Sanremo 2020: tutta la verità sui testi delle 24 canzoni in gara

C’è fermento, trepidazione e curiosità. L’attesa fra poche ore sarà ricompensata e scopriremo se ne sarà valsa la pena.

Il Festival di Sanremo ha raggiunto la 70° edizione e per l’occasione il padrone di casa  è Amadeus.

A lui il compito non solo di presentare la kermesse canora, ma anche di occuparsi dell’organizzazione dell’evento.

Oltre la scelta degli ospiti e delle persone da cui farsi affiancare, Amadeus ha dovuto scegliere le ventiquattro canzoni inedite che verranno presentate tra stasera e domani.

Possiamo già anticipare che Amadeus non ha sorpreso. I 24 BIG brillano, infatti, per una caratteristica: l’eterogeneità. È stato accontentato sia lo spettatore ventenne sia lo spettatore sessantenne. Non solo, ma la poliedricità presente tra i 24 BIG frutto di percorsi ed esperienze artistiche diverse si riflette soprattutto nel brano scelto per l’evento musicale.

Al momento, delle ventiquattro canzoni conosciamo solo il testo. Non cosa da poco se si avalla il pensiero che molte delle emozioni che la musica è in grado di trasmettere ad oggi passano anche dal messaggio che il brano ha in sé.

Noi siamo della scuola di pensiero che esiste musica che attraversa e musica che rimbalza. Il testo è sicuramente una parte fondamentale per far sì che una canzone possa attraversare l’anima di ognuno, emozionandoci.

Ci siamo presi la briga, così, di leggere i ventiquattro brani e di capire di cosa si canterà sul palco dell’Ariston, chi li ha scritti e se questi brani maltrattano la lingua italiana.

Pronti per la nostra analisi del testo? Cominciamo!

Ad Amadeus che li ha selezionati e ai cantanti in gara premono due argomenti sostanzialmente: le tematiche sociali e l’amore in tutte le sue forme.

È un periodo storico in cui conta molto, più dell’essere gentile, avere delle battaglie ideologiche di cui farsi portavoce. Anche tra alcuni Big c’è questa necessità. Così Levante ha scelto di affrontare il tema dell’omosessualità, Anastasio di parlare dell’importanza della rabbia, Rancore si è preso la briga di cantare di scelte e i Pinguini Tattici Nucleari di portare sul palco Ringo Starr solo intonandolo.

Molto miele per questa 70° edizione: si passa dall’amore sentimentale di Francesco Gabbani, a quello per la madre di Giordana Angi o per la prole di Paolo Jannacci per culminare nell’amore e nel riscatto di se stessi di Irene Grandi.

Parlare d’amore in tutte le sue forme ha sempre funzionato del resto, soprattutto se lo si fa sul palco del Festival di Sanremo.

C’è così, chi ha scelto di parlare di amore come tormento ed è il caso di Riki o di amore ancora non dimenticato come Diodato o di clessidre al posto del cuore come Le Vibrazioni o di baci che possono risolvere conflitti come Enrico Nigiotti.

“Amor vincit omnia, forse pure il Festival” si sono detti alcuni dei Big ed hanno ancora una volta giocato questa carta.

C’è poi un terzo tipo di canzoni quest’anno a Sanremo che definiremmo no sense ma che, sulla base dei testi, immaginiamo già saranno ottime per le radio e scaleranno le classifiche.

Ci riferiamo ai brani di Achille Lauro, Elettra Lamborghini, Junior Cally ed  Elodie. Tutte queste canzoni hanno in comune una cosa: la ripetizione di una stessa parola o frase quasi all’infinito. Ciò ci fa immaginare che il ritmo sarà incalzante e che, di conseguenza, saranno canzoni – trapano nel senso che nel breve tempo inizieremo a cantarle.

Dall’analisi dei testi, inoltre, si evince chiaramente che quest’anno ci sono pochi cantanti che sono anche autori. E poi ci sono anche gli eccessi ossia per la canzone di Achille Lauro sono state interpellate ben sei persone. Sei. Non scherziamo sei. Vista la quantità di gente coinvolta, la canzone dovrebbe essere davvero qualcosa di eccezionale. Situazione simile per il brano di Elettra Lambroghini, di Bugo e Morgan, di Anastasio, di Junior Cally e di Paolo Jannacci.

Tra gli autori dei testi spiccano nomi importanti. Irene Grandi vanta un testo scritto anche da Vasco Rossi, Gabbani ha avuto l’aiuto di Pacifico ed Elodie dalla sua ha il vincitore dello scorso Festival Mahmood e il discografico Dardust.

I cantautori restano: Levante, Riccardo Zanotti de I Pinguini Tattici Nucleari ed Enrico Nigiotti che per intero hanno scritto musica e testo.

Sulla carta, i testi che maggiormente hanno un senso e che rispettano la lingua italiana proprio perché dopo averli letti hanno un loro significato sono: “Sincero” di Bugo e Morgan, “Fai Rumore” di Diodato, “Viceversa” di Francesco Gabbani, “Come mia madre” di Giordana Angi, “Il confronto” di Marco Masini, “Nell’estasi o nel fango” di Michele Zarrillo e “Voglio parlarti adesso” di Paolo Jannacci.

Poi c’è chi si è preso la concessione di intonar “stronzo” come Rita Pavone o di portare una parola nuova come Levante con “Tikibombom” o di riportare miti come Elodie con “Andromeda”.

Insomma, sulla base della sola analisi dei testi avremmo già i nostri primi dieci classificati, ma sappiamo che il Festival non è un compito in classe di italiano con tema su un argomento a piacere. Conta anche la musica!

Per stasera siete stati avvisati: l’italiano è stato rispettato così e così, i contenuti ci stanno ma l’eccezione la farà sempre la musica!

B U O NA  V I S I O N E !!!!

Sandy Sciuto