Mi hai fratturato il pene!

Perdonateci se, a parte la goliardica immagine iniziale, questo post non avrà un apparato iconografico particolarmente accattivante, ma la sindrome di cui stiamo per parlare non ci permette di mostrare troppo. E per fortuna, direte voi.

Il pene non contiene nessun osso, eppure può essere soggetto a frattura. Si parla di frattura del pene quando una piegatura violenta dell’organo produce uno strappo nella cosiddetta tunica albuginea. Si tratta di una membrana che rinchiude i corpi cavernosi, quel tessuto spugnoso erettile che si riempie di sangue quando avviene l’erezione.

La frattura avviene quando il pene è costretto a piegarsi ad un angolo “innaturale”: questo accade – scusateci la poca serietà scientifica – quando si “manca il buco” e il pene va a sbattere sul perineo (quell’area compresa fra ano e vagina) o sulle pelvi della donna. Sembra infatti che la maggior parte delle fratture avvenga durante un rapporto eterosessuale, con la donna sopra. Come seconda causa si registrano episodi di masturbazione troppo enfatica, ma anche alcuni casi di autolesione durante il sonno (mentre ci si gira a letto, durante un’erezione notturna). C’è da dire però che la casistica è quantomeno incompleta: questo genere di lesioni uro-genitali è fra le meno riportate, e il fatto che per reticenza pochi feriti si rivolgano agli specialisti rende le statistiche difficili. Si sa insomma che è un fenomeno molto più diffuso di quanto i numeri porterebbero a credere. Il pene, dicevamo, premuto violentemente, si piega fino a spezzarsi. La lacerazione provoca emorragie interne, dolori lancinanti, ecchimosi e gonfiore.

L’unica via d’uscita è un’operazione di circa un’ora, in anestesia generale. L’organo viene inciso, la ferita ricucita con diversi punti di sutura (normalmente la lacerazione interessa quasi la metà della circonferenza del pene, 10 punti suppergiù) e nel giro di un mese si è belli e pronti per ricominciare l’attività sessuale. Se invece la ferita non viene curata, si può rimanere per tutta la vita con problemi di erezione, infezioni o un pene storto. Per cui, voi timidi e vergognosi, rifletteteci: quanto vale l’imbarazzo dei primi 10 minuti dall’urologo di fronte a una vita intera con il pistulino a 45°?

Gran parte dei degenti è fra i 20 e i 30 anni di età, quando l’attività sessuale è al suo picco. I vecchi soffrono meno di questa sindrome, perché spesso il loro pene non è mai completamente eretto, ed è quindi più flessibile (il futuro, almeno sotto questa luce, è più roseo per tutti).

Ma in generale, non c’è da preoccuparsi: nella maggior parte dei casi, il pene si piega ma non si spezza.

Se proprio volete vedere un pene rotto (e contorcervi sulla sedia ululando), cliccate pure qui. Se avete ancora più stomaco, eccovi un articolo medico (in inglese) che dettaglia la lesione e l’operazione chirurgica necessaria alla guarigione. Sogni d’oro!

Fonte: Bizzarro Bazar

redazione