Romanzo popolare: a teatro l’esilarante alienazione da soap opera

In scena dall’11 al 13 gennaio presso il Centro Culturale Zo di Catania, “Romanzo Popolare” di Luca Cicolella conferma anche quest’anno la qualità dei testi e dei lavori promossa dal Teatro Mobile di Catania, giunto alla sua Terza Stagione. Quella di Francesca Ferro e di Francesco Maria Attardi è una realtà teatrale “mobile” e duttile, che sfrutta la lingua siciliana con intelligenza, avvalorandone il potenziale espressivo e comunicativo.

E’ il caso di Sogno di una Notte a Bicocca, spettacolo di grande successo della passata stagione, (andato in replica anche quest’anno) nel quale i detenuti di un carcere riscrivevano Shakespeare attraverso un nuovo ed esilarante copione carcerario; ma anche di Romanzo Popolare, una commedia brillante, in cui si riflette su come la finzione possa confondersi con la realtà e su come spesso si sia portati a preferire la finzione al mondo concreto e reale che sta intorno.

Con una regia essenziale, che punta molto sull’espressività dei tre attori in scena e sulla incisività comica del testo, Luca Cicolella racconta infatti la vita di due donne, Mela (Francesca Ferro) e Rosalia (Ilenia Maccarrone), coinquiline, la cui vita casalinga, ripetitiva e abitudinaria ruota soprattutto attorno ad una “telenovela” siciliana “Romanzo popolare”, che è in grado di risollevare le loro giornate, tendole incollate alla televisione. L’attore protagonista della serie, Mario Opinato, è l’impossibile oggetto del desiderio delle due donne, talmente infatuate di lui e della serie da non riuscire più a distinguere l’attore dal personaggio delle finzione televisiva.

Un po’ come in Misery non deve morire di King, ma in versione decisamente comica, le due donne, dopo aver visto la puntata in cui il loro amato protagonista sta per essere messo in galera, si convincono che sia necessario salvarlo, cioè portarlo a casa loro, per sottrarlo agli studi televisivi “che nelle serie moderne tendono a far finire male le storie”, per modificare loro stesse la storia e girare un adeguato finale. Il sequestro è esilarante e comico e porta le due donne a confrontarsi-scontrarsi con il loro idolo, che ben presto si rivelerà molto diverso dalle loro aspettative.

Tema della commedia è dunque quello della alienazione. Una serie televisiva può alienarci dalla realtà al punto da farci credere di vivere dentro un altro mondo, per noi più bello e carico di attrazione e la domanda che, con i toni della commedia, si pone, infine, il regista è: Siamo sicuri di non essere noi stessi i principali artefici della nostra alienazione?

Oltre questo interrogativo di fondo, la componente comica è forte, lo spettacolo è molto divertente e scorrevole. Il dialetto siciliano è volutamente enfatizzato (sempre con equilibrio però) per rendere con maggiori sfumature il linguaggio delle due casalinghe, i cui abbigliamenti mali assortiti e kitsch ribadiscono ancora di più la loro distanza dal mondo reale, in un microcosmo televisivo e da soap opera che si estende dal divano alla tv.

Divertente il modo con cui il regista costruisce e introduce il protagonista e sex symbol della serie tv. Mario opinato, che è il nome dell’attore anche nella realtà – e questo gioco metateatrale è voluto dal regista che vuole fin da subito suggerire come la realtà e la finzione possano continuamente confondersi tra loro- è infatti introdotto inizialmente in modo indiretto sulla scena: si sentono solo le sue battute recitate in televisione, con le conseguenti reazioni delle due fan sfegatate che guardano la serie. Questa preparazione aumenta l’effetto comico nel momento in cui l’attore compare effettivamente sulla scena ed è costretto dalle due donne, che lo minacciano con una pistola, a ripetere le stesse terribili battute (da telenovela di serie c, si potrebbe dire) in tutte le salse possibili e immaginabili. La situazione degenera sempre più, mentre a poco poco le due casalinghe si rendono conto di come ,spogliato dei suoi abbellimenti e dell’”aura sacra” conferitagli dalla televisione, l’uomo sia per loro sempre meno interessante…

Questi solo alcuni dei numerosi sketch dello spettacolo, che grazie alla professionalità degli attori e della sceneggiatura riesce pienamente nel suo intento comico e d’intrattenimento, ponendo anche lo sguardo sul tema dell’alienazione.

Francesco Bellia