Rosa Bonheur la pittrice dai pantaloni che vinse le convenzioni

Il nome di Maria Rosalia Bonheur non dice molto, risulta parzialmente sconosciuto. Eppure la sua vita è segnata da tasselli e successi che impongono un’attenta revisione del suo operato. Fin da piccola ha mostrato un’inclinazione verso l’arte dimostrando talento e bravura. Sono, però, la caparbia e uno spirito di volontà che elevano la Bonheur, attribuendole uno status che sfiora l’icona, un’icona di emancipazione femminile. Sono le epoche e le convenzioni che rendono uno spirito autorevole e guerriero, è la volontà di reagire alle imposizioni che rendono grande un uomo e nel caso specifico, una donna.

I successi nell’arte, l’osservatrice perfetta

Maria Rosalia Bonheur è stata una talentuosa pittrice francese ed ha contribuito ad arricchire l’800 di grandi personalità. La sua inclinazione verso l’arte è stata tale che a soli diciannove anni fu ammessa ad esporre al Salon di pittura e scultura del 1841. L’esposizione di arte più importante della Francia aveva compreso l’eccezionale bravura della Bonheur. La pittrice è un’attenta osservatrice e aderisce ai canoni della scuola realista. Nei suoi quadri rappresenta ciò che ama di più, la natura e gli animali, in particolare i cavalli. Con la vittoria di due medaglie al Salon, il suo nome inizia a circolare nel mondo dell’arte. Il suo esempio, però, apre nuove prospettive alle pittrici del suo tempo, a cui è riservato un ruolo margine nella società e nel mondo dell’arte.

Le sue tele più famose sono L’aratura del Nivernais, che oggi si trova al Musée d’Orsay e Il mercato di cavalli che fu acquistato per una cifra di 40.000 franchi. Oggi questo quadro è esposto al Metropolitan Museum of Art di New York. Nel 1848 Gautier la definì “il Raffaello degli ovini” mettendo in luce, nel suo giudizio, l’eccezionale verità e l’osservazione perfetta che traspariva dalle sue opere. Nel 1849 Labourage Nivernais viene accettato dalla critica unanime come capolavoro. La sua fama giunge al punto che non potrà più partecipare al Salon, in quanto le sue opere vengono vendute in anticipo. Quando riceve il titolo di cavaliere della Légion d’honneur nel 1865 dalle mani dell’imperatrice Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III è un grande evento: è la prima donna artista francese a riceverla.

La donna dai pantaloni

Raggiunta una certa autonomia economica e una fama che supera la Francia, fino agli Stati Uniti, la Bonheur diventa forte della sua persona. Giunge una maturità che le permette di vivere seguendo le inclinazioni della sua personalità. Non teme le forti convenzioni del suo tempo. Porta i capelli corti, fuma sigari Avana, chiede alla Prefettura di Parigi un permesso per indossare i pantaloni, permesso non semplice da ottenere.

Nell’800 indossare abiti convenzionalmente maschili sfiorava il travestimento e lo stato francese perseguiva questo atto di depravazione. Li indossava per dipingere quando era in casa, per frequentare le fiere di bestiame e i luoghi in cui poteva prendere spunto per i suoi quadri, un indumento comodo sia per gli uomini che per le donne. Si configura come sinonimo di forte personalità e grande riflessione la scelta di firmare i suoi dipinti con il diminutivo Rosa, in onore della madre mancata e per rimarcare la proprietà delle sue creazioni.

L’amore

Nathalie Micas è una pittrice conosciuta tra i banchi di scuola. L’incontro con Rosa segnerà l’amore di una vita. Il legame tra le due appare solido e Nathalie accompagna Rosa nella sua ascesa artistica. Le due risiederanno a By fino al 1889, quando Nathalie muore.


Nonostante il successo che ormai l’ha investita, Rosa preferisce la tranquillità della campagna, in compagnia degli animali che può studiare e ritrarre. Acquista una tenuta a Fontainbleau che condividerà con l’americana Anna Klumpke. Le due vivranno insieme gli ultimi dieci anni di vita di Rosa, diventando poi erede universale di tutti gli avere di Rosa.

In un epoca in cui le strade percorribili per una donna erano soprattutto il matrimonio, la scelta di chiudersi in un convento e la prostituzione non è affatto scontato seguire le inclinazioni del proprio animo e del proprio carattere.

Benito Dell'Aquila