste all’umanizzazione dei super eroi e dei super cattivi. Non si tratta di figure fumettistiche, ma di persone in carne ed ossa, vulnerabili, fallibili, di un supereroe neutralizzabile anche da persone comuni. Siamo dinanzi ad un Batman sensibile alle emozioni, siano esse di pietà, odio, empatia o furia. Come il personaggio di un noir egli indaga sul marciume di Gotham, in una città dolente, quasi un’espressionistica emanazione del supereroe che ha giurato di proteggerla. La fusione tra l’interiorità del personaggio e l’aspetto decadente e torbido della città ha un indubbio fascino malinconico che Reeves rende benissimo.

E l’enigmista? Anche egli è un uomo comune, un ultimo tra gli ultimi, che vuole riversare la sua rabbia repressa attraverso contorti enigmi, dal sadico umorismo e spaventose torture inflitte alle sue vittime. La figura di un cattivo così fa certo pensare, vista l’attualità che ci circonda fatta di violenza, di tendenza all’anarchia e all’utilizzo del web e dei media per veicolarla. È così che il film risulta più che mai calato nel presente: una pellicola di supereroi verosimile e vicina più che mai agli spettatori.

In The Batman, che per atmosfere si colloca tra Chinatown di Polanski e Seven di Fincher, però, c’è anche spazio per la seduzione e una suadente storia d’amore. Grande merito va alla figura di Cat Woman, in interpretata da una carismatica e splendida Zoe Kravitz, qui, forse nella sua miglior interpretazione. È l’incontro di due anime smarrite in cerca di conforto tra le “macerie” di un mondo(Gotham) come loro in frantumi. Poetica ed elegante l’alchimia tra i due personaggi funziona benissimo, accompagnata da una colonna sonora di spessore. The Batman, al contrario dei suoi predecessori, rende vivo il personaggio di Cat Woman, recuperando ed esaltando l’anima ribelle, libera, ma al contempo sofferente della gatta ladra.

Da quanto detto nella recensione si evince di come The Batman sia profondo sotto molteplici aspetti. Innovativo e coraggioso, recupera il genere classico del noir, è un film che costruisce l’azione partendo dai personaggi e non viceversaSe Nolan ha segnato per sempre l’iconografia cinematografica del Batman con la sua magnifica trilogia, Revees aggiunge una prospettiva nuova e a dir poco esaltante. 

All’epicità dark del Batman di Nolan, alle sue costruzioni concentriche e stratificate come scatole cinesi, che materializzano in forme conturbanti il senso del panico derivante dalla follia dei villains (Joker, Bane, lo Spaventapasseri e Rasal Gul); si sostituisce l’umanità verosimile di uomini comuni che possono compiere sia il bene che il male, che possono diventare Batman o l’Enigmista, riuscendo a mitigare oppure fomentando senza limite il male che alberga dentro di loro.

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Non manca l‘azione, ma chi si aspetta un film altamente spettacolare sarà deluso. Ciò che Revees riesce bene a comunicare è la paura che Batman riesce ad istillare nei suoi nemici. Intelligenti a questo fine alcune sequenze in soggettiva che fanno capire allo spettatore cosa significhi muoversi, lottare ed essere feriti come un Batman. Decisamente più oscuro dei suoi predecessori il Bruce Wayne di Pattinson è umano, verosimile, tormentato. Non manca tra le righe un riferimento al vouyerismo cinematografico lì dove Batman, come un regista, nella sua batcaverna analizza le sue registrazioni oculari alla ricerca della verità o spia i personaggi della storia da lontano, prima tra tutte Cat woman, da cui è attratto e che è il motore della sua indagine. 

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Altro tema portante del film è il confronto dei figli con i padri (Batman, Catwoman, in qualche modo anche l’Enigmista). Il film rilancia più volta l’idea di personaggi orfani che hanno smarrito ogni legge ed ogni senso di appartenenza. In tale ottica il film può anche essere letto come il percorso con cui Batman diventa padre di Gotham e non più un figlio perduto di quest’ultima. Nel complesso un film solidissimo. Bello da vedere e da ascoltare (ottimi i dialoghi e la colonna sonora da recuperare e ascoltare con cura). Un Batman d’autore che ha ampiamente ripagato le alte aspettative riposte con una pellicola di sostanza, in cui nulla è lasciato al caso. Assolutamente da vedere.

Francesco Bellia