SKAM Italia: quando l’esposizione di un disagio si trasforma in un messaggio generazionale

Netflix ci ha ormai abituato a guardare le serie tutte d’un fiato . La cosiddetta pratica del binge watching che riempie ore intere delle nostre giornate e poi ci lascia sopraffatti al momento della fine della serie TV che ci ha appassionato ininterrottamente. SKAM, ormai divenuta in Italia una serie originale Netflix, per l’appunto, non sfugge a questo fenomeno. Eppure le tematiche di cui tratta comportano delle riflessioni successive “a freddo”.

In effetti, la quinta stagione di SKAM Italia è uscita qualche settimana fa ormai, lo scorso 1° settembre, ma il suo effetto potrebbe davvero essere definito “a lungo termine”.

Non si esaurisce, dunque, con la fine delle puntate. Questo si deve in parte anche allo stile di produzione della serie, che in principio era nata in maniera del tutto diversa rispetto alla fruizione che propone l’ormai colosso delle serie TV, Netflix.

Ricordiamo, infatti, che SKAM Italia segue la vita di un gruppo di ragazzi, ed ogni stagione affronta i loro problemi, disagi, le loro avventure concentrandosi su un personaggio per volta. Un formula che nasce in Norvegia e che è stata poi esportata in diverse parti del mondo. Cercando di adattarsi sempre alla cultura e alla società in cui viene ambientata.

Giunta alla quinta stagione, SKAM continua a non perdere la presa sugli adolescenti (e non solo).

Con un linguaggio semplice, comprensibile e soprattutto al passo con i tempi riesce a portare su schermo questioni che vengono spesso sottovalutate, messe di lato, non considerate. Non stupisce, quindi, che la parola norvegese “SKAM” significhi proprio “vergogna”, “disagio” e “imbarazzo”. Sono, infatti, queste le principali tematiche che vengono poste in essere in ogni stagione ed associate ad un personaggio diverso ogni volta.

SKAM Italia 5, infatti, si concentra sul personaggio di Elia, interpretato magistralmente da Francesco Centorame.

Un ragazzo che convive con molti disordini personali, i quali sono sempre stati nascosti dal suo sorriso e dalla sua apparente “leggerezza” nelle scorse stagioni.

Elia, finalmente protagonista, si trova a vivere un periodo molto difficile. Tutti i suoi compagni hanno conseguito la maturità, lui invece, ripete l’ultimo anno di liceo, da solo. Nonostante il forte sentimento di amicizia che lega il fantastico gruppo di amici di SKAM, gli altri, ormai universitari, frequentano ambienti diversi. Seppur cerchino sempre di includere Elia, quest’ultimo, spesso rifiuta l’accoglienza dei suoi amici. Semplicemente perché porta con sé un fardello che ha sempre nascosto a tutti sin da bambino. E che, però, nel corso delle puntate si troverà ad affrontare finalmente – prima con se stesso, poi con gli altri.

Al di là della trama, degli intrighi e delle relazioni, questa stagione di SKAM porta in auge una considerazione importante.

Siamo abituati a parlare il body shaming relazionandolo al solo mondo femminile. E per quanto, siano maggiormente le donne ad esporsi in tal senso e a soffrirne, non bisogna dimenticare che esiste una controparte maschile affetta da simili disturbi che – come capita spesso in questi casi – rendono il disagio di cui soffrono un tabù. Quando, in realtà, se se ne parlasse apertamente, così come ha fatto Elia in SKAM, ci si accorgerebbe che sono questioni comuni a più individui. Nessuno è mai solo, e soprattutto quello che potrebbe sembrare un enorme disagio, in fin dei conti, potrebbe avere poca rilevanza.

L’unica che conosceva il disturbo di Elia era la madre, venuta a mancare quando lui era più piccolo. E da allora non aveva avuto più il coraggio di parlarne con nessuno. Nemmeno con il padre con cui non ha completamente dialogo. Non era mai riuscito a confessare la vera ragione per cui, nonostante facesse tanto lo sbruffone, non concludesse mai con le ragazze.

Questo perché, la sua ipoplasia peniena – per intenderci il disturbo del pene “micro” – aveva nel tempo compromesso non solo la sua vita sessuale, ma anche quella personale in generale.

SKAM affronta con delicatezza il disturbo di Elia, e fa sì che gli spettatori, in punta di piedi, riescano ad entrare nel suo mondo mentale e a comprenderlo senza mai giudicarlo. Poiché in un mondo in cui quello che viene considerato “un difetto di qualcuno” si trasforma in motivo di derisione, di bullismo social e sociale, è necessario che si capisca, che si comprenda. SKAM ci rivela in maniera quasi naturale come sia facile arrivare a delle conclusioni. Giudicare una persona prima ancora di conoscerne le ferite fisiche e morali.

La serie tv ci insegna, quindi, a cambiare prospettiva tanto nel rapporto con gli altri, che con se stessi.

Elia ne ha provate di tutti i colori per risolvere il suo problema: ha letto libri, comprato pomate miracolose, usato oggetti strani e dolorosi. Eppure, non aveva mai pensato che la cosa più semplice che potesse fare era parlarne.

In primo luogo con uno psicologo, ammettendo di avere un problema fisico che aveva conseguenze sul suo stato mentale. Ed in secondo luogo, con gli amici di una vita, che essendo davvero amici, non l’avrebbero mai giudicato. Anzi, così come è successo, gli avrebbero fatto capire che per loro non cambiava niente, ma soprattutto che non era lui a doversi sentire sbagliato.

Interessante è in SKAM Italia, l’approccio delle amiche di Elia, che gli confessano che il piacere sessuale di una donna non si soddisfa solo mediante la penetrazione.

Esistono mille sfumature di piacere, e questo la nuova generazione lo sta lentamente comprendendo. Tanto che si stima che la nuova generazione stia sempre più apprezzando altre componenti del rapporto sessuali. Sebbene ci sia un falla molto importante nel sistema scolastico, ovvero l’assenza dell’educazione sessuale, che viene invece proposta nella scuola di Elia.

Parlare dei propri disturbi non è per nulla facile, proprio perché siamo sempre i primi a giudicarci. Parlandone, però, si scopre di non essere soli, si impara ad accettarsi.

Viola, la ragazza che aiuterà Elia ad uscire dalla sua bolla di auto-giudizio, interpretata da Lea Gavino, è la stessa che si sente in colpa per aver provato piacere quando stava con un uomo più grande di lei.

Nasconde questa relazione persino alle sue amiche proprio per paura di essere giudicata. Quando, però, si rende conto di essere stata presa in giro, di essere stata usata così come un’altra giovane ragazza, allora passa coraggiosamente all’azione. Una mossa forte, quella della denuncia, che fa paura per le ripercussioni, per i giudizi che potrebbero seguirne, ma che rappresenta una tutela fondamentale per la propria persona.

SKAM Italia propone in ogni puntata di 20 minuti sbagli, errori, esperienze di giovani ragazzi. Gli stessi che abbiamo vissuto un po’ tutti nel corso della nostra adolescenza, però, ci dice anche che tutto può essere superato nella vita se si ha la forza di affrontarlo.

Come direbbe proprio Elia: “Lasciate stare tutto e accettatevi!”

Giulia Grasso