Quando il meme diventa realtà

Fino a non molto tempo fa, su Facebook esistevano i cosiddetti “link”, cioè delle frasi scritte in neretto che sarebbero dovuti essere dei titoli per dei testi più lunghi. Ovviamente l’uomo pigro ha invece deciso di utilizzare i link per riportare delle frasi condivisibili. Poi qualcosa è cambiato, Facebook è cambiato, e questa possibilità è venuta meno. Si è ricorso così a delle immagini riportanti del testo.

Inizialmente erano rozze, poi sono diventate sempre più carine. Le immagini danno libero sfogo alla creatività ed è così che si è arrivati ai meme. Questi non sono altro che delle immagini, di solito con una faccia molto espressiva, che delle volte presentano un testo che evidenzia una situazione. Ce ne sono di tutti i tipi. Tra i più famosi “Stanley sballato”, il “fuck yeah”, “Willy Wonka” o persino “Mr. Bean” con “if you know what i mean”. Oggi ci focalizzaremo però su un ragazzo normale, come chiunque tra noi, divenuto famoso attraverso i meme, diventando lui stesso un meme: “Bad luck Brian” o “Brian sfigato”.

Kyle Craven, questo il suo vero nome, era uno studente al college. Un ragazzo autoironico su cui è riuscito a costruire una piccola fortuna (e anche fama) su una foto, che doveva essere quella dei book tipici dei college americani. Ecco cosa racconta il suo amico: “Prima di arrivare a scuola andò in un negozio di abiti usati per comprare un vecchio maglione. Poi una volta a scuola andò in palestra e si mise in coda per la sua foto. Si strofinò la faccia per farla diventare tutta rossa, socchiuse gli occhi e gonfiò la mascella quanto basta per assumere un’espressione goffa e farsi scattare quella che pensava fosse una foto geniale.”. Una sera Kyle ricevette una telefonata: “Ti ho reso famoso nel web”. Era il suo amico che aveva postato online la foto.

Adesso Kyle sfrutta il suo volto per guadagnare qualcosa e questo non gli ha mai creato alcun problema, poiché l’espressione del meme non è il vero volto del ragazzo ma una faccia buffa fatta appositamente per far ridere. Infatti non sempre viene riconosciuto anche perché adesso non porta più l’apparecchio, ha tagliato i capelli e non indossa mai maglioni di quel tipo. “Quando vado alle fiere e mi riconoscono la gente impazzisce”, ed è questo che gli ha permesso di guadagnare. Infatti il suo volto così famoso è stato richiesto per l’utilizzo in pubblicità da tantissimi stati del mondo. In tre anni stima di aver guadagnato circa 15.000 dollari. “Non male”, dice, “per non aver fatto niente”.

Davide Chittari