Rebecca Sharrock ricorda ogni singola cosa dalla nascita: una vera condanna

Molti di noi non si ricordano neppure cos’hanno mangiato a colazione, figuriamoci cosa abbiamo fatto a 13 anni. Sì, forse qualche evento sporadico – o traumatico – qua e là, ma nulla in confronto alla memoria di ferro di Rebecca Sharrock, 25enne australiana che ricorda praticamente ogni singola cosa dall’età di 12 giorni. Sì, avete capito bene, ma ribadiamo lo stesso: ricorda ogni singola cosa dal dodicesimo giorno di vita

Rebecca Sharrock non è l’unica persona al mondo a ricordare tutto quello che le è capitato nella vita da un sacco di tempo a questa parte: insieme a lei, altre 79 persone nel mondo riescono a ricordare ogni singolo istante della loro vita, ogni singolo dettaglio. Sono affette da una patologia conosciuta come ipertimesia, o se preferite HSAM, acronimo che sta per Highly Superior Autobiographical Memory.

Un dono? Certo, a scuola potrebbe essere utile, direste voi, e anche in molte altre cose pratiche della vita (“Dove accidenti ho messo le chiavi di casa?”), ma in realtà, proprio come in un fumetto Marvel, ogni “potere” porta con sé una condanna e di questo la Sharrock si è voluta fare portavoce. Ma come, qual è il problema nell’avere una memoria di ferro, vi chiedereste voi: semplice, i brutti ricordi. Che portano con sé brutte esperienze e quindi il dolore provato.

Non c’è un angolino remoto nell’inconscio dove seppellire i ricordi malevoli: è tutto vivido e autentico, come fosse accaduto ieri. La stessa Sharrock racconta questo disturbo: “Quando rivivo i ricordi, tornano anche le emozioni, che continuano ad avere l’età di quando ho fatto quella determinata esperienza. Inoltre, ad esempio, ricordo di essere caduta quando avevo tre anni a casa dei miei nonni e di essermi graffiata il ginocchio sinistro e parlarne ora mi rievoca ancora quel dolore, come una puntura sul ginocchio“.

La mente è troppo affollata di ricordi e, nei momenti di pausa, potrebbe non smettere di funzionare. Di notte, infatti, la Sharrock è costretta a dormire con la radio accesa e una luce soffusa. Meglio che non sia troppo buio o troppo silenzioso, altrimenti la mente continua a parlare e il sonno fatica ad arrivare. La particolarità di questa ragazza sta nel fatto che i ricordi più lontani sono anche quelli più vividi, mentre quelli più vicini spesso tendono a essere sfocati. Una sorta di “miopia della memoria“. Anche per cercare di risolvere il più possibile questo disturbo, Rebecca Sharrock sta partecipando a uno studio per comprendere meglio l’ipertimesia e le conseguenze di questa strana e rarissima patologia.

redazione