Osservare, lasciarsi osservare e cogliere il particolare: le scuole dell’infanzia e il Curricolo 06

Il 27 febbraio, presso la scuola dell’infanzia Adriano (Milano), si sono riuniti alcuni educatori di asilo nido e scuola dell’infanzia provenienti da tutta Italia, ma anche dall’estero, per discutere della proposta educativa che prende il nome di “Curricolo 06“. L’obiettivo principale è quello di percepire le scuole dell’infanzia come strutture “in apprendimento”, cioè ancora in evoluzione, ma anche come luoghi “di apprendimento”, in cui i bambini possono realmente imparare qualcosa ed acquisire competenze valide. L’universo scuola si muove su diversi piani: relazione educatore-allievo, relazione educatore-famiglia e cooperazione tra scuole, e per questo necessita di linee guida non solo teoriche, ma estraibili anche da esperienze educative raccontate da altre scuole.

L’ esperienza

Per questo, durante il convegno sono state esposte esperienze educative diverse, con le proprie particolarità. La prima ha visto protagonista la storia della scuola Adriano: costruita secondo i precetti pedagogici di Francesco Caggio, si articola in quattro sezioni che prendono il nome dai quattro elementi fondamentali: aria, acqua, terra e fuoco. Al centro della scuola è presente un grande salone chiamato piazza: è qui che avvengono gli incontri tra i bambini delle diverse classi, e in cui prendono vita progetti finalizzati a rendere il bambino protagonista di esperienze fondamentali per lo sviluppo di competenze; in questo senso il fare e toccare con mano diventa uno strumento prezioso per il processo educativo di crescita dei bambini. Ma per fare ciò, è necessario che il tempo che gli alunni trascorrono a scuola sia organizzato secondo criteri ben precisi che, nel caso della scuola in questione, ha preso forma nella Grotta delle Meraviglie; lo scopo dell’ installazione è quello di far “rallentare il passo a genitori e bambini, così da poter raccogliere lo stupore”. I quattro elementi primordiali fanno da filo conduttore per tutto il percorso, e insieme a loro, buio e luce creano un’atmosfera in cui “tutto sembra che galleggi e sia  amalgamato in una dimensione del tutto omogenea”.

L’ispirazione

Alba Cortecci, coordinatrice della giornata, ha poi spiegato come l’installazione permanente di Kiefer presso l’Hangar Bicocca di Milano l’avesse particolarmente ispirata per l’incontro del giorno, sottolineando così come la stretta connessione che intercorre tra arte, sapere, cultura e conoscenza porti all‘esperienza del sentire, guida della pedagogia. Pittore e scultore tedesco, è autore dei Sette Palazzi Celesti, una installazione architettonica composta da torri apprezzabili nel loro insieme solo alla fine del percorso.

Anselm Kiefer

Oltre al senso di insignificanza ed impotenza che sorge nell’individuo davanti alla grandezza e magnificenza delle torri, vien fuori anche una riflessione sull’equilibrio: l’altezza che da un senso di precarietà, si scontra nettamente con la base su cui esse poggiano; le fondamenta di piombo danno senso di stabilità.

I sette palazzi celesti

Ed è da queste “basi di piombo” che bisogna partire per creare qualcosa di nuovo, e capire come il nuovo prodotta possa essere interiorizzato dai fruitori. Il fatto che l’installazione sia mirabile nella sua completezza solo alla fine del percorso, è indicativo: bisogna mettersi in una certa angolazione per poter davvero capire e apprezzare. E l’invito che il Curricolo 06 vuole fare, è proprio quello di osservare, lasciarsi osservare, e essere aperti a cogliere il particolare. Sono questi i presupposti che devono essere messi alla base di un percorso educativo valido.

Nausicaa Borsetti