Simon Kindleysides: il primo uomo paralitico che ha completato la maratona di Londra

“Niente è impossibile” non è solo una frase da ripetersi come un mantra per convincersi di potercela fare, ma, in rari casi di coraggio e determinazione, è anche uno stile di vita.

Andare oltre i propri limiti mentali e fisici, superarsi e raggiungere gli obiettivi prefissati oltre ogni aspettativa rende migliori e, spesso, consapevoli che la vita valga sempre la pena di essere vissuta.

Uno dei casi più conosciuti è quello di Alex Zanardi, il corridore della Formula 1 che a causa di un incidente in pista ha perso entrambe le gambe. Zanardi rappresenta la passione per la vita, la voglia di non mollare e la tenacia di affrontare con forza le situazioni avverse. Non potendo più praticare il suo sport, si è reinventato un nuovo modo di vivere, dedicandosi ad altri sport, come il triathlon, e tornando così a vincere.

Alla storia di Zanardi, nel 2018 si aggiunge quella di Simon Kindleysides ossia il primo uomo paralizzato ad ultimare la maratona di Londra a piedi.  Kindleysides ha completato la corsa alle ore 22:46 del 23 Aprile 2018 cioè trentasei ore e trentasette minuti dopo l’ultimo che aveva oltrepassato il traguardo.

Il 2013 per lui è stato un anno nefasto in quanto gli è stato diagnosticato un disordine neurologico funzionale ed un tumore al cervello che nel breve periodo gli hanno impedito l’uso delle gambe.

La vita, però, dà sempre nuove speranze ed una nuova possibilità di riscatto!
Kindleysides, nonostante la malattia, non ha mai mollato. Con temperamento e voglia di fare ha raggiunto il traguardo ed ha vinto lo Spirit of London Award, andnado ad inserirsi nella lista dei vincitori ricca di altri nomi quali Michael Watson, Rev Steve Chalke e Fajau Singh.

Una volta ricevuto il premio, Kindleysides ha dichiarato: “Non potevo crederci che tra tante persone che hanno corso la Maratona di Londra, sono stato scelto io per lo Spirit of London Award. Ciò mi fa sentire emozionato e quando ho guardato la lista degli altri vincitori con il mio nome sono rimasto scioccato”.

Del resto, la corsa fino al raggiungimento del traguardo è stata faticosa. Kindleysides è stato scortato da una squadra di poliziotti che gli ha mostrato supporto per tutto il percorso. Inoltre, Kindleysides ha provato molto dolore però, come ha rivelato al termine della gara, il sostegno della gente, la voglia di non mollare e tutte le donazioni economiche ricevute per permettergli l’impresa gli hanno dato la giusta grinta per non fermarsi.

Ad aspettarlo al traguardo, i suoi tre splendidi bambini e Jenna, la sua compagna, che lo hanno incoraggiato nell’ultimo tratto.

“Niente è impossibile” non è solo un motto. Per Kindleysides è stato un modo per far sì che la sua vita riacquistasse energia e fiducia.

Sandy Sciuto