Fonte: La Repubblica

Stop alle speculazione sugli affitti in Spagna, Sánchez: “250 euro per aiutare i giovani!”

L’Italia e la Spagna – rispetto ad altri paesi europei – condividono una comune problematica sociale. Si registra, infatti, la presenza di un’età media molto alta in cui i giovani lasciano la casa dei genitori. A rivelarlo sono i dati Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea che grazie alla pubblicazione di statiche in costante aggiornamento, consente di fare confronti fra paesi e regioni dell’UE in merito a diverse questioni. Tra queste, quelle economiche e sociali che permettono principalmente di capire qual è la qualità della vita nei Paesi membri dell’UE.

Grazie a tali indicatori, è stato possibile constatare che i giovani italiani e spagnoli mediamente lasciano casa a 30 anni. Considerando che la media europea è di 26.2 e che in paesi come la Danimarca o la Finlandia la media è di 21 anni, è divenuta un’esigenza capire le motivazioni di questa lunga permanenza in casa dei genitori. Una cultura decisamente diversa, è vero, ma anche dei fattori economici da non sottovalutare. Anzi, per questi ultimi occorre trovare soluzione.

Pedro Sánchez, dal 2018 Presidente del Governo di Spagna, all’interno di un disegno di legge ha individuato le cause di ciò e proposto delle soluzioni per i giovani.

Si tratta di una disegno di legge di bilancio che è stato definito tra i più ambiziosi della storia. Grazie anche all’appoggio dei finanziamenti europei, saranno destinati oltre 196 miliardi di euro a delle riforme di natura economica ed immobiliare. Interessante è, però, il fatto che 12 miliardi saranno, appunto, destinati ai giovani, o meglio all’avvio di determinate politiche. Attraverso dei sussidi che possano supportare i giovani spagnoli a lasciare il tetto domestico e diventare, in tal senso, autosufficienti.

Infatti, questa proposta di legge riguarda in particolar modo la cosiddetta ley de vivienda. Una legge sugli affitti che ha, tra le altre cose, l’obiettivo di supportare le famiglie più bisognose e rendere il mercato immobiliare più equo.

Da Ilfattoquotidiano.com si riporta in sintesi il contenuto di questa legge che dovrebbe entrare in vigore ad inizio 2022.  É previsto uno  sconto sull’affitto per i piccoli proprietari, mentre a chi possiede, ad esempio, delle imprese verrà posto un tetto massimo sulla base dell’indice dei prezzi d’affitto nazionale. Un modo, insomma, per tenere a bada gli affitti che soprattutto nelle grandi città stanno lievitando inesorabilmente a discapito degli affittuari.

Questi ultimi possono essere, come si è detto, padri di famiglia in difficoltà che non possono permettersi un affitto molto elevato. Ed ancora, giovani, i quali preferiscono rimanere a casa dei genitori piuttosto che prendersi la responsabilità di pagare delle cifre così significative. Per comprendere ciò di cui si sta parlando si riporta il prezzo medio d’affitto di una casa in una delle città più grandi ed importanti della Spagna, Barcellona, il quale è di 1.000 euro al mese. Si può, così, facilmente intuire perché l’età media dei giovani che lasciano casa è così elevata. Occorre, dunque, aiutare i giovani spagnoli!

Sánchez, seguendo un po’ la direzione italiana del bonus – si ricorda il bonus di 500 euro per i diciottenni – punta tutto sul bono joven.

Stando a quanto deciso dal premier e dal Consiglio dei ministri spagnolo, ai giovani 18 e i 35 anni che presentino uno stipendio inferiore ai 23mila euro annui, sarà garantito un finanziamento pari a  250 euro mensili per un massimo di due anni. Il tutto, per garantire loro la possibilità di lasciare la casa dei genitori e cominciare ad essere indipendenti al 100%.

Chiaro è che i giovani in difficoltà, sotto questo punto di vista, sono migliaia e aiutare tutti significherebbe aggravare in qualche modo la spesa pubblica nazionale. Ci sono, infatti, membri del Consiglio abbastanza scettici a riguardo. Tuttavia, per poterne capire effettivamente i rischi e/o i benefici bisognerà attendere il 2022.

Sul modello del bonus cultura italiano, il presidente del governo spagnolo ha predisposto, invece, una somma di 400 euro per i diciottenni da spendere, per l’appunto, nel settore culturale. Tramite tali aiuti Sanche auspica di riuscire a bilanciare la media europea e garantire maggiore autonomia ai giovani.

Un’operazione simile era avvenuta ai tempi del premier Luis Rodríguez Zapatero, il quale nel 2009 aveva stanziato un bonus di 210 per i giovani tra i 22 e 30 anni. In tale ambito, si verificò qtuanto affermato dagli scettici alla ley de vivienda. Essendo il bonus un’esigenza che potrebbe spettare a più di 500mila persone, il rischio che l’iniziativa possa fallire è elevato. Stare al passo con tutte le richieste potrebbe risultare difficile – o impossibile – e il rischio che il prezzo degli affitti possa ancora di più risalire è da non sottovalutare.

Al momento, il Presidente spagnolo sembra abbastanza motivato a garantire questa possibilità ai suoi giovani. Un esempio che se darà i frutti desiderati, potrebbe essere esportato anche in altri paesi europei – come l’Italia – che abbiano la medesima problematica giovanile di cui si è trattato.

Giulia Grasso