Perché segnare una “X” sulla scheda è uno dei diritti più importanti

Domenica 4 marzo, dalle 7.00 alle 23.00, 51,2 milioni di italiani sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento Italiano. La campagna elettorale, a suoni di promesse alla Peppone e Don Camillo, è terminata il 2 marzo per lascia spazio al silenzio elettorale.

Tra le nuove generazioni a farla da padrone non è tanto l’indecisione sul partito da votare quanto l’astensionismo. Sempre più giovani non si riconoscono nel proprio paese. L’indagine dell’Istituto Demopolis mostra come quasi 1 giovane su 2, tra quanti hanno meno di 25 anni, appare deciso a non votare alle prossime Elezioni Politiche. “La maggioranza assoluta degli intervistati crede che la politica non sia in grado di incidere sulla vita e sul futuro dei giovani nel nostro Paese” (Pietro Vento, direttore dell’Istituto Demopolis).

L’insoddisfazione dei più giovani nasce dal campo dell’istruzione, i tagli non permettono alle università pubbliche italiane di garantire gli standard di quelle estere e di aiutare gli studenti ad entrare nel mondo del lavoro in modo competitivo. Anche la volontà di creare nuovi nuclei famigliari è messa alla prova dalla disoccupazione che investe il nostro paese. Questi sono solo alcuni dei motivi che allontanano dalla politica e dai suoi protagonisti, sentiti sempre più estranei dalle vere esigenze quotidiane.

Seppur lo scenario non sia dei più rosei, serve una visione di insieme: il voto determinerà molte scelte che ricadranno su tutto il paese, votanti e non.

“Non sottovalutate mail il potere che abbiamo di essere artefici del nostro destino”

Emmeline Pankhurst

Fare un “X” su una scheda è uno dei diritti più importanti, affatto scontato, soprattutto per le donne. In Italia si ha il suffragio femminile dal ’46, solo da 72 anni, mentre in altri paesi come, l’Arabia Saudita dal 2016. Numeri, che dovrebbero far riflettere sul cammino passato e presente che fa del suffragio un piccolo tassello verso la parità tra i sessi.

Purtroppo il discorso politico, soprattutto elettorale, non è tra i più sentiti tra le ragazze. Lo si ritiene un argomento noioso o da “secchioni”. Diversamente, in nazioni come gli U.S.A. l’impegno politico coinvolge anche le celebrities che sfruttano la propria popolarità per sostenere cause e personaggi politici. Pensiamo a Katy Perry in prima fila per Obama, o Meryl Streep a fianco della Clinton nelle ultime elezioni.

C’è chi voterà di testa, di cuore o di pancia. Chi per il male minore, chi per il partito di sempre, chi perché ci crede ancora o spera di poter cambiare, nel suo piccolo le cose. Non importa perché, ma la coscienza dell’importanza del gesto e del diritto che si compie.

Betti Bigi