Sarahah, la nuova app dell’onestà che garantisce l’anonimato

Se ti reputi un amante delle applicazioni e pensi di aver raggiunto un livello di fanatismo tale da non fartene scappare nessuna, neppure per tutto l’oro del mondo, allora sei nel posto giusto. Oggi infatti parleremo di Sarahah, un’applicazione di instant messaging che si sta rivelando un vero e proprio successo, tanto da farle guadagnare un posto di tutto rispetto nella classifica delle applicazioni più scaricate sull’App Store in Australia, Irlanda, Stati Uniti e Regno Unito, tanto da superare persino i record degli intoccabili classici come Facebook, Snapchat e via dicendo.

Di cosa si tratta nello specifico? Creata dall’arabo-saudita Zain al-Abidin Tawfiq, è un social network che consente di mandare e ricevere messaggi anonimi. A conferma di ciò infatti il nome della stessa applicazione in arabo significa “onestà” ed inizialmente è stata ideata per i dipendenti delle aziende, dando loro supporto e strumenti per poter in qualche modo esprimere il proprio feedback nei confronti dei superiori nella maniera più libera e sincera possibile, senza filtri.

Successivamente qualcosa si è mosso, tanto da portare lo stesso creatore a diffonderla anche tra i suoi più stretti amici, con la consapevolezza che l’applicazione potesse essere d’aiuto anche nella vita di tutti i giorni, garantendo maggiore libertà d’espressione e mantenendo quindi una certa riservatezza sull’identità dell’autore del pensiero.

Inutile dire quanto l’idea abbia fatto breccia nel cuore degli utenti, tanto da portarla in cima alla classifica delle applicazioni più scaricate negli ultimi mesi, godendo soprattutto dell’appoggio di alcuni influencer che hanno così alimentato i download attraverso diversi link dei propri profili Sarahah all’interno delle Storie di Instagram e poi Snapchat.

Come spesso accade però, dietro un successo così inaspettato e virale si nasconde qualche piccolo intoppo. Il problema principale in effetti non è poi così nuovo e risiede proprio in una delle caratteristiche fondamentali su cui si fonda l’app, vale a dire l’anonimato. Già in passato infatti sono stati ideati diversi social che in qualche modo riprendevano questa filosofia, e la loro fine non è stata poi così gloriosa. Ricordiamo ad esempio Ask.fm oppure Yik Yak che sono state costrette a chiudere battenti proprio perché, a causa della garanzia dell’anonimato, fomentavano i cosiddetti leoni da tastiera generando conseguenze come cyberbullismo, incitamento all’odio e alla violenza e chi più ne ha più ne metta.

Se è vero quindi che la storia è destinata sempre a ripetersi, il suo ideatore ha agito d’anticipo, prendendo delle precauzioni. All’interno dell’applicazione sono state infatti inserite alcune funzionalità molto importanti come dei filtri per le parole offensive e la possibilità di bloccare messaggi o altri termini indesiderati. Sarà sufficiente? Chissà, per il momento è presto a dirsi intanto nell’attesa perché non provarla? Del resto è anche gratuita!

Erminia Lorito