La sfida di Happy Dolphin, la risposta napoletana al Blue Whale

Sono settimane che sentiamo parlare di Blue Whale, a sfida social che spingerebbe i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino al suicidio, fenomeno portato alla luce dalla trasmissione di Italia 1 “Le Iene”. Nonostante numerose segnalazioni, l’esistenza del fenomeno in Italia non è, al momento, verificata. Ma non è escluso che, proprio sull’onda dell’emulazione, online ci siano o possano nascere gruppi di istigatori.

E’ proprio per scongiurare questo pericolo che da Napoli arriva una bellissima iniziativa: la sfida di Happy Dolphin. Nato dall’idea di due psicologhe partenopee, si tratta di un gioco simile a quello della balena che porta, però, ad una direzione totalmente opposta. “Che sia vero o no questo fenomeno chiamato ‘blue whale’, ci ha spaventato e abbiamo pensato di creare qualcosa che fosse l’esatto opposto”, spiega Roberta de Angelis, ideatrice della sfida del delfino felice insieme a Ilaria Riviera. Ma come funziona?

Come nel caso del Blue Whale, il gioco prevede 30 step, 30 regole quotidiane da seguire. Ma contrariamente a quanto avviene nella sfida della balena blu, si tratta di regole positive, di un percorso per raggiungere il proprio equilibrio psico-fisico. L’obiettivo del “delfino felice”, infatti, è quello di promuovere l’autostima e la cura di sé. Per partecipare al gioco basta collegarsi alla piattaforma online della Dott.ssa Riviera ed effettuare l’iscrizione, il tutto gratuitamente. Dopodiché per 30 giorni, una mail illustrerà le regole da seguire. “La prima regola è scriversi sul braccio #Iovalgo, fotografarsi e postare la foto sui canali social alimentare la positività, renderla virale, ma non è certo un qualcosa di obbligatorio: tanti scelgono di tenere privati i loro percorsi ”, spiega la De Angelis. Seconda regola: fare una lista di cose in cui ci si sente bravi. “Diverse persone ci hanno detto di essersi trovate in grande difficoltà su questo punto“, continua la dottoressa, “perché non si è abituati a concentrarsi sulle proprie qualità, a essere consapevoli di ciò che si è”.

La strada del “delfino felice” è iniziata da una settimana, perciò non tutte le tappe possono essere svelate. Tuttavia una cosa la possiamo anticipare: le prove spazieranno dal descriversi con aggettivi positivi, all’uscire per incontrare amici o fare sport per evitare l’isolamento a cui spesso porta la depressione. Accettare la sfida non vuol dire imporsi di star bene a tutti i costi in maniera superficiale perché, come spiegano le due psicologhe “I limiti di ognuno sono valutati perché rappresentano un aspetto fondamentale dell’individuo ma vanno trasformati man mano in punti di forza”. L’ultima prova rimane un mistero ma, come assicurano le dottoresse napoletane, “L’obiettivo finale è far sì che rimanga sempre la voglia di migliorarsi, non solo per un mese”. Finora si sono iscritte circa tremila persone da tutta Italia, ed è arrivata anche qualche richiesta dall’estero. Ci sono adolescenti, certo, ma anche madri, padri, pensionati, tutti accomunati dalla voglia di riprendere in mano la propria vita e il proprio destino.

Catiuscia Polzella