Milan, il jolly Pierre Kalulu è la rivelazione dell’anno

L’uomo in più, quello che non ti aspetti: in poche parole, Pierre Kalulu. Francese classe 2000, per lui questa è già una stagione da incorniciare. Sempre presente quando serve, superiore a qualsiasi pregiudizio (poco sensato) aleggia nell’ombra.

Un colpo “alla Maldini”

Tra i primi calciatori a essere stati acquistati nella nuova era del Milan con Paolo Maldini protagonista in dirigenza, Kalulu è da subito sembrato un colpo in chiave futura più che per il presente. In pochi avrebbero immaginato che, da lì a poco tempo, il giovane Pierre riuscirà a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto con i colori rossoneri. 

Arriva a Milano nell’agosto del 2020, sotto pochissimi riflettori puntati. Però si è già capito, Maldini difficilmente sbaglia, anche dalla scrivania. Tantissimi i colpi “francesi” messi a segno dalla leggenda rossonera in questi anni, Kalulu rappresenta l’identikit ideale. Giovane, duttile, a costo zero, forte e rivendibile in futuro: un affare, il Milan lo corteggia con forza e riuscirà a tesserarlo a parametro zero. 

Kalulu, il jolly rossonero

La sua precedente esperienza è a Lione, club con il quale cresce e si impone. Tuttavia, decide di non rinnovare il contratto e andare via a costo zero, attirando così le attenzioni di alcuni club europei, Milan su tutti. Si parla discretamente bene di lui: chi dice sia un ottimo terzino, chi lo vede più da difensore centrale, il dibattito è aperto. Finito tra le mani di Stefano Pioli, Pierre Kalulu è oggi uno splendido jolly tuttofare per il Milan che sogna lo scudetto.

A voler essere specifici, se il Diavolo sogna lo scudetto il merito è anche del ragazzino francese, che ha da poco trovato il suo primo timbro in Serie A– a sorpresa- contro l’ostico Empoli di Andreazzoli. Un successo importante, necessario, che porta a Milanello tre punti di una colossale pesantezza. Per Kalulu sono già 88 presenze con la maglia del Milan e un ruolo sempre più centrale nello scacchiere rossonero. E quei pochi riflettori al suo arrivo a Milano se ne faranno una ragione…

Marco Cavallaro