storie in barattolo

Storie in Barattolo – Pensieri, parole e condivisione ai tempi della quarantena

La mancanza di rapporti sociali è sicuramente uno dei risvolti più fastidiosi in questo periodo di quarantena.

Le giornate sembrano tutte uguali e, tra una videochiamata e l’altra, il tempo sembra non trascorrere mai.

Cosa ci resterà di questi giorni difficili, una volta che saranno passati? Cosa ne sarà delle preoccupazioni, i pensieri e le piccole gioie quotidiane di questo periodo quando saremo tornati alla normalità?

Devono essere state queste le domande che si sono poste Chiara e Alessandra, due ragazze – una romana, l’altra siciliana – che hanno deciso di lanciare un progetto che ha come scopo quello di raccogliere i pensieri degli italiani durante la quarantena.

Si sono conosciute durante il loro percorso universitario e, dopo aver collaborato a diverse iniziative legate al mondo Erasmus, sono rimaste in contatto tenendo sempre a portata di mano il sogno di lanciare insieme un progetto che potesse coinvolgere più gente possibile tramite i social.

È proprio durante una delle tante videochiamate di questi giorni che hanno avuto l’illuminazione, scrollando il feed di Instagram guardando la foto di un barattolo.

Perché non mettere insieme i pensieri di questo periodo, scrivendone su carta uno al giorno e mettendoli in un barattolo finché la quarantena non sarà finita?

Nasce cosí Storie in Barattolo. “Il progetto si muove su due livelli” ci racconta Chiara. “ Storie in Barattolo nasce innanzitutto come una cosa personale. Trovi il tuo barattolo, scrivi i tuoi pensieri e fai un percorso tuo durante la quarantena. Sta poi alle singole persone decidere se passare al livello successivo e condividere con noi questo percorso. Alla fine di tutto ci piacerebbe raccogliere questi pensieri per raccontare come è stata vissuta questa quarantena. Raccontare come ognuno l’abbia vissuta in maniera diversa, in luoghi diversi ma con lo stesso contesto di fondo.”

Alessandra invece, raccontandoci la sua visione del progetto,  ci fa notare come “abbiamo tanto tempo, forse troppo. Facciamo tanti pensieri in queste giornate, magari anche importanti, ma che poi il giorno dopo sono già andati perduti. Il fatto di mettere nero su bianco qualcosa che per te è stato emblematico ti permette di ricordare come hai passato le giornate. Ti riporta alla mente quelli che sono stati pensieri importanti, che altrimenti sarebbero andati perduti. Altrimenti cosa ci rimarrebbe di questo periodo, oltre all’ansia e l’angoscia di aspettarne la fine?”

Il riscontro ottenuto è andato ben al di sopra delle aspettative. L’account Instagram con cui le ragazze stanno portando avanti il progetto ha ricevuto messaggi di ogni genere. Dal post-it con scritto Bella Ciao nel giorno dell’uscita della Casa di Carta, fino alla professoressa delle medie di Alessandra che invia dei piccoli termini che riassumono i pensieri della giornata.

Arrivano anche pensieri più complessi e sviluppati, come quello di una ragazza che vive questa quarantena come una sorta di prigionia all’interno di un barattolo, ma che – sviluppando il suo pensiero – vuole cogliere questo momento come un’opportunità per fare un po’ di introspezione.

Guardando al futuro, Chiara e Alessandra sarebbero felici di poter continuare l’avventura di Storie in Barattolo e sono molto propositive al riguardo: “Ci sono molti spunti per proseguire anche dopo (la quarantena, ndr). Bisognerà valutare alcune cose ma da parte di tutte e due c’è la voglia di andare avanti”.

Se anche voi volete iniziare questo percorso raccogliendo i vostri pensieri quotidiani tutto ciò che vi serve sono un barattolo, un foglio di carta e una matita.

Se poi vorrete condividerli con Chiara e Alessandra spetterà a voi deciderlo!

Gabriele Fardella