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Premio Strega 2021 “La casa delle madri” di Petruccioli

Una casa da restaurare apre una variabile di mondi e di strutture fatte di ricordi e momenti passati che si legano alle fondamenta Si aprono, però, anche scorci sul futuro, a chi in quel luogo decostruirà l’assetto per darne una nuova immagine, un nuovo inizio, l’avvio di nuovi momenti che si legheranno a nuove fondamenta, stratificandosi ma pur sempre ben definiti.

La casa delle madri di Daniele Petruccioli, per la casa editrice pugliese TerraRossa Edizioni, si apre proprio dal restauro di una vecchia casa. Un romanzo potente che a pieno titolo si candida al Premio Strega 2021.

Petruccioli indaga sui molteplici aspetti dell’ambito familiare, delle relazioni tra personaggi e generazioni che in qualche modo diventano un modello classico nel quale riconoscere e riconoscersi. L’autore si spinge oltre e nei rapporti tra consanguinei rintraccia anche le ritualità della società che si costituiscono e si propongono con forza. Si scoprono così le derivanze delle convinzioni personali, da dove traggono linfa le azioni e soprattutto le reazioni di una complessa psicologia che da personale si inserisce nel complesso circuito delle relazioni.

Scontri familiari, contrasti tra generazioni, ma anche ideologie che si contendono e gareggiano per il sopravvento. La vita del resto è fatta di incontri e di scontri.

In questo vortice di emozioni e sensazioni trovano spazio le vite di due gemelli, Ernesto ed Elia. L’emblema dei legami che supera la sovrastruttura della fratellanza.
“Un braccio invisibile, una spada, uno scudo che non sai se ti aiuta a vivere o se ti ostacola nei movimenti.”
Un rapporto tra fratelli e in particolare gemelli, una sorta di filo dorato che lega due vite alla complementarietà, ma che allo stesso tempo condanna. Una dualità, un appoggio fino alla morte che da salvifico si muta in condanna e viceversa, ripetutamente.

Si inseriscono gli scontri generazionali, le ideologie in un egoistica saccenteria di chi crede di essere nel giusto. Eccole Sarabanda, la madre dei gemelli e Ilide la suocera e nonna. Donne dal grande carattere che impongono ai gemelli due modelli differenti. Da un lato la tradizione di Ilide, fatta di costumi e apparenze ereditate dalla società, sono schemi che rompono con l’anticonformismo di Sarabanda, la cui vita borghese affamata di cultura, cerca di spezzare quel legame vetusto e arcaico da cui nasce e da cui ha appreso il passato.

Daniele Petruccioli non romanza la storia di una famiglia di un’Italia poco distante da noi, la penna dell’autore si insinua fino al midollo nel comprendere l’inaspettata nascita di di una convinzione. Rintraccia e analizza come le azioni, talvolta anche quelle le più futili e banali, come un abbraccio mancato o frettoloso, possono innescare una serie di costrutti e impalcature mentali da decostruire tutta una serie di emozioni e nuove visioni in grado di modificare il modo di rapportarsi con il mondo e con gli altri.

La casa delle madri è un testo potente. Frasi lunghe, subordinante che si intrecciano, parentesi lunghe talvolta impervie e che conducono l’attenzione altrove. Fitti intrecci che danno movimento, ma che sanno ricondurre alla via maestra. Uno stile che ci lascia immergere tra e post surrealismo nel quale rintracciare e sviscerare le coscienze e i sentimenti.

Benito Dell'Aquila