Paese che vai, formaggio che trovi: ecco i più particolari

E’ stato calcolato che uno dei cibi più consumati al mondo sia proprio il formaggio, soprattutto se si parla di particolari formaggi e non reperibili ovunque!

La bellezza e la versatilità di questo ingrediente non sta solo nel gusto, ma anche dal tipo di latte utilizzato, dalla tipologia di stagionatura, dagli aromi utilizzati all’interno e addirittura da come viene conservata la forma del formaggio.

Insomma, al mondo esistono migliaia di migliaia di tipologie di formaggi, ma noi non ci siamo interrogati sul numero reale, bensì a quali siano le tipologie più strane e insolite da poter trovare in commercio!

Branza de burduf dei monti Bucegi  (Romania)

Brânză de burduf è un formaggio rumeno a pasta pressata di pecora (razze tigae e turcana), prodotto principalmente nelle montagne dei Carpazi.

Questa tipologia è la più pregiata tra i formaggi rumeni ed è avvolto nella coaja de brad (corteccia di abete). Si produce solo da maggio a luglio, quando l’albero è ricco di resina molto aromatica: la corteccia, privata della parte più legnosa e ammorbidita nel siero caldo, è cucita con lo spago per fo rmare un cilindro di 25 centimetri di altezza e 10 di larghezza e chiuso poi alle estremità con un disco, sempre di corteccia. Il branza si può consumare dopo averlo lasciato stagionare come minimo 20 giorni e come massimo tre mesi; nel tempo acquisisce un gusto piccante più marcato. La corteccia di abete conferisce al cacio note resinose molto pronunciate e ne arricchisce le caratteristiche organolettiche.

Formaggio nel sacco (Bosnia Erzegovina)

Questa tipologia può essere prodotta con latte crudo di pecora, di capra, di vacca o, più spesso, con una combinazione dei tre. Subito dopo aver munto, il latte viene filtrato in un telo di cotone e lavorato con l’aggiunta di caglio per facilitare la coagulazione. Si sistema poi la massa su un telo e si pressa con una pietra per 12 ore. Al termine si procede a una seconda rottura della cagliata (con le mani), si sala e si ripone nel sacco di pelle di pecora, con l’aiuto di un bastone. A seconda della dimensione dell’animale si possono ottenere “forme” che vanno dai 30 ai 70 kg.

Formaggio verde di Tcherni Vit (Bulgaria)

La razza allevata da cui si ricava questo succulento formaggio è la teteva, di cui ogni capo fornisce in media 60 litri di latte a stagione. Le pecore sono munte a mano tre volte al giorno da maggio a luglio e la caseificazione, che avviene in alpeggio, inizia immediatamente. Al latte si unisce il caglio e si lascia riposare per due ore, che è il tempo necessario affinché si formi la cagliata che successivamente viene tagliata in pezzi grossolani con un coltello, avvolta in un telo, sistemata in una forma di legno e chiusa con un coperchio sotto la pressione di due grosse pietre. Il formaggio poi è tagliato in pezzi, salato con sale grosso e sistemato, a strati, in recipienti di legno di tiglio.
Qui stagiona nella salamoia (che si forma spontaneamente) per un periodo che può durare anche due anni. I recipienti di legno rimangono in alpeggio fino al termine della stagione del pascolo e, a ottobre, sono trasferiti a valle e collocati in cantina. Qui vengono aperti per consentire all’aria umida di Tcherni Vit di favorire la fioritura di muffe nobili che ricoprono il formaggio e penetrano naturalmente nella pasta, trasformando il formaggio in uno dei pochissimi erborinati naturali presenti al mondo.

Charcoal Cheese (Inghilterra)

Per colpa della crisi economica, moltissime aziende hanno cercato di risollevare le proprie sorti inventandosi qualcosa di geniale, e così hanno fatto i proprietari della Manor Farm Shop di Leasingham. Hanno creato un nuovo tipo di formaggio utilizzando una risorsa naturale che in quella zona è molto presente ma che purtroppo rimane inutilizzata: il carbone. Nonostante l’aspetto sia poco invitante, sembra che questo formaggio stia avendo un grande successo in tutto il mondo da quando è stato messo in commercio. Una fetta di questo formaggio può essere conservata solitamente in frigorifero fino a 50 giorni, e quindi utilizzata quando più si vuole, questo perché le particelle carboniche presenti nel latticino permettono la conservazione del prodotto per lunghi periodi. La base del formaggio è un tipo di cheddar miscelato con carboni attivi e per questo motivo l’impasto risulta essere piuttosto cremoso.

Formaggio alla Canapa (Italia)

Uno dei formaggi che sta avendo più successo negli ultimi tempi è il formaggio alla canapa di nazionalità tutta Italiana e poi esportato in tutto il mondo. Si tratta di un formaggio dalla pasta di media durezza arricchita con semi della più pregiata canapa. Tutt’ora non si è ben capito se questo formaggio sia diventato così tanto famoso per la sua particolarità goliardica o per la reale bontà del piatto: poco ma sicuro è ricercatissimo in tutte le fiere alimentari che hanno per soggetto il formaggio in tutte le forme, colori e sapori.

Casu frazigu (Italia)

Forse uno dei più famosi formaggi in tutto il mondo, nato in terra Sarda, questo latticino è caratterizzato dal suo particolare processo di formazione: si tratta di formaggio pecorino o meglio caprino colonizzato dalle larve della mosca del formaggio che per tale motivo è conosciuta come mosca casearia. Viene ancora ottenuto in modo naturale tramite un insetto dalle cui uova, deposte sulla forma di pecorino, nascono larve che traggono nutrimento cibandosi della forma stessa e sviluppandosi al suo interno. Il periodo di produzione è quello primaverile ed estivo, ma si può protrarre sino ad autunno inoltrato. Dopo la schiusa le larve trasformano con i loro enzimi la pasta casearia del pecorino in una morbida crema. Il periodo di maturazione dura da tre a sei mesi. Quando il formaggio è maturo e le larve sono notevolmente diminuite di numero, la forma viene aperta togliendo la parte superiore e l’interno della forma si presenta composto da una crema omogenea di colore giallastro e dal sapore molto particolare e pungente.

Alessia Cavallaro