Da Jagger e Scorsese “Vinyl”, la nuova serie evento

Di Luca Tognocchi per Social Up!

Vinyl” è probabilmente una delle serie evento del 2016, una di quelle che ancora prima dell’uscita del pilot è già fra le più belle dell’anno. Sarà distribuita in Italia da Sky Atlantic dal 22 Febbraio, prodotta da HBO (qualità garantita) e ideata da Mick Jagger e Martin Scorsese, racconterà la scena rock degli anni ’70. Dovrebbe bastare questo per vederla. Dopo la visione del lunghissimo pilot, quasi due ore, possiamo dire che le aspettative sono state rispettate: il livello è molto alto.

La scena si apre sul protagonista, dal ridicolo nome di Richie Finestra, produttore discografico, nella sua macchina a farsi di coca per poi entrare in un locale a sentire un concerto rock. La narrazione torna cinque giorni indietro per poi ricondurci al punto iniziale a fine episodio. Richie ed i suoi collaboratori sono sul punto di vendere la loro label ad un gruppo tedesco, tentando di mascherarne lo stato di crisi irrecuperabile. La storia ci immerge nel dietro le quinte del mondo del rock, tanto sgangherato e trasgressivo quanto quello “ufficiale”, fra cantanti, compare un giovane Rober Plant, manager, avvocati e magnati della radio, in una spirale di follia destinata a portare all’auto-distruzione chiunque vi si ritrovi dentro. Richie vuole salvarsi proprio da questo per poter tornare dalla moglie e dai figli, libero dalle assurdità di quel mondo al quale è però intensamente legato. La storia si articola quindi sul tentativo di liberazione del protagonista, quindi di annullamento e rimozione della storia stessa. È una premessa rischiosa e che può far sorgere dubbi sulla tenuta sul lungo periodo, ma che se affrontata bene può rivelarsi vincente.
Il modello di riferimento sembra essere “Mad Men”, per svariati motivi. Il primo è l’ambientazione: lì era la New York degli anni ’60, adesso siamo dieci anni dopo. Il mondo raccontato è molto simile, il dietro le quinte di qualcosa di più famoso, visto tramite gli occhi di un personaggio cinico e disilluso. In entrambe le serie vi sono anche trame di personaggi femminili che lottano per l’emancipazione ed il loro posto in un mondo maschile. Alla finezza dei dialoghi e la compostezza della regia di “Mad Men”, “Vinyl” risponde con una frenesia narrativa e scene che restituiscono perfettamente l’ebbrezza sopra le righe di quegli anni.

A colpire è la ricostruzione del periodo storico, fra basettoni e vestiti sgargianti, che riesce a rimanere evocativa e realistica senza mai scadere nello stereotipo, ma rendendo il clima da “sesso, droga e rock ‘n’ roll”. Le musiche sono ovviamente uno dei punti forti della serie, si alternano brani rock e blues, più e meno famosi, senza apparente soluzione di continuità, selezionati personalmente da Mick Jagger. A detta dello stesso storico leader dei Rolling Stones i personaggi raccontati sono di finzione ma richiamano esperienze comuni fatte dai musicisti della band e da altri loro colleghi.


Da un punto di vista narrativo l’elemento che potrebbe diventare una cifra caratteristica della serie è l’alternanza continua e ben studiata di sequenze frenetiche e rumorose ed altre più lente, tese e volte all’introspezione dei personaggi. Proprio questo ha generato alcune critiche che hanno visto queste parti come unicamente dei filler fra le scene di impatto maggiore, critiche che ad un’analisi più attenta sembrano essere infondate; la storia verte su un discorso interiore di Richie, una sua riflessione sul mondo nel quale vive, e richiede necessariamente scene che ne possano esaltare la profondità e l’aspetto individuale.
Intorno a Richie si muovono, come già detto, moltissimi personaggi, per il momento solamente accennati ma che già da poche battute preludono ad interessanti sviluppi futuri, soprattutto se il protagonista decidesse effettivamente di affrancarsi dall’industria lasciando loro più spazio sul quale muoversi.
Nel complesso, il pilot, che è quasi un film, apre le porte su un mondo che abbiamo voglia di esplorare e di conoscere, per rivivere l’esaltazione estatica di quel periodo così apparentemente lontano dalle nostre vite.

redazione