“Sediamoci e parliamone”: una panchina gialla per dire no al bullismo

Semplicità, genuinità e divertimento: questi sono gli unici quanto fondamentali ingredienti per concepire e creare opere ed attività d’ampio respiro sociale che possano, attraverso la loro lenta ma incisiva azione, migliorare aspetti della nostra vita. Ogni comportamento, personalità, emozione, pensiero o necessità può essere magistralmente e sinceramente espresso utilizzando un semplice strumento, ovvero l’arte in ogni sua forma. Ne è un esempio il progetto “Sediamoci e parliamone” promosso dalla Sesta circoscrizione in collaborazione con il liceo scientifico “Albert Einstein” di Torino e il “Falk Lab” di Falchera.

Si tratta di un’iniziativa che unisce il mondo dell’arte e quello del “sociale”  per dar vita ad un “colorata” quanto divertente sfida ad un tipo di violenza troppo spesso presente tra i banchi di scuola: il bullismo. Ed ecco che arrivano a Torino le panchine gialle. Dopo le panchine rosse, simbolo di lotta contro la violenza sulle donne, apprezzate per l’idea ma martoriate dall’azione di vandali senza scrupoli, Torino si veste di un nuovo colore nel tentativo di contrastare proprio quel tipo di atteggiamento che porta a imporre la propria personalità nei confronti di chiunque sembri, solo all’apparenza, più debole nei modi e nel carattere. Il “giallo”, colore che in assoluto indica la diversità, diventa dunque bandiera della differenza come ricchezza, in un binomio street art-temi social sempre più stretto.

La campagna si inserisce all’interno del progetto internazionale “Stop bullying” finanziato dall’Unione Europea e sostenuto dall’associazione Amnesty International con l’obiettivo di contrastare quanto sradicare ogni minima forma di discriminazione da qualsiasi contesto. In tal senso tale progetto vede la fruttuosa collaborazione di numerose scuole liceali tra Italia, Polonia, Portogallo ed Irlanda.L’istituto di Torino è l’unica scuola del Nord Italia ad aver vinto il bando di Amnesty International, richiedendo un contributo per dipingere di giallo alcune panchine all’interno della scuola, così da fornire, in un ambiente il più sereno possibile e grazie a momenti di condivisione, numerose possibilità per discutere su argomenti che riguardano episodi di violenza sempre più frequenti tra gli adolescenti. Le prime cinque arriveranno nel corso di questo mese ed andranno ad “abitare” e a “colorare” il cortile della scuola.

Interessante è la scelta del colore, totalmente da attribuire alla grande volontà di cambiamento degli studenti, i quali, profondamente spinti da uno spirito di rivalsa, hanno fin da subito optato per tale vivace e dinamica tinta, con l’intento di lasciare un segno tangibile e riconoscibile. Il caso di Torino, anche se non rappresenta un unicum nel panorama italiano, è sicuramente un passo importante nella lotta contro il bullismo e ogni sua declinazione, un barlume di speranza per le tante vittime e un insegnamento per tutti i ragazzi che ancora non credono che parole ed arte possono colpire forte tanto quanto un pugno.

Alfonso Lauria